Gil Botulino (The German Observer)

News di Giovedì 30 Maggio 2002

NUOVE RUBRICHE CRESCONO

Ho aperto un paio di nuove rubriche nella sezione dedicata all'amministrazione comunale.

La rubrica IPSE DIXIT http://www.gilbotulino.it/ipsedixit.html in cui raccogliere le frasi famose - o che diverranno famose - del sindaco di Badolato.

La rubrica AMARCORD http://www.gilbotulino.it/amarcord.html in cui raccogliere quelle iniziativedi cui si è strombazzato per mari e per monti e hanno portato solo danni - almeno economici - alla comunità.

Per ambedue le rubriche vi chiedo collaborazione con segnalazioni in modo che possano crescere e prolificare.

 

DOMANI ALLE 21 RAI 2 ULTIMA PUNTATA DI SCIUSCÀ

Carissimi,
anche questa settimana grazie per le tante mail che ci avete inviato e per i numerosi post nel Forum.

E' la ventiquattresima ed ultima puntata di "Sciuscia' - Edizione Straordinaria", quella in onda domani sera su Rai 2 alle 21.

Nove puntate di "Emergenza guerra" in prima serata, 24 di "Sciuscia' - Edizione Straordinaria" sempre in prima serata ed 8 di "Sciuscia'" classico in seconda serata. La media di 32 puntate in prima serata è stata del 18% (il day time di Rai 2 in prima serata e' al 14% circa). E' questo il bilancio di 10 mesi di lavoro dove Rai 2, con "Sciuscia'" è stata 2 volte prima rete come ascolti, 8 volte seconda rete, 20 volte terza rete.

"Un po' di luce" e' il titolo di questa ultima puntata. Prende spunto dal reportage di Riccardo Iacona che ha trascorso 20 giorni tra Kabul e le montagne del Panshir. Tema centrale l'Afghanistan dopo nove mesi di guerra e dove basterebbe la luce di una lampadina a ridare la speranza per u! n futuro migliore al popolo afghano.

I bombardamenti sono serviti a combattere Bin Laden e l'organizzazione terroristica Al Qaeda, responsabile dell'attentato dell'11 settembre a New York? Chi è che paga le conseguenze di questa guerra, i talebani o i civili?
E cos'è oggi l'Afghanistan ?

In studio il fondatore di Emergency, Gino Strada, il giornalista di "The Independent" Robert Fisk, ultimo occidentale ad intervistare Bin Laden, Tiziana Ferrario, Maurizio Molinari, Giulietto Chiesa, Clarissa Burt, Andrea Nativi, Vauro.

A presto
La redazione di Sciuscia'
 
Nel sito di Sciuscia’all'indirizzo www.sciuscia.rai.it   i video integrali delle puntate, i sondaggi, i fuoriscena, la chat, il forum, la rassegna stampa.

 

DA MOSCA A ROMA: TUTTO FUORCHÈ UN ADDIO ALLE ARMI

"Trattati di portata storica" . "Liquidata l'eredità della guerra fredda". "Addio alle armi nucleari". "Una nuova era nei rapporti tra gli USA, la NATO e la Federazione Russa". "Il vertice di Pratica di Mare, grande successo di Silvio Berlusconi". A leggere questi titoli dei quotidiani d'Italia c'è da rimanere allibiti più che perplessi, soprattutto se li si paragona a quelli di altri quotidiani stranieri quali il New York Times, il Frankfurter Allgemeine, Le Figaro o The Independent, tutti infiorati di dubbi, riserve e critiche sul reale significato degli accordi stipulati dalla strana coppia, da George "Dubya" e da "Pootie-Poot" Putin ieri l'altro a Mosca e dopodomani sulla base laziale dell'aeronautica italiana. E mentre in Europa nessuno ormai si stupisce ma tutti si fanno quattro risate per le affermazioni del nostro Presidente del Consiglio che si è attribuito il merito della "grande svolta", è semplicemente desolante ascoltare alla televisione il segretario DS Fassino che riconosce l'importante ruolo svolto in politica estera dal Cavaliere e il prestigio che ne è derivato all'Italia sulla scena politica internazionale.

Ma passiamo a cose molto più serie dell'ossequio dei mass media nazionali verso il padrone del vapore informatico o della lamentevole situazione del centrosinistra in Italia. Parliamo di quanto è stato scritto sulla stampa estera, specializata o meno, sugli aspetti fraudolenti ed allarmanti delle intese Bush-Putin di questi giorni che poi risalgono ad alcuni mesi fa, quando il Presidente degli Stati Uniti annunziò casualmente, mentre saliva su un elicottero, che era stato raggiunto un accordo sulla riduzione delle ogive nucleari strategiche con la Federazione Russa.

L'autorevole mensile "The Bulletin of Atomic Scientists" che da trent'anni presenta sulla sua copertina l'orologio della catastrofe atomica si è affrettato ad avanzarne le lancette a cinque minuti dalla mezzanotte dell'Apocalisse (le aveva spostate indietro di 9 e di 15 minuti dopo la firma dei trattati SALT-I e SALT-II). Perchè tanto allarme? Perchè - ha scritto il Guardian di ieri - "Sotto diversi aspetti il nuovo trattato può anticipare un'era più pericolosa e meno stabile. Anche se impegna le due parti a depennare 8.000 delle loro complessive 12.000 testate strategiche, la grande maggioranza di queste testate da ridurre entro dieci anni verranno messe solo da parte per un eventuale reimpiego (gli USA hanno insistito su questo punto), il che tra l'altro ha sollevato gravi timori sulla sicurezza dei luoghi ove verranno depositate quelle russe".

Ma c'è ben altro: mentre l'ultimo trattato SALT-II occupava 742 pagine fitte di clausole, verifiche e controverifiche, quello firmato a Mosca consiste di tre cartelline dattiloscritte che enunciano principii generici e, trattandosi di scadenze lontane, non fissano calendari di riduzioni fino ai totali indicati di 2.200 - 2.500 ogive strategiche. Dal che si deduce che gli Stati Uniti potrebbero continuare ad aumentare questo numero fino all'anno di grazia 2012 limitandosi a darne preavviso di tre mesi alla controparte. Non accadrà, perchè da più di dieci anni, dall'implosione cioè dell'URSS, è venuta meno la strategia della "Mutually Assured Destruction" e queste armi dalla potenza di 16-32 megatonnellate, non servono più agli Stati Uniti mentre il loro "servicing" - manutenzione e stoccaggio - rappresenta una spesa proibitiva per la Federazione Russa (secondo il Pentagono, gli avversari di ieri, indipendentemente dalle ultime intese, potranno permettersene si e no 1.200).

Ma l'allarme del "Bulletin of Atomic Scientists" e di altri organi di stampa è motivato dal fatto che il protocollo di Mosca non contiene menzione alcuna delle armi nucleari tattiche, quelle cioè di una potenza che va da 0,1 kilotoni ad una megatonnellata: quelle statunitensi ammontano a 1.670 (180 in Europa, delle quali 29 del tipo B-61 dislocate in Italia sulle basi di Aviano e Ghedi Torre), quelle russe sono molte di più ma di tipo antiquato in quanto risalgono agli anni settanta e ottanta.

L'Amministrazione Bush ha concentrato astronomiche risorse nello sviluppo e nella produzione di queste nuove armi (15 milioni e mezzo di dollari nella sola ricerca per l'anno 2003 ed altri 15 milioni solo per riallestire il poligono sperimentale del Nevada, mentre 23 miliardi di dollari andranno alla produzione di ogive e vettori, uno di questi dalla denominazione porno "robusto penetratore nucleare del terreno"). E così tra tre settimane Washington denunzierà il trattato anti-missilistico ABM e tra sei mesi quello sulla sospensione degli esperimenti atomici, alla faccia della "grande svolta" sul disarmo nucleare.