E' MORTO VINCENZO BRESSI Ieri è morto don Vincenzo (Runcu) Bressi. ne danno notizia la sorella, la
cognata e i nipoti. Le esequie avranno luogo domani, sabato 26, alle ore 14.45 nella
chiesa matrice in Badolato Superiore.
PASSA LA CONVENZIONE O LA LOTTIZZAZIONE?
Ancora oggi rimaniamo nel dubbio, così come rimane nel
dubbio il Domani che titola "Nel consiglio comunale approvata, nonostante le
divergenze con la minoranza, la convenzione per l'edificabilità dei suoli" e più
sotto "Badolato, passa la lottizzazione". Noi siamo sempre in attesa della
delibera. Appena l'avremo ve la comunicheremo. Per ora accontentatevi di un altro punto di
vista - quello del corrispondente del Domani - con la solita avvertenza sul virgolettato:
può darsi che il riassunto non sia aderente a quello che il consigliere F. Criniti ha
dichiarato, ma per questo basta leggere il documento allegato alla delibera..
Nel consiglio comunale approvata, nonostante le divergenze
con la minoranza, la convenzione per l'edificabilità dei suoli
BADOLATO, PASSA LA LOTTIZZAZIONE
Sulla discussione relativa alla lottizzazione "fascia
sotto ferrovia", presentata dalla società "Abitat Gallipari", c'è stata
un'ampia disamina con gli interventi dell'assessore ai lavori pubblici Nicola Lentini e di
un consigliere di minoranza, l'architetto Francesco Criniti. L'esponente di maggioranza ha
consegnato un documento che va a modificare la convenzione relativa alla lottizzazione,
ribadendo che dopo i vari pareri degli enti preposti, dovrà ritornare in consiglio
comunale per la definitiva approvazione. Il parere tecnico del responsabile dell'ufficio,
il geometra Pasquale Larocca, ha chiarito alcuni aspetti sulle proposte di modifica, in
quanto si tratta soltatnto di una presa d'atto d'adozione dello strumento urbanistico. Di
parere contrario l'intervento di criniti che ha denunciato nella lettura di un documento,
una serie di inadempienza e la mancanza di documentazione: "Non si può presentare
una lottizzazione - ha precisato Criniti - quando mancano i pareri preventivi del genio
Civile, i nulla osta ambientali, distanza dai fiumi e dal mare, che non sono rispettati
nel contesto del Demanio Marittimo". L'esponente di minoranza ha ricordato anche che
"Badolato rientra nell'elenco dell'area a rischio idrogeologico di cui al Decreto
legge 11 dicembre 2000 n 365 relativo alla distanza dei torrenti. Per tutti questi motivi
ed inadempienze - ha concluso Criniti - chiediamo il rinvio del punto in discussione
altrimenti preannunciamo il nostro voto contrario". (Tratto da FRANCO LAGANA' - IL
DOMANI - giovedì 24.1.2002)
IL DOCUMENTO DE "LA MONGOLFIERA" SUL PIANO DI
LOTTIZZAZIONE
Il gruppo consiliare della Mongolfiera in merito all'esame
del piano di lottizzazione presentato nell'odierno Consiglio comunale afferma quanto
segue:
In base all'art. 79 del Regolamento edilizio del Comune di
Badolato, registriamo l'assenza di una serie di atti dovuti
- Estratto e certificato catastale dei terreni inclusi nella
lottizzazione
- I documenti a corredo della lottizzazione devono essere
firmati anche dal proprietario degli immobili su cui dovrà sorgere la lottizzazione
(unitamente alla firma del tecnico progettista). Cosa che nel nostro caso
non vediamo.
In base alla circolare 2/89 della Regione Calabria, mancano
i seguenti pareri preventivi:
- Parere di conformità urbanistica. Parere art. 13 legge
3/2/74 n. 64 (Parere da parte dell'ex Ufficio del genio civile, sezione decentrata di
Catanzaro)
- Nulla osta a fini ambientali di cui al decreto legislativo
29/10/99 n. 490 atr 146 (vincoli tutori distanza dai fiumi e dal mare e territori gravati
da uso civico).
- Nulla osta sanitario per la verifica dell'inesistenza di
insalubrità della zona.
- Autorizzazione preliminare prevista dall'art 55 del Codice
della navigazione legge 327/42 per le opere in prossimità del demanio marittimo, in
quanto dagli elaborati di lottizzazione alcune fasce sul confine demaniale marittimo
risultano interessate ad edificazione per una distanza inferiore ai 30 metri previsti
dalla legge stessa.
- Inoltre, si è venuti a conoscenza che al Comune di Badolato
in data 16/3/28 è stato notificato da partedel commissario regionale per la liquidazione
degli usi civici della Calabria, un decreto di accertamento dei diritti di uso civico.
Considerato che sui territori oggetto di lottizzazione deve essere definito
l'accertamento per i diritti di uso civico (per semina, pascolo, raccolta legna, ecc.), in
base alla legge 16/6/27 n. 1766 art 12, i Comuni e le associazioni non potranno, senza
l'autorizzazione del Ministero competente, mutarne la destinazione d'uso.
Il parere, espresso in data 7/1/2002 dal responsabile del
procedimento, presenta gravi difformità rispetto alle prescrizioni di legge:
- Esso viene indirizzato al Sindaco in modo erroneo. Doveva
essere indirizzato al responsabile dell'area tecnica.
- Nel parere, il responsabile del procedimento, omette di
segnalare le mancanza sopradette, e cioè i pareri di cui sopra in base alla citata
circolare 2/89 e dalle relative leggi che regolano i P.d.L., e tutti gli elaborati
sopraelencati, previsti dal ricordato art. 79 del Regolamento edilizio.
- C'è una completa confusione di ruoli tra le due figure
tecniche del Comune, quando, al termine del parere, compaiono abedue le firme: sia quella
del responsabile del procedimento che del responsabile di Area (che, come detto, non era
stato neppure destinatario del parere stesso, indirizzato come visto al sindaco).
Ricordiamo, poi, che il Comune di Badolato rientra
nell'elenco delle aree a rischio idrogeologico di cui al decreto legge 11 dicembre 2000 n
365 per la quale la distanza dai torrenti, per eventuali edificazioni, deve essere pari
alla larghezza dell'alveo naturale del fiume, pertanto dagli elaborati di lottizzazione
manca qualsiasi riferimento a tali distanze rispetto al torrente Barone. Inoltre si porta
a conoscenza dei Consiglieri di maggioranza del fatto che la Regione Calabria ha già
approvato, sul finire dello scorso anno, unagraduatoria di "rischio" legata ai
terreni confinanti con i torrenti. Vorremmo conoscere la posizione in suddetta graduatoria
dell'area oggetto di lottizzazione, vicina, come già detto al torrente Barone e di cui il
comune dovrebbe esserne già in possesso e quindi a conoscenza.
Pertanto, il nostro gruppo consiliare chiede che il
presente punto all'O.d.G. venga rinviato, affinché siano correttamente definiti e
accertati tutti i punti sopradetti.
Diversamente riterremmo illegittima l'approvazione della suddetta lottizzazione con
i provvedimenti del caso.
Il gruppo consiliare "La Mongolfiera" - Consiglio
Comunale di Martedì 22.1. 2002
SABRA E CHATILA, L'INCUBO INFINITO (Umberto De
Giovannangeli)
LA STORIA/ Ecco alcuni stralci delle terribili
testimonianze dei sopravvissuti alla strage voluta nel 1982 da Sharon nei campi profughi
palestinesi: torture, abusi sessuali, vilipendio di cadavere.
Un viaggio all'inferno. Chiamato Sabra e Chatila.
Un viaggio agghiacciante dentro una delle pagine più raccapriccianti della storia
mediorientale. E al centro di questo viaggio nel tempo c'è lui, Ariel Sharon, attuale
primo ministro israeliano, che ai tempi delle stragi nei campi profughi palestinesi
ricopriva l'incarico di ministro della Difesa e quindi era il massimo responsabile sul
terreno delle operazioni militari in Libano.
Diciannove anni dopo, quei massacri diventano oggetto d'indagine per il Tribunale di
Bruxelles al quale si sono rivolte 28 persone vittime di violenze, o parenti di vittime di
quella mattanza di vite umane perpetrata dalle milizie cristiane libanesi. In 48 ore, dal
16 al 18 settembre 1982, i falangisti massacrarono fra 800 e 1500 palestinesi.
L'intervento dei miliziani, una verità acclarata anche dalla commissione d'inchiesta
istituita allora da Israele, era stato accompagnato da un dispiegamento attorno ai due
campi di "Tsahal", l'esercito dello Stato ebraico, che aveva occupato Beirut
Ovest dopo l'assassinio del presidente libanese Bashir Gemayel, avvenuto il 14 settembre.
Fin qui la storia. Che ricostruisce un evento, tragico, ma non restituisce un volto, un
nome, alle donne violentate e poi squartate, ai bambini fatti oggetto di tiro al
bersaglio, agli anziani sgozzati e poi ricoperti di sterco.
LA STORIA DI SOUAD: UN INCUBO CHE NON SI CANCELLA. Diciannove anni dopo, alcune di queste
storie individuali ritornano alla luce e con esse una ferita mai rimarginata, anche nella
coscienza democratica di Israele. Sono passati 19 anni da quei giorni maledetti, ma per
Souad Srour Al Mar'eh è come se le lancette del tempo si fossero fermate a quelle ore che
segnano una vita. Souad aveva allora 14 anni ed era un'adolescente gioisa, piena di vita.
Ma la "vita" si è spenta nei suoi occhi che ancora oggi si velano di lacrime
quando ricostruisce ciò che accade la sera del 17 settembre 1982. "Hanno bussato
alla porta di casa - racconta Souad -: erano 13 soldati armati. Non abbiamo fatto in tempo
a pronunciare una parola che subito hanno iniziato a sparare".
Souad fa fatica a proseguire. "Ciò che non dimenticherò mai - dice - è il sorriso
sulle labbra di quegli assassini. Godevano nel dare la morte, ci chiamavano animali, cagne
maledette...". La prima a cadere, prosegue il racconto di Souad, "è stata la
mia sorellina, colpita alla testa, mio padre al petto, ma respirava ancora". Souad
resta sola, in balià dei suoi aguzzini. Ciò che ha visto basterebbe per segnare la sua
vita.
Ma ciò che sta per accaderle è, se possibile, ancor più agghiacciante. Ogni notte, da
quella notte, Souad Srour Al-Mareh è visitata da quell'incubo. Non può dimenticare, non
vuole dimenticare. Perché da quella notte, dice, "avverto il dovere morale di
parlare, di gridare anche per le centinaia di donne palestinesi che non possono più
farlo". E allora Souad si fa forza, e ritorna a quella notte di inferno.
"Smisero di sparare - ricorda -. Le loro attenzioni si rivolsero contro di me, la
loro preda. Li supplicai di non farmi del male, lo stesso fece mio padre ancora in vita. E
quelli continuavano a ridere. Poi mi violentarono. A turno, ripetutamente. E continuavano
a ripetere: sporca cagna palestinese, è quello che ti meriti". Poi se ne andarono.
Non prima di aver orinato e defecato sul suo corpo. Ma l'inferno non è ancora finito.
Perché uno dei tredici falangisti torna sui suoi passi e spara alla schiena di Souad. Da
allora Souad trascina le gambe, e il ricordo dell'orrore è ancora più indelebile. A
farle forza è un desiderio di giustizia che riempie le sue giornate, che dà senso alla
sua esistenza: "Spero che Sharon sia processato e impiccato", dice.
DENUNCE E INCHIESTE Senza emozione, senza più lacrime. Le
28 denunce presentate alla Procura di Bruxelles contro Ariel Sharon sono secretate. Ma le
due associazioni filo-palestinesi che hanno garantito l'assistenza legale alle vittime o
ai parenti delle vittime di Sabra e Chatila hanno fatto trapelare frammenti delle 28
denunce. Raccapriccianti i particolari descritti, segno di un odio disumano.
Se "è un uomo" il falangista che deflora una bimba di sette anni e poi squarta
il suo corpo una baionetta. Se è un uomo quello che per sommo sfregio accatasta i corpi
dei vecchi uccisi vicino a quello dei maiali, simbolo di impurità per i musulmani. Nel
1983 una commissione d'inchiesta israeliana, la commissione Kahan, concluse il suo lavoro
riconoscendo una "responsabilità indiretta" di Sharon per aver trascurato
"il pericolo di atti di vendetta e di un bagno di sangue" se i falangisti
entravano nei campi. Sharon fu costretto a dimettersi.
Il rapporto Kahan sottolineava che le atrocità "furono perpetrate dai
falangisti" ed escludeva "assolutamente qualsiasi responsabilità diretta di
Israele". Dello stesso avviso non è l'ex procuratore dei Tribunali per l'ex
Jugoslavia e il Rwanda Richard Goldstone: "Ogni persona ragionevole - afferma - può
solo deplorare che nessuna incriminazione sia seguita" alla commissione d'inchiesta
Kahan sulle stragi, la quale aveva concluso che "gravi crimini erano stati
commessi". Richard Goldstone non nomina mai Ariel Sharon. Ma i suoi riferimenti non
lasciano margine di equivoco: "Se la persona che dà gli ordina sa che civili
innocenti possono essere uccisi o feriti in una data situazione, allora ne è
responsabile". (tratto da IL NUOVO)
ROBIN HOOD... ALLA ROVESCIA
INCREDIBILE chi guadagna meno pagherà più tasse
La riforma del sistema fiscale prevista dal disegno di legge
delega, affossa lart.53 della Costituzione che afferma che "Il sistema
tributario sia informato a criteri di progressività". Chi guadagna di più dovrebbe
maggiormente contribuire alla spesa sociale.
Invece la riforma prevede che le tasse vengano scontate ai redditi
più alti e aumentate a quelli più bassi.
Le aliquote Irpef oggi in vigore per i
corrispondenti scaglioni di reddito, (18% per redditi fino a 20 milioni, 24% per i redditi
compresi oltre i 20 e fino a 30 milioni, 32% fino a 60 milioni, 39% fino a 135 e 45% per
redditi oltre i 135 milioni) saranno infatti sostituite da due aliquote rispettivamente al
23% per i redditi fino a 100.000 euro (circa 200 milioni di lire) e del 33% oltre il
suddetto importo.
Ecco i risultati della loro riforma:
REDDITO |
IRPEF ATTUALE |
IMPOSTA FUTURA |
DIFFERENZA |
20.000.000 |
3.600.000 |
4.600.000 |
+ 1.000.000 |
25.000.000 |
4.800.000 |
5.750.000 |
+ 950.000 |
30.000.000 |
6.000.000 |
6.900.000 |
+ 900.000 |
35.000.000 |
7.600.000 |
8.050.000 |
+ 450.000 |
40.000.000 |
9.200.000 |
9.200.000 |
0 |
50.000.000 |
12.400.000 |
11.500.000 |
- 900.000 |
100.000.000 |
31.200.000 |
23.000.000 |
- 8.200.000 |
135.000.000 |
44.850.000 |
31.050.000 |
- 13.800.000 |
200.000.000 |
74.100.000 |
46.000.000 |
- 28.100.000 |
500.000.000 |
209.100.000 |
112.000.000 |
- 97.100.000 |
Un lavoratore dipendente con un
reddito lordo annuo di 30 milioni pagherà 900.000 lire di tasse in più allanno!
Chi invece ha un reddito lordo di 100 milioni si vedrà aumentare il suo stipendio di più
di 8 milioni!!!
A cura del Cobas scuola di Padova |