Gil Botulino (The German Observer)

News di Domenica 11 Agosto 2002

"INCONTRI", IL NUOVO LIBRO DI FRANCESCA VISCONE

È in libreria l'ultimo libro di Francesca Viscone dal titolo "Incontri" edito da "La Mongolfiera". Questo volume raccoglie, approfondendoli, una parte degli articoli pubblicati tra il 1997 e il 2002 su diversi settimanali, e su "Calabria", mensile di notizie e commenti del Consiglio regionale. Racconti di una ricerca che descrive la sensazione di sazietà che si prova quando, dopo un lungo periodo di digiuno, la vita di provincia finalmente offre un banchetto di parole, di valori di cultura a tutti e tutto è gratis. Nel libro si parla anche di Badolato in un articolo dal titolo "Sabato Santo a Badolato". Francesca Viscone, all'anagrafe Maria, ha studiato a Vienna e a Berlino e si è laureata all'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Per la Mongolfiera editrice ha pubblicato "Le porte del silenzio", dedicato a Badolato, di cui potete trovare notizie nella sezione dei libri. A Badolato lo potete trovare a Idea Più oppure potete mettervi in contatto con la scrittrice all'indirizzo e-mail: viscone.m@tiscalinet.it.

Oggi vi offriamo un estratto dal libro che ci è particolarmente piaciuto e vedrete che parla di Badolato anche quando non viene nominato, anzi a me viene il dubbio che parli proprio di Badolato. Il titolo è "La Calabria chiude il 16 Agosto", lo sappiamo tutti, ma non tutti abbiamo gli strumenti e il talento di Francesca per  (de)scriverlo così.

 

LA CALABRIA CHIUDE IL 16 AGOSTO

Finita l'estate... finita la festa. In altre parole: passata la festa, gabbato lo santo! Non è proprio una novità. L'estate, il caldo, le vacanze, i turisti, il rientro degli emigrati... quindici giorni di gloria per paesini e cittadine normalmente immersi nel sonno e nella noia.

Feste, sagre, processioni, parate. Assessori e sindaci a volontà. Credo che pochi si siano lasciati scappare l'occasione di mostrarsi sul palco, accanto alla miss-villaggio-di-turno, o di inaugurare la sagra dell'aia promettendo il risveglio culturale del pollaio, o ancora di sottolineare come quel concerto non sia altro che il primo passo mosso da un fantomatico partito che ha ormai stretto alleanze internazionali tra i calabresi di tutto il mondo e che intende promuovere... la Rinascita Universale!

Ogni piazza diventa teatro e, se fosse così tutto l'anno non avremmo niente da ridire. Ma l'estate è l'estate, si sa, siamo contenti già per il fatto che c'è il sole, che si può andare a mare, che le famiglie si riuniscono. Perché essere critici? Perché puntare il dito? Non vi pare che si siano impegnati? Non avete mai sentito la fatidica frase almeno hanno fatto qualcosa? Ma cosa? Hanno riempito il vuoto, hanno chiesto di qua e di là, hanno portato il cantante X, hanno speso duecentomilioni per sentire il canto del cigno. Sì, ma non erano cigni locali!

Fioriscono anche i progetti... anche se si tratta quasi sempre solo di strade, aiuole, edifici che non servono a nessuno, marciapiedi a stelle e strisce. Non abbiamo più soldi, siamo con l'acqua alla gola... Non avete mai sentito questa frase pronunciata a fine estate da un amico politico? Sapete cosa significa? Chiudetevi dentro, l'estate è finita.

Quest'inverno accontentatevi di Carramba! Avete pedalato quest'estate? Aspettate la prossima... Non vi viene il dubbio che la Festa dell'Emigrato dovrebbe essere ormai sostituita dalla Festa dell'Immigrato? Che ne dite? Festeggiare i calabresi -ma non solo- a Torino, in Germania, in America. E i Rom a Lamezia. Sarebbe più moderno, più civile, più tollerante.

Ma diciamo la verità, non avete mai pensato che una festa -magari tutto l'anno- la meritereste anche voi, proprio perché non ve ne siete andati? In fondo, tra chi parte e chi rimane, come si fa a dire chi ha più coraggio? (tratto da: Francesca Viscone, "Incontri", la Mongolfiera 2002)

 

 

BADOLATO DREAMING 2002: TIRAMMA I CUNTI

Il Badolato dreaming 2002 ha chiuso i battenti ed è l'ora del bilancio. Della riuscita dal punto di vista del divertimento e della partecipazione  vi abbiamo già informati. Oggi il "Kozzala Social Club", organizzatore della   manifestazione con la collaborazione dell'associazione culturale la Radice e con il Club dei vedovi Neri, ci invia il resoconto economico. Ecco la missiva:

Caro Gil, tiramma i cunti.
ENTRATE: 7115 euro
Vendita biglietti lotteria 2370; Sponsorizzazioni 1100; Incasso stands 3645.
USCITE: 3710 euro
Contributo ai suonatori 650; service 300; spese bevande e griglia 1470; spese varie 840; siae ed enel 450.
UTILITÀ ECONOMICA: 3405 euro.

Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato, quelli che avrebbero voluto ma non hanno potuto, quelli che sono capitati per sbaglio e quelli che non ci sono stati.

L'appuntamento alla stessa ora e allo stesso posto per l'anno prossimo. I Kozzala

 

LA FESTA DELL'IMMACOLATA STA PER INIZIARE

Da martedì 13, e per tre giorni, ci saranno, per la festività della SS. Assunta, i festeggiamenti civili al Bastione. Cinema, musica, fuochi pirotecnici e gastronomia. Il programma completo è raggiungibile dalla home page. Per l'occasione vi abbiamo preparato una pagina con qualche informazione sulla Chiesa e un po' di fotografie.

 

AGGIORNAMENTI DEL SITO: FOTO FOTO FOTO

La sezione Servizi fotografici si è arricchita di tanti temi che vi consiglio di visitare sia per vedere le foto che per leggere gli articoli correlati che sono già stati pubblicati sul sito ma che ora avete in bell'ordine. Troverete:

  • Badolato dreaming 2002
  • Badolato Summer Festival 2002
  • Il funerale di Diyar Akyol
  • Crisi idrica 2002
  • Festa degli emigrati 2002
  • Festa della Solidarietà 2002
  • Intitolazione Piazza Rohlfs
  • Le politiche ambientali
  • Alluvione settembre 2000

 

UN ANNO DI GOVERNO BERLUSCONI: TROPPE PROMESSE
intervista a Fisichella

ROMA – «È vero, la situazione internazionale è difficile. Ma rimane un dato di fatto: Silvio Berlusconi ha fatto troppe promesse mirabolanti nel contratto con gli italiani che dovevano già essere partite e non sono state ancora avviate». Davanti al bilancio – economicamente in rosso – dei primi sedici mesi della Casa delle libertà a Palazzo Chigi, il vicepresidente del Senato Domenico Fisichella, che rappresenta la coscienza scomoda, irrequieta e spesso sferzante della destra, sospira: «Da questo punto di vista, l'azione del governo è carente. Non sono state affrontate questioni di interesse generale mentre è stato privilegiato un insieme di provvedimenti che hanno suscitato nell'opinione pubblica il sospetto che ci muovessimo secondo criteri privatistici».
Troppa giustizia nell'agenda di governo? «Non c'è dubbio. Impegnando troppo il Parlamento su questo tema – penso alle rogatorie, al legittimo sospetto, al falso in bilancio – abbiamo perso terreno sugli altri che interessavano di più gli italiani. Non è un caso se registriamo segni di disincanto fra gli elettori del centrodestra: molti si chiedono cosa stiamo facendo».
Berlusconi non la pensa così: sostiene che la difficile situazione dei conti pubblici è colpa del centrosinistra. «Gli errori del centrosinistra li abbiamo sottolineati quando eravamo all'opposizione. Ora siamo a Palazzo Chigi da più di un anno e si deve presumere che se alcune cose non vanno bene sia colpa di comportamenti sbagliati del governo».
Come si esce da questo vicolo cieco? «Il migliore sostegno alla maggioranza continua ad essere la crisi del centrosinistra. Se questa fosse superata, la coalizione di centrodestra manifesterebbe suoi limiti sostanziali in tempi brevi».
Sarebbe l'anticamera di una crisi di governo? «Guardi: una crisi di governo potrebbe essere il preludio per il superamento delle difficoltà del centrodestra, ma qui c'è il terrore di toccare qualcosa per paura che esploda tutto. Ho la sensazione che si continuerà con questo basso registro di governo che ne smorza la capacità operativa».
Per questo Berlusconi difende Tremonti? Perché se salta il ministro del tesoro rischia tutto il governo? «Non dobbiamo dimenticare che questo governo è fortemente caratterizzato in chiave economicistica: se dopo Ruggiero e Scajola dovesse essere sostituito Tremonti per una contrapposizione politica è chiaro che le conseguenze sarebbero rilevanti. La crisi del ministero dell'economia potrebbe anche essere positiva se avviasse la seconda fase del governo viceversa, ripeto, si ha l'impressione che prevalga il timore piuttosto che la capacità di prendere di petto la situazione».
Tremonti è solo un capro espiatorio o paga lo scotto di una politica sbagliata? «Mi sembra che ci sia una forte conflittualità fra i vari ministeri e il titolare dell'economia: è chiaro che questa si riverbera sul programma, oltre ad iscriversi in un quadro in cui la politica economica di Tremonti viene giudicata eterodiretta dalla Lega e dunque penalizzante per il Mezzogiorno che viene considerato cruciale da altre forze politiche. Purtroppo, la sintesi – malgrado il grosso potere del premier – risulta difficile».
A questo punto, cosa dovrebbe fare il premier? Confessare agli italiani di aver esagerato? «In qualche modo ha cominciato a farlo: a proposito della riforma del ministero degli esteri ha ammesso che non si fanno le nozze con i fichi secchi. Dopo quest'anticipazione, sarebbe opportuno che ci fosse un'illustrazione realistica di ciò che si è fatto e una modulazione differente di ciò che si farà rispetto a quanto previsto nel contratto con gli italiani. E poi, non c'è dubbio che su certe parti del programma io svolgerei un'azione frenante».
Su quali parti? «Sui temi istituzionali. Ci penserei dieci volte prima di andare avanti sulla devoluzione. Anzi, si dovrebbe avere il coraggio di tornare indietro non solo sulla riforma di Bossi ma anche sul federalismo approvato dal centrosinistra nella scorsa legislatura. Quelle modifiche da un lato hanno provocato grande conflittualità fra regioni, province e comuni, dall'altro hanno assunto costi economici gravosi. E poi, chiederei chiarezza di comportamenti su scuola e università».
Non le piace come si muove il ministro Moratti? «Registro che su questo importantissimo terreno per il paese ho visto incertezze, retromarce che mi hanno dato la sensazione che ci fossero sì poche risorse ma anche poca chiarezza sul ruolo della scuola in una società moderna. Non è che bisogna riformare e fare peggio. Ora sono preso da viva angoscia quando sento quella parola».
Anche a proposito di pensioni? «Sarei molto cauto prima di fare riforme avventate».
Come la mette con la riduzione delle tasse? «È rinviata al 2003. Bisogna stimolare i consumi, è vero, ma dovremmo anche avere capacità competitive che ora sembrano essere mortificate». (Antonella Coppari, La Gazzetta del Sud, 11.8.2002)