Gil Botulino (The German Observer)

News di Venerdì 31 Maggio 2002

UN ANNO DI GIL BOTULINO

Gil Botulino compie un anno - e chi se ne frega! diranno subito i miei piccoli lettori.

Gil Botulino compie il suo primo anno - e anche l'ultimo, speriamo! dirà qalcuno.

Comunque la pensiate in quest'anno siamo stati presenti nel panorama internettaro, praticamente unici ad informarvi, tra il serio e il faceto, tra l'imparziale e il fazioso - in ogni caso ad informarvi - da Badolato e su Badolato, con le nostre numerose rubriche su sesso, sport, cronaca rosa e nera, politica, feste, rassegne, fiere e soprattutto sulle malefatte dell'amministrazione comunale - tutte le delibere di giunta con commenti e delucidazioni, tutti i consigli comunali in presa diretta, etc. etc.

Ed ora un po' di numeri perché non se ne perda la memoria.

Intanto le lettere: I 306 iscritti alla Mailing List di Gil hanno ricevuto 187 lettere con 702 notizie di prima mano.

Gli accessi al sito hanno superto i 111.000

E se proprio li volete distribuiti per mese da giugno 2001 a maggio 2002...

 

Accessi da Giugno 2001 a Maggio 2002

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E se volete sapere anche da dove si collegano i nostri naviganti....

 

Accessi totali per Paese da Giugno 2001 a Maggio 2002

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Bolivia 183
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L'ARRETRATEZZA DEL MERIDIONE, IL CETO POLITICO E IL VOTO CONTADINO

In una polemica degli anni Settanta Pier Paolo Pasolini cercava di dimostrare ad Alberto Moravia che le ragioni dell'arretratezza del meridione d'Italia, se non esclusivamente, almeno in parte, risiedevano nella sopravvivenza dei valori contadini; del disinteresse tutto contadino per gli interessi pubblici, e del riguardo, anche esso tutto contadino, per le proprie botteghe e per i propri tornaconti. L'individualismo proprietario, dunque, come causa della litigiosità per la terra, ma anche spiegazione di come nei paesi calabresi si orienta il voto popolare.

Non v'è una ragione diversa che spieghi perché l'elettore calabrese miri alla tutela di interessi proprietari a volte insignificanti, come una canna fumaria, un viottolo, un prticello o il rigagnolo di famiglia, e del perché sia tanto facile convincerlo a votare in un modo o nell'altro promettendo sicurezza per quella infima roba.

Non v'è ragione diversa che spiega come mai la maggior parte dei calabresi sia disposta a perdere la dignità del voto in cambio di una lattuga (a volte della sola promessa dell'ortaggio) e di rinnegare poi il voto se la promessa non è stata mantenuta.

Quell'individualismo proprietario è stato causa di sottosviluppo economico. Quel valore contadino continua ad orientare i calabresi nel loro rapporto con l'interesse pubblico.

Prima era causa di miseria materiale, oggi è causa di miseria soprattutto morale, per la convinzione che la legalità coincida con il soddisfacimento dei propri interessi; ma anche di miseria intellettuale per il declino perverso di ogni possibilità di concepire un progetto d'interesse pubblico che rilanci la società meridionale.

Se ci sono paesini governati da comitati d'affari, dove in compenso manca persino l'acqua per lavarsi, comitati che però godono del suffragio popolare è per le forme di immoralità assunte da quell'individualismo. (tratto da Giuseppe Cricenti, il Quotidiano)

 

LA NATO E BERLUSCONI UNA FIABA ITALIANA

Giornali e televisioni nazionali sono finalmente tutti concordi, senza inutili polemiche fra destra e sinistra. A Pratica di mare "si è fatta la storia". Il patto Nato-Russia è all’unanimità un "fatto di immensa portata", un "evento unico e iperbolico", anzi "epocale", meglio "epocale e planetario", "destinato a inaugurare una nuova era" o, a scelta, "a cambiare il corso della storia e del mondo".

Giornali e televisioni, come un sol uomo, non hanno dubbi nell’indicare alla pubblica ammirazione "l’artefice massimo" di tanta storia, il "protagonista assoluto" di questa svolta impressa al pianeta e forse alla galassia: Silvio Berlusconi. L’accordo va considerato un "personale successo" del premier, anzi un "personale e indiscutibile successo", meglio "il coronamento di uno sforzo titanico di mediazione tra potenze". Ma no, troppo poco. "Sono definizioni inadeguate. Non era mai accaduto che un presidente del consiglio del dopoguerra anche solo tentasse di fare il mediatore fra Usa e Russia". Berlusconi "ha posto fine alla guerra fredda". Un genio insomma, se la definizione non è "inadeguata".

Così per tre giorni i tg, Rai e Mediaset, le radio, quasi tutti i quotidiani, le agenzie, ci hanno raccontato la "storia in diretta", in un crescendo di fuochi d’artificio celebrativi, senza timore di sbandierare il ritrovato orgoglio tricolore di un’italietta "assurta, per la prima volta, a grande potenza diplomatica".

Peccato davvero che il resto del mondo non se ne sia accorto. Per una volta che "assurgiamo". Fra i venti principali quotidiani americani ed europei soltanto il Frankfurter ha giudicato l’accordo di Pratica di Mare degno dell’apertura. Un altro, il New York Times, l’ha messo di "taglio" in prima pagina. Altri tre (El Pais, The Independent e Le Figaro), si sono limitati a un richiamo.

Tutti gli altri, da Washington Post a Le Monde, Financial Times e Libération, The Guardian e Usa Today, hanno confinato "l’evento epocale e planetario" nelle pagine interne. Si noti che quasi tutti i quotidiani citati ospitano in prima pagina, nello stesso giorno, altre notizie e corrispondenze dall’Italia. La metà, per esempio, tratta con ampio risalto la crisi della Fiat, che su tutta la stampa internazionale ha avuto più spazi e commenti del patto Nato-Russia. Al secondo posto, fra le notizie dall’Italia, sui giornali americani si piazza l’incontro in Vaticano fra Bush e il Papa, con l’accenno del presidente americano allo scandalo dei preti pedofili. Il Financial Times (che aveva parlato dell’accordo l’altro giorno) e Le Monde, rispettivamente, considerano più importanti di Pratica di Mare perfino un possibile sbarco di Murdoch nella pay tv italiana e la traduzione del pamphlet di Oriana Fallaci.

In nessun grande quotidiano americano o europeo si fa cenno, sia pure di sfuggita, al ruolo "fondamentale" e "decisivo" di Berlusconi come "mediatore" fra Usa e Russia, ovvero al leit motiv del coro mediatico italiano. Per la verità, fra tanti commenti di diverso orientamento, non si trova traccia o riconoscimento di un ruolo anche soltanto "importante" o "significativo". A nessuno viene in mente di attribuire a Berlusconi un "successo", personale, politico, diplomatico o di qualsiasi altro genere. Si sprecano, al contrario, le ironie sulle manie di grandezza del nostro premier e sui fondali classici allestiti per lo show "storico", sulla scia del New York Times che l’altro giorno rideva sulla "Disneyland del potere", "il carnevale di cartapesta" che avrebbe fatto precipitare il Belpaese da "Michelangelo a Micky Mouse", e concludeva ricordando i precedenti mussoliniani. L’impressione di carnevalata è del resto diffusa in una mezza dozzina di corrispondenze da Le Monde a The Guardian a Washington Post. Libération e La Croix estendono i lazzi anche nel merito dell’accordo: "La Nato offre uno strapuntino a Putin".

Naturalmente, l’accordo di Pratica di Mare sarà importante, magari "storico", ma è un po’ esagerato e un po’ ridicolo sostenere che "cambierà il corso della storia" o che "segna la fine della guerra fredda" (undici anni dopo la dissoluzione dell’Urss?). Quanto alla "decisiva mediazione" di Berlusconi, non si sa come definire una simile fantasia, se leggenda metropolitana, esaltazione provinciale o delirio servile.

È certo che la fiaba dell’Italia che fa la pace fra Usa e Russia è piaciuta molto nel paese di Peppone e Don Camillo. Il vero successo di Berlusconi, come sempre, è tutto qui. (tratto da Curzio Maltese, La Repubblica)

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: LETTERA AL TRAP DAL CT AD INTERIM

Cari cittadini,

come sempre devo lamentarmi. Sono uno statista di statura mondiale e nessuno vuole riconoscerlo. Ho fatto terminare la guerra in medio Oriente e né gli israeliani né i palestinesi se ne sono accorti. Ho posto fine a secoli e secoli di guerra fredda, e ho convinto Putin a entrare nella nato, anche se per il momento non sono riuscito a iscriverlo alla Pidue. Ho sbattuto fuori dall’Italia i pericolosi invasori albanesi, senegalesi e rumeni e adesso ci proverò con l’etnia più pericolosa, i legulei. Ho abbassato le tasse e il debito pubblico in una fiction su Italia Uno. La mafia è sotto controllo e fattura tutto. Con D’Amato ormai c’è una tale intesa che non devo più gridare "comandi!" quando mi telefona.

Eppure continuate a trattarmi come un tirannello da strapazzo e mi avete deluso nelle prime elezioni italiane in cui c’è stata una vera par condicio, ovverossia io ho avuto un pari numero di ore, circa due, su tutti i miei (pardon) su tutti i maggiori canali televisivi. Ma c’è un settore dove dimostrerò di essere un grande stratega, un’attività che mi ha sempre dato grandi soddisfazioni e da cui è partita la mia ascesa nell’olimpo dei grandi. Il calcio! Ecco la lettera che ho appena inviato al vice-commissario della nazionale azzurra, Giovanni Trapattoni.

Caro Trap,

quando siete partiti per il Giappone, con la garbata ironia che mi contraddistingue, vi ho detto che se non vincevate vi avrei sbattuto in galera. Be’, non scherzavo. Ma ciò non accadrà perché da oggi sono io il commissario a interim della nazionale, tu non osi, esiti e hai le idee confuse. Se segui queste istruzioni e mandi in campo la mia formazione, il trionfo è assicurato.

Procediamo per esclusione. Sbatti fuori Tommasi che è comunista, che vada a giocare nella Dinamo Mosca, anzi adesso che siamo amici di Putin, che vada a giocare nella Dinamo Cuba. Via Coco che gioca in Spagna ed è in buoni rapporti con giornalisti del Pais. Via Panucci, Totti, Del Vecchio e Montella che sono troppo amici di Veltroni. Via Juliano e Cannavaro che sono meridionali e Bossi non gradisci. Via Di Biagio, Di Livio e Del Piero, non mi piace il Di e Del davanti ai nomi, tutto quello che c’è in Italia deve chiamarsi Di Silvio e Del Silvio. Via Nesta e Materazzi, sono troppo alti e mi stanno sui coglioni. Via Buffon e Toldo, tre portieri sono troppi. Via Vieri e Zanetti che sono interisti e mi distraggono le veline. La squadra comprenderà solo giocatori del Milan o in procinto di essere acquistati dal Milan, oppure a me graditi. Ecco la formazione, imparala a memoria e scrivitela. In porta Abbiati. In difesa Maldini, e al suo fianco voglio rivedre Billy Costacurta. Sulla fascia destra convoca La Russa (ci tiene tanto) e sulla sinistra Pappalepore, è l’autista di D’Amato, non so come gioca, ma non possiamo dire no alla Confindustria. A centrocampo: Ambrosini, Doni e Donadoni (è un po’ ingrassato ma se la cava). Le punte: Inzaghino bello e Lunari. Tu mi dirai: ma non sa giocare. Se è per quello, non sa neanche fare il ministro. E lass ma non liss come dice Bush, chi sarà il centravanti? Un furetto brevilineo dai piedi buoni, un estroso furfantello delle aree, un presidente finanziere, operaio e anche goleador. Ebbene sì: avevo appeso le scarpette al chiodo, ma tornerò a difendere i colori del mio paese: giocherò con lo pseudonimo di Pataquinho. Non vedo l’ora! A proposito, quando inizierà la partita, entreremo democraticamente in campo tutti insieme, anche se io sarò su una portantina. Poi canteremo insieme l’inno di Mameli e Oh Susanna, a Bush fa piacere. Quindi inizierà la tenzone e caro Trap, non dubitare, spezzeremo le reni agli avversari. L’Equator è debole e poi ho visto sull’atlante che non è un paese, è una riga che gira tutto in tondo, che cazzo di giocatori può avere? Il Messico è povero e debole, sarà un piacere pestare quei figli di Chiapas. In quanto alla Croazia ho chiesto lumi su come attaccare a D’Alema. caro Trap, prepara la squadra e aspettami. Forse il calcio mi ridarà l’onorabilità che altri settori si ostinano a non negarmi. Sarò leale e onesto. A proposito, arriverò con sedici chili di nandrolone, epo, turbocaina, gonfiomix e nitrato di amile nascosti nella valigia diplomatica. Di’ ai ragazzi che ogni mattina ne dovranno prendere una bella cucchiaiata nella colazione. E niente scrupoli da anime belle, il calcio è come la finanza, se sei onesto ti fan fuori. In quanto alle critiche di ingerenza e protagonismo, be’, sono pronto a rintuzzarle. Non metto mai bocca nei settori che non sono di mia competenza. Ad esempio, quando c’è stata l’elezione del nuovo presidente Rai, io ho proposto una rosa di nomi: Baldassarre, Emanuela, Susy e Maria Selvaggia. Che colpa ne ho se hanno scelto un maschietto?

Ciao a presto, Silvio Berlusconi.

 

QUANDO LA MUSICA È TRADIZIONE

SABATO 22 GIUGNO DALLE ORE 20.°° ALLE ORE 02.°°
NELLA SALA HEILIG-GEIST WETZIKON

ALL’INSEGNA DELLA MUSICA TRADIZIONALE
CALABRESE E PUGLIESE
SUONERANNO PER VOI

MIMMO " ANNACINZIA " VALENTINO
INSIEME AL KARAOKE DI LUCA

ALLEGRIA" DIVERTIMENTO" E UNA OTTIMA CUCINA

DURANTE LA SERATA VERRANNO ESTRATTI I BIGLIETTI
DELLA LOTTERIA ABBINATA AL II° TORNEO DELL’AMICIZIA
IL TORNEO SI SVOLGERÀ DOMENICA 23 GIUGNO 2002
PRESSO IL CENTRO SPORTIVO MEIERWIESEN DI WETZIKON

 

II° TORNEO DELL’AMICIZIA WETZIKON

DOMENICA 23 GIUGNO 2002 DALLE 08.°°
PRESSO IL CENTRO SPORTIVO MEIERWIESEN WETZIKON

TRIANGOLARE DI CALCIO CATEGORIA JUNIOR A/B

SQUADRE PARTECIPANTI PROGRAMMA TORNEO
U.S BADOLATO 08.30 BADOLATO-BÄRETSWIL
FC BÄRETSWIL 09.30 BÄRETWIL-WETZIKON
FC WETZIKON 10.30 WETZIKON-BADOLATO

DOPO IL TORNEO JUNIOR SEGUIRÀ
L’INCONTRO AMICHEVOLE TRA IL BADOLATO ( 1a CATEGORIA )
E UNA SQUADRA DI WETZIKON

ORE 12.30 PRANZO PER TUTTI AL BOCCIA CLUB WETZIKON

DURANTE IL PRANZO : CI SARÀ LA PREMIAZIONE DEL TORNEO