Gil Botulino (The German Observer)

News di Venerdì 7 Dicembre 2001

E' MORTO FRANCO RASETTI

Franco Rasetti, con i suoi cento anni, era l'ultimo dei "Ragazzi di via Panisperna", il gruppo di giovani entusiasti che Enrico Fermi aveva riunito attorno a sé e che avrebbero segnato lo sviluppo e la storia della scienza. Ma pochi ne hanno sentito parlare. Eppure era uno scienziato brillante: negli anni Trenta uno dei più importanti a livello internazionale nella fisica sperimentale. Era il "braccio armato" di Enrico Fermi, l'uomo che il "Papa" (come veniva chiamato il grande fisico) richiamava addirittura dalle ferie in Marocco per affidargli la progettazione e la realizzazione di un esperimento delicato e sofisticato. Lo stesso lavoro sperimentale di Fermi nasce con Rasetti, quel giovane allampanato che vediamo superare tutti di una spanna nelle foto che ritraggono il gruppo di via Panisperna.
Eppure, pochi, quest'estate, si sono ricordati dei suoi cento anni (celebrati peraltro da Ciampi al Quirinale). La sua immagine, come si dice, non ha mai "bucato" il video e le pagine dei giornali.
Il perché di questa lontananza dai riflettori dei media è l'altra faccia della storia umana e scientifica di Franco Rasetti. Pensate: un uomo che ha fatto la storia della fisica, che pubblicava articoli su Nature, la più importante rivista scientifica del mondo, che ha avuto costituita appositamente per lui la prima cattedra di spettroscopia, un uomo così, sceglie ad un certo punto della vita - e della storia - di abbandonare la fisica (o meglio, di restare formalmente per decenni un professore di fisica con una cattedra alla prestigiosa John Hopkins University, negli Usa) e di diventare un esperto di botanica e di fossili. Di andare via, anche, lasciando l'Italia prima per gli Usa e poi per il Belgio. Di scrivere libri sui fiori delle Alpi e sulle orchidee.
Insomma, è uno scienziato che sceglie l'ombra. Senza scegliere, però, l'assenza o il disimpegno. Perché Rasetti non diventa un dilettante di botanica o di fossili. Diventa un maestro in queste discipline, scrive libri importanti, fa da punto di riferimento. Nel 1953 la National Academy of Sciences gli conferisce addirittura la Charles Walcott Medal per la sua attività di ricerca in questo campo. Solo, è uscito dal cono di luce dei media rappresentato dalla grande fisica.
Perché lo ha fatto?
Perché era il 1945 e Rasetti aveva visto Hiroshima e Nagasaki. E aveva deciso che se "la fisica aveva conosciuto il peccato" (come aveva detto Robert Oppenheimer, lo scienziato che aveva diretto il progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica) ebbene, lui con la fisica non poteva avere più nulla a che vedere.
Ne scrisse così: "Devo ammettere che scoprire i segreti della Natura è tra le cose più affascinanti che ci possano essere. Ma può darsi che qualcosa sia insieme molto affascinante e molto pericoloso... Penso che gli uomini dovrebbero interrogarsi più a fondo sulle motivazioni etiche delle loro azioni. E gli scienziati, mi dispiace dirlo, non lo fanno molto spesso".
Lui, invece, lo fece e si convinse che la sua strada era altrove. Non dovette costargli poco abbandonare la ricerca in fisica. L'aveva scelta quasi trent'anni prima, quando a Pisa lasciò ingegneria per seguire il suo grande amico Enrico Fermi. E con Fermi aveva compiuto tutti i passi successivi, trovando spazio anche per importanti scoperte. Come quella, che sarebbe stata poi citata da Heisenberg, sul comportamento statistico degli atomi di azoto: con quel lavoro aveva dimostrato, Rasetti, che il nucleo degli atomi non poteva essere costituito da protoni ed elettroni, come si credeva allora. Eppure, solo qualche anno dopo, con la scoperta dei protoni, si sarebbe accettata l'idea che il cuore dell'atomo non conteneva due particelle con cariche elettriche opposte (protoni, positivi, ed elettroni, negativi), ma una particella carica positivamente e una neutra.
L'aggettivo che più spesso è stato usato per lui è: raffinato. Un fisico sperimentale raffinato.
Solo una volta, agli inizi degli anni 60, ha avuto un improvviso, fugace ritorno alla fisica sperimentale: quando venne a Roma per provare a realizzare un esperimento difficilissimo, che difatti non concluse mai. Si trattava di trovare l'indice di rifrazione di un gas di elettroni. Quando ripartì da Roma, l'esperimento non era finito.
Non era davvero un uomo ombroso. Era un alpinista, da sempre. Ed esperto. Era un burlone, a volte anche eccessivo. Gli piaceva scherzare e gli piacevano le cose nuove. Le afferrava con leggerezza, ma senza superficialità. (Nicola Cabibbo).

 

ORDINE PUBBLICO NEL COMUNE DI BADOLATO - DETERMINAZIONI

Oggi alle 18.00 si è svolto il consiglio comunale con all'ordine del giorno l'unico punto che il titolo. Purtroppo non posso raccontarvi nulla perché non c'ero. Ho dovuto accompagnare un'amica alla stazione. Nei prossimi giorni potrete leggere il resoconto dul sito dei DS di Badolato http://web.tiscali.it/dsbadolato/prima_pagina.htm.

 

FURTO A BADOLATO BORGO

Continuano i furti nelle abitazioni di Badolato Superiore a danno di persone anziane. Le sorelle Concetta e Francesca Piroso (Cardarari, mi dicono), alle 15.45 si erano recate a messa dove si sono trattenute fino alle 17.30. Ma al ritorno in casa in via Portella 11 (ahra Portehra) hanno trovato la sorpresa: la casa era sottosopra e all'appello mancava l'oro di Francesca e un milione in contanti. Insieme ai carabinieri hanno poi potuto accertare che non mancava nientaltro. I ladri sono entrati dal tetto e saltando sul balcone hanno scardinato la porta. Oltre agli ammanchi hanno provocato anche danni all'abitazione.

 

INDIVIDUATI I DUE GIOVANI DELLA TENTATA RAPINA

Sono R.F. di circa 16 anni, studente, irreperibile è stato denunziato a piede libero. T.M., del 1983, è agli arresti domiciali nell'abitazione dei genitori. Alle spalle dei due giovani altrettante famiglie preoccupate ed a disagio per quanto capitato.