Gil Botulino (The German Observer)

News di Giovedì 28 Febbraio 2002

UN ALTRO ARRESTO PER DETENZIONE DI ARMI

Oggi, sui quotidiani regionali, c'è la notizia, con evidenza anche in prima pagina, dell'arresto a Badolato Marina di V.C. (Cenzu 'e Giorgi, mi dicono) per detenzione di armi. Il "rimischju" è avvenuto ieri mattina alle cinque. Dopo l'arresto di F.F., dell'altro giorno, era ragionevole aspettarsi anche questo visto che, in paese, si sussurrava della passione di V.C. Probabilmente saranno concessi i domiciliari, visto lo stato di incensurato del nostro paesano. Vi riporto, per comodità, l'articolo apparso sulla Gazzetta del Sud; degli altri quotidiani solo i titoli.

ANZIANO IN MANETTE PER DETENZIONE D'ARMI
SOVERATO – Nella mattinata di ieri, nel corso di un controllo del territorio i carabinieri della Stazione di Badolato, collaborati dai militari della compagnia soveratese, hanno tratto in arresto il pensionato 58enne V.C. il quale nella propria abitazione di contrada Melindus di Badolato Marina deteneva illegalmente: una pistola cal. 22 marca Ermhwerke con due caricatori e 145 proiettili; una pistola cal. 9 marca Sig completa di caricatore e 66 proiettili. Il pensionato deteneva, invece, legalmente la pistola cal. 6,35 marca Star senza proiettili, ma l'arma è stata sequestrata per «omessa-custodia»; è stato infine sequestrato un barattolo contenente 100 grammi di polvere da sparo marca Sipe, occorrente, presumibilmente, per la «ricarica». La pistola calibro 6,35 corredata di proiettili è stata rinvenuta all'interno di un ricovero adibito a deposito di attrezzature agricole. Il pensionato, interpellato sulla provenienza delle armi e delle munizioni, avrebbe dichiarato che ha comprato armi e proiettili «per pura e semplice passione» in Svizzera dove ha risieduto per diversi anni per motivi di lavoro. A questo punto sono scattate la manette ai polsi dell'ex operaio badolatese, pistole, proiettili e polvere da sparo sono state poste sotto sequestro. Dopo le formalità di rito l'uomo è stato associato alle carceri circondariali di Catanzaro a disposizione dell'Autorità giudiziaria per rispondere della imputazione di detenzione abusiva di armi e munizioni (Gianni Pitingolo, LA GAZZETTA DEL SUD, 28.2.2002)

IL TITOLO DE "IL DOMANI"
Arrestato un 54enne di Badolato Marina trovato in possesso di tre rivoltelle e duecento proiettili
PENSIONATO "COLLEZIONISTA" D'ARMI
L'uomo, incensurato, aveva anche polvere da sparo per confezionare cartucce

IL TITOLO DE "IL QUOTIDIANO"
Badolato.Un pensionato di 54 anni possedeva illegalmente tre pistole, 299 munizioni e caricatori
ARRESTO PER DETENZIONE D'ARMI
L'operazione dei carabinieri è scattata nella prima mattinata di ieri

 

LA RADICE RIPRENDE LE PUBBLICAZIONI

La notizia sembra ormai certa: La Radice riprenderà le pubblicazioni, forse a cominciare dal numero di fine Marzo. Il movimento che si è creato intorno alla Radice, i tanti messaggi di solidarietà e una rinnovata attenzione per l'associazione culturale Badolatese, hanno convinto La Radice a fare uno sforzo per ridare ai Badolatesi il periodico a cui si sono affezionati.

 

MANIFESTAZIONE DI PROTESTA PER LA GUARDIA MEDICA

Ieri pomeriggio alle ore 16 una cinquantina di cittadini di Badolato Superiore si sono avviati verso la sede municipale decisi a protestare per lo spostamento di sede della guardia medica. Alcuni voci infondate erano circolate nel Borgo sul presunto spostamento della guardia medica in Marina, ma la civile protesta inscenata nella sala consiliare ha riguardato la richiesta di riportare la Guardia Medica nel centro storico del Borgo. Infatti da qualche tempo, a causa della insufficienza dei locali dove era ospitata, la Guardia medica si trova in via Giardino. Una scelta che "i vecchietti" di Badolato Superiore non hanno mai condiviso. Si era assicurato che questa sistemazione sarebbe stata provvisoria ed è proprio per evitare che diventi definitiva che i cittadini si sono recati in comune a ricordare agli amministratori che bisogna riportare la Guardia Medica nel centro. L'assessore Leuzzi ha rassicurato tutti spiegando che l'avvenuto spostamento era necessario per scongiurare la chiusura della Guardia Medica e che, ora che la chiusura è scongiurata, l'amministrazione troverà una sede più centrale per evitare ai cittadini i disagi di una sede così decentrata. Così, rassicurati, i cittadini sono tornati alle loro normali (pre)occupazioni.

 

DECRETO MORATTI: QUATTROCENTO CATTEDRE IN MENO

Saranno 391 per l'anno scolastico 2002-2003 in tutta la Calabria le cattedre in meno previste dal decreto del ministro Letizia Moratti del 19 febbraio. Si fatica ancora a credere che anche una regione come la Calabria affamata di posti di lavoro e con un territorio così frastagliato e poco incline agli accorpamenti si possa , si possa procedere ai tagli previsti. Alcuni parlano di cifre ancora più alte nel momento in cui bisognerà mettere mano concretamente ai criteri restrittivi del decreto tagliacattedre e dunque tagliaclassi.
Dell'anno in corso non c'è chi non ricordi la chiusura della scuola a Badolaro Superiore e a Santa Caterina Superiore che tante proteste ha scatenato. Quest'anno, e nei prossimi a venire, la situazione sarà più nera, dunque è fin da ora che bisogna battersi per evitare che interi borghi si spopolino ulteriormente a causa della chiusura delle poche classi rimaste.

 

BANDITA LA PRIMA EDIZIONE DI POESIA DIALETTALE

L'invito viene dall'associazione culturale "Gerhard Rohlfs" e ve lo giro, vista la grande fioritura di poeti badolatesi degli ultimi tempi. Chi sa che non ci scappi anche un premio. Sono ammessi due componimenti poetici da inviare in cinque copie; ogni elaborato non deve essere superiore a sessanta versi; deve essere anonimo e contrassegnato soltanto da un motto. In una busta chiusa, e sul cui frontespizio dovrà essere trascritto il motto scelto, i partecipanti porranno le proprie generalità, complete di codice fiscale, indirizzo e recapito telefonico. I premi 1 milione (di lire), 500 mila e 350 mila. Menzioni d'onore ad altri componimenti meritevoli. Gli elaborati dovranno pervenire tramite plico raccomandato, entro e non oltre il 30 aprile 2002. alla sede dell'associazione culturale "Gerhard Rohlfs" via B. Miraglia n. 22/b 88100 Catanzaro tel. 0961 771944. La premiazione avverrà a Catanzaro il 27 giugno del 2002, alle ore 18,30, nella sala della Biblioteca Comunale "F. De Nobili".

 

ANCHE I PROFESSORI COPIANO

ROMA - Dire che è copiato di sana pianta sarebbe ingiusto. Le prime venti righe del secondo capitolo, infatti, le ha scritte lui. Ma il resto, purtroppo, no. Intere pagine prese di peso da manuali, riviste giuridiche, libri, saggi e monografie altrui, tutte importate disinvoltamente, tutte copiate alla virgola con un lavoro svelto di forbici e colla. Si sa che gli studenti copiano. Ma che succede se copia il professore? E soprattutto, che succede se il professore è anche un senatore?

Se lo starà chiedendo, a quest'ora, il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, che si ritrova sulla scrivania l'imbarazzante dossier a carico del senatore avvocato professor Giuseppe Consolo, 53 anni, docente associato di Diritto Pubblico alla Luiss, aspirante cattedratico all'Università di Cagliari e parlamentare di Alleanza Nazionale. Da una parte ci sono i due saggi scritti, o meglio firmati, da Consolo: "Aspetti privatistici del mutuo di scopo" e "La sfiducia a un singolo ministro", i due libri grazie ai quali ha vinto il concorso a professore associato di Istituzioni di Diritto Pubblico. Dall'altra, con le pagine segnate e meticolosamente sottolineate da una mano senza pietà, il Digesto della Utet, un libro della Giuffrè, un manuale della Cedam e due riviste giuridiche. Libri di cinque o dieci anni prima, di quelli che finiscono solo nelle biblioteche degli addetti ai lavori. E gli addetti ai lavori, appunto, lavorano: non hanno il tempo di confrontare un libro con l'altro. Neanche un raffinato giurista come Antonio Baldassarre, è stato sfiorato dal sospetto. Anzi, recensendo la monografia di Consolo, il presidente emerito della Corte costituzionale ne lodava proprio "le tesi e gli argomenti originali, che lo rendono un importante punto di riferimento nella materia trattata".

Importanti forse sì. Originali, non proprio. Il primo capitolo del saggio sul "mutuo di scopo" - una speciale forma di credito bancario alle imprese - è la trascrizione quasi integrale, salvo l'uso di un sinonimo qua e là, delle prime sette pagine di una monografia di sei anni prima, pubblicata dal professor Vincenzo Allegri sui "Quaderni di Banca e Borsa". "Il fenomeno - scriveva per esempio Allegri - suscita oggi un'attenzione più diffusa, sia in conseguenza dell'adozione, nella prassi contrattuale[85]". "Il fenomeno - ha scritto Consolo - suscita un'attenzione più diffusa sia in conseguenza dell'adozione, in tale prassi contrattuale[85]". Ha tolto un "oggi" e ha aggiunto un "tale". E il resto del volume? Anche quello copiato da Allegri? No. Da Attilio Zimatore ("Il mutuo di scopo", Cedam 1985). Il quale cominciava il suo primo capitolo così: "Se dal legislatore non si possono pretendere definizioni, certo si sarebbe potuto esigere coerenza nell'uso delle parole". Ebbene, cinque anni dopo Consolo è arrivato, straordinariamente, alla stessa conclusione. Anzi, identica: "Se è vero che dal legislatore non si possono pretendere definizioni, è anche vero che si sarebbe potuto esigere una maggiore coerenza nell'uso delle parole". E via così, per altre 73 pagine. Le conclusioni, però, sono di Consolo. Nessuno può contestargliele, quelle sei pagine. Così come sono indubitabilmente opera originale dell'autore, le prime cinque righe del suo secondo libro, "La sfiducia a un singolo ministro". Dalla sesta in poi, però, non si può dire altrettanto. Leggiamo l'incipit del saggio che dovrebbe aprigli la strada alla cattedra: "In una visione sintetica e macrocomparatistica, il problema del controllo e indirizzo del Parlamento può essere affrontato, più che collegando il ruolo svolto in tali campi dalle Camere[85]". Non è facile, scrivere un periodo così contorto. Ma qualcun altro c'era riuscito, prima di lui, il professor Stefano Sicardi, sul "Digesto" della Utet. Con risultati incredibilmente simili: "In una visione sintetica e macrocomparatistica il problema del controllo e indirizzo del Parlamento può essere affrontato, più che collegando il ruolo svolto in tali campi dalle Camere[85]".

Forse nessuno ci avrebbe mai fatto caso, se il professor Consolo non avesse tentato il grande salto verso il posto di ordinario. Si sa com'è l'università. Trovi sempre un concorrente che non la manda giù, e magari passa una settimana in biblioteca per farti le pulci. Poi prende i tuoi libri, prende i cinque volumi dai quali hai copiato, e spedisce il pacco al ministro, al rettore dell'Università di Cagliari e al procuratore della Repubblica. Denunciandoti - con una lettera anonima, anzi firmata da un inesistente "professor Giovanni Rossi" - per "plagio letterario", reato coniato nel 1925 per punire gli studenti che copiano la tesi di laurea. (Tratto da  LA REPUBBLICA - 14.2.2002 Giovedì)

 

E COPIANO PURE I PROFESSORI DI CASA NOSTRA

Copiano anche i professori di casa nostra. Confesso, talvolta, lo faccio anch'io: qualche articolo, su Gil Botulino, non firmato o falsamente firmato, è di autore ed editore famosi; a voi beccarli. Può darsi che sia successo anche allo storico Antonio Gesualdo. Infatti, leggendo il chiacchierato libro sulla storia politica di Badolato mi sono imbattuto in un brano che, a prima vista, mi è sembrato di avere già letto da qualche altra parte. Per comodità di raffronto, vi riporto -   a sinistra - un brano del nostro prof. Gesualdo che sembrerebbe fotocopiato da quello - a destra - del prof. Ursetta. Dico così perché il libro di Ursetta è del 1997 e quello di Gesualdo del 2000.
Professore, è un'esagerazione copiare un pezzo di storia patria, avvenuto a un tiro di schioppo da casa propria, da uno di Sorbo San Basile!? E con tanto di citazione di documenti: sentenza n... busta... Archivi. E l'avremmo considerato un lavoro di certosina ricerca se non si fosse rivelato una rozza e veloce copiatura.

 

Brano tratto da: Antonio Gesualdo "Storia politica di Badolato dal 1799 al 1999", Edizione della biblioteca gesualdiana Charles Baudelaire, 2000. pagina 178.

 

Brano tratto da: Umberto Ursetta "Magistratura e conflitto sociale nella Calabria del dopoguerra", Luigi Pellegrini editore, 1997. pagine 193-194.

 

Gli scioperanti diedero inizio a Giambartolo alla costruzione di una strada che doveva congiungere il centro abitato a Brognaturo, e il tracciato stradale, secondo il progetto approvato, avrebbe dovuto attraversare i fondi di ventotto proprietari, i quali, ad eccezione di tre, avevano dato il loro consenso all'esecuzione dei lavori e rinunciato all'indennità di esproprio. Gli scioperanti danno inizio alla costruzione di una strada che doveva congiungere il centro abitato alla campagna. Il tracciato stradale, secondo il progetto approvato, avrebbe dovuto attraversare il fondo di ventotto proprietari che, ad eccezione di tre, avevano dato il loro consenso all'esecuzione dei lavori e rinunciato all'indennità di esproprio.
I lavori erano appena iniziati, quando intervennero gli agenti di pubblica sicurezza e i carabinieri, per far desistere i disoccupati dall'iniziativa, ma i lavoratori non si lasciarono convincere, e allora ne furono arrestati dodici, quelli che facevano un buon lavoro di Partito, potenziavano i collettivi, costituivano nuclei giovanili, permeavano la massa dello spirito della democrazia progressiva. I lavori erano appena iniziati quando intervengono gli agenti di pubblica sicurezza e i carabinieri allo scopo di far desistere i disoccupati dall'iniziativa. I lavoratori non si lasciarono convincere ed allora, con un intento chiaramente intimidatorio, le forze di polizia ne arrestarono dodici.
Il Prefetto di Catanzaro informò il Ministro dell'Interno dell'accaduto, con Relazione del 30 ottobre 1950, conservata nell'Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione Generale di Pubblica Sicurezza, 1930-1955, Busta 10, Cat. C. 2, della quale trascrivo: "con un'azione condotta in forze a Badolato, sono stati arrestati dodici tra i principali responsabili dell'agitazione; mentre il Sindaco, avv. Luigi Tropeano, comunista, che dopo aver fomentato l'azione stessa si era allontanato dal Comune e non vi era tornato anche quando dallo scrivente veniva diffidato ad adeguarsi ai suoi doveri di Ufficiale di P.S., veniva sospeso per motivi di ordine pubblico dalle sue funzioni di Sindaco e anch'egli arrestato per concorso nei reati attribuiti agli altri prevenuti". Del fatto viene informato il ministro dell'Interno [A.C.S., Min. Int. Dir. Gen. PS 1930-1955, Busta 10, Cat. C. 2. Relazione del prefetto di Catanzaro del 30 ottobre 1950]. "Con un'azione condotta in forze a Badolato, sono stati tratti in arresto 12 tra i principali responsabili dell'agitazione; mentre il Sindaco, avv. Luigi Tropeano, comunista, che dopo aver fomentato l'azione stessa si era allontanato dal Comune e non vi era tornato anche quando dallo scrivente veniva diffidato ad adeguarsi ai suoi doveri di Ufficiale di P.S., veniva sospeso per motivi di ordine pubblico dalle sue funzioni di Sindaco e anch'egli arrestato per concorso nei reati attribuiti agli altri prevenuti".
Svolte le indagini, il Giudice Istruttore rinviò a giudizio quarantadue lavoratori e il Sindaco per occupazione di terra, però il Tribunale di Catanzaro affermò che gli elementi a carico degli accusati erano "equivoci e di scarso valore probatorio", che le indagini non avevano ben accertato quali tra gl'imputati si erano recati sui terreni dei tre proprietari che non avevano dato il consenso all'esecuzione dei lavori, e che alcuni disoccupati erano stati denunziati a seguito di notizie confidenziali non suffragate da indizi. Dopo aver svolto le indagini, il giudice istruttore rinviò a giudizio quarantadue lavoratori , compreso il sindaco, per occupazione di terra. I magistrati del Tribunale di Catanzaro affermano che gli elementi a carico degli accusati sono "equivoci e di scarso valore probatorio", che le indagini non hanno accertato quali tra gli imputati si erano recati sui terreni dei tre proprietari che non avevano dato il consenso all'esecuzione dei lavori e che alcuni disoccupati erano stati denunciati a seguito di notizie confidenziali non suffragate da nessun indizio.
L'insieme di questi elementi portò all'assoluzione di tutti gl'imputati: l'Avvocato Luigi Tropeano e altri cinque per non aver commesso il fatto, i rimanenti per insufficienza di prove, come si legge nella Sentenza n. 394/51, Udienza del 29 maggio 1951. L'insieme di questi elementi porta all'assoluzione di tutti gli imputati: Tropeano e altri cinque per non aver commesso il fatto, i rimanenti per insufficienza di prove [Tribunale di Catanzaro, Sentenze Penali, Sentenza n. 394/51, Udienza 29-5-1951].