Gil Botulino (The German Observer)

News di Venerdì 15 Novembre 2002

La fiducia è alla base di qualsiasi unione politica
Quando manca la fiducia vengono a mancare tutte le possibilità di stare insieme
LA COLPA DELLA CADUTA È DI MANNELLO

Il testo integrale dell'intervista di Franco Laganà a Giovanni Bove, consigliere di maggioranza dimissionario, trasmessa da Telejonio il 14/11/2002, in risposta all'intervista-verità dell'ex sindaco Mannello. (Grazie a Caterina per la trascrizione)

Laganà: Con l'arrivo dei commissari e la dichiarazione che ha fatto alla nostra emittente l'ex sindaco Gerardo Mannello era doveroso da parte della nostra emittente sentire anche la controparte. Uno dei tre consiglieri che sono stati chiamati in causa è ospite nei nostri studi, il dr. G. Bove che, sicuramente, vorrà un po' illustrare questa lettera aperta che avete inviata ai cittadini di Badolato.

Bove: Infatti sarebbe opportuno infatti partire proprio dalla lettera che abbiamo mandato in qualità di ex consiglieri alla cittadinanza di Badolato in quanto noi in questa lettera abbiamo appunto ricapitolato cercato di fare luce su quanto avvenuto a Badolato negli ultimi mesi.

Qua siamo di fronte a dei fatti che il sindaco adesso sta portando naturalmente diciamo anche noi in questo senso ed era molto prevedibile questo dalla sua parte dalla sua versione. Noi possiamo solo elencare una cosa: che in qualità di consiglieri -presidente io del consiglio comunale gli altri due firmatari della lettera, gli altri due dimissionari sono due ex assessori del comune-, siamo stati informati della questione di cui si andava a discutere, dei debiti fuori bilancio, siamo stati informati solo nella riunione del 26 settembre alle ore 22. Ripeto 26 settembre alle ore 22 in quanto poi ci sarebbero stati solo due giorni utili, perché il 26 settembre era giovedì, il 27 venerdì e il 30 settembre lunedì, c'erano solo questi due giorni utili per convocare un consiglio che per le sorti di un comune è fondamentale, quello che riguarda la ricognizione sullo stato delle attività e delle passività al 30 settembre.

Veniamo informati di questa situazione quindi, magari uno potrebbe pensare per fatti che magari sono arrivati al comune pressappoco in quei giorni, invece il sindaco aveva ricevuto nelle sue mani dall'ufficiale giudiziario degli atti di precetto in data 18 aprile a nome della ditta Scuteri e del 13 giugno a nome della ditta De Riso-Zacutti.In tutto questo frattempo il comune non si è attivato per niente, non ha cercato nessuno dei consiglieri, eppure ci siamo visti durante le vacanze estive, abbiamo anche avuto modo di far approvare il bilancio consuntivo del 2001 nella seduta del 7 agosto, nella quale il ragioniere e il revisore dicevano che non c'erano debiti fuori bilancio nel comune di Badolato.

E invece salta fuori questa sorpresina che il sindaco, come ha detto anche nei verbali del consiglio comunale che si è faticosamente tenuto il 24 ottobre, ha detto che per "negligenza" aveva omesso di notificare ai consiglieri questo accaduto. Dovete capire che viene meno la fiducia in questi casi.

La fiducia è alla base di qualsiasi unione politica e quando viene meno la fiducia uno può correre il rischio di fare la figura del traditore. Fare la figura del traditore perché deve scegliere se tradire i propri ideali o tradire gli amici che hanno fatto un percorso con lui. A quel punto da tecnico, da dottore commercialista, da studioso della materia, ho avuto una serie enorme di dubbi:

Il primo: perché il sindaco ha portato all'ultimo momento, all'ultimo momento utile, questi debiti?

Perché il 23 settembre erano dovuti anche quelli alla ditta Scuteri e il 10 ottobre risultavano già pagati per la somma capitale più interessi?

Perché il ragioniere fa prima una relazione al 23 settembre e il revisore fa la stessa -perché magari si può vedere che sono identiche- e poi il 10 ottobre ne fanno un'altra tutti e due?

Quindi, poi perché tutto questo correre, fare transazioni, non fare transazioni, chiedere il mutuo alla cassa depositi e prestiti quando poi il mutuo alla c.dd.pp., l'art. 203 del TUEL parla chiaro, dice testualmente che "il ricorso all'indebitamento è ammissibile solo quando il bilancio è approvato". E questa condizione, nel nostro caso, è presente in quanto, sia pure su base di indicazioni fuorvianti -come affermiamo nella nostra lettera- del ragioniere controfirmata dal revisore, si potrebbe affermare che ci sono perché è stato approvato, anche se non risulta approvato il verbale della seduta precedente. Quindi penso pure che non sia completamente esecutiva quella delibera..

Ma la condizione che non esiste assolutamente nel caso e che "l'avvenuta deliberazione del bilancio annuale nel quale sono incluse le relative previsioni…". Praticamente per accedere al mutuo bisognava che questo debito fosse evidenziato in bilancio. Tanto è vero che, come ha anche affermato, candidamente direi, l'assessore Rondinelli, che è andato a Roma a chiedere il mutuo alla c.dd.pp., ha detto nel corso di un'assemblea indetta dalla minoranza e alla quale è intervenuto, ha detto che il funzionario della c.dd.pp. gli aveva chiesto semplicemente se i debiti si riferivano ad anni precedenti il 2001 e se c'era la capacità di credito del Comune. Capacità di credito che è stata dimostrata sulla base di un'attestazione del Ragioniere, per la capacità di contrazione dei mutui e a voce hanno detto sì che questi debiti erano precedenti al 2001.Ma naturalmente in questo caso forse il funzionario della c.dd.pp. voleva sapere se erano precedenti perché dovevano essere evidenziati in bilancio, cosa che non sussiste nel nostro caso. Questi debiti non sono evidenziati in bilancio.

Il sindaco ha sempre detto che non sono debiti fuori bilancio ma si contraddice con il revisore e si contraddice con la stessa tecnica contabile perché si parla di debiti fuori bilancio in presenza di procedure espropriative, di atti ricevimento da parte dell'ente di sentenze esecutive e quindi siamo in presenza di debiti fuori bilancio. Il debito fuori bilancio va trattato in un modo specifico. Io nelle riunioni di maggioranza ho sempre detto questo: doveva essere affrontato secondo delle precise regole formali . Mi è stato detto che della forma potevo tranquillamente fare a meno in quanto si parla di miliardi. Ma se si parla di miliardi, si doveva parlare di miliardi anche il 18 aprile, anche il 13 giugno e non solo il 26 settembre.

 

Laganà: Una volta che il sindaco aveva risolto il problema con le transazioni, c'erano le condizioni per poter salvare questa amministrazione comunale dallo scioglimento del consiglio?

Bove: Ribadisco che un'amministrazione comunale, un insieme di gente che ha a cuore la collettività e la collettività anche se non è nata in questo comune, ma ribadisco che quando una persona si definisce, viene definita forestiera, quindi che, come se non avesse neanche il dovere o il diritto di parlare dell'ambiente in cui ha deciso, badate, ha deciso di venire a vivere .Perché molto più spesso dimostra l'amore per la terra uno che sceglie di venire a vivere: io ho lasciato Roma per venire a Badolato e l'ho fatto come mia precisa scelta perché, sposato con una ragazza di Badolato, ho preferito vivere a Badolato quando potevo avere la possibilità di vivere a Roma. E quindi posso dimostrare a chiare lettere che amo Badolato molto più di chi c'è nato visto che io ho scelto di vivere a Badolato, molti altri invece sono semplicemente costretti a vivere a Badolato

Quindi io dico questo: che nel momento in cui manca la fiducia, manca il necessario collante che fa stare insieme delle persone, vengono a mancare tutte le possibilità di stare insieme tra diversi, perché una lista civica è fatta di persone che hanno diverse estrazioni politiche, ma persone che si mettono insieme per il bene comune della collettività. Io mi ero messo al servizio della collettività, avevo messo la mia competenza al servizio della collettività. Il sindaco non mi ha mai permesso di dimostrare in nessun modo le mie competenze, anzi, in questa occasione in cui si poteva affidare, visto che ha anche candidamente ammesso che è un semplice ragioniere e non è un dottore commercialista non ha una laurea, visto che ce l'aveva in squadra qualcuno che poteva in qualche modo saperne più di lui, poteva anche attingere ai consigli che gli avrei dato oppure che gli potevano essere dati.

Io in questo dico affermo che c'è stata una totale mancanza di fiducia da parte del sindaco e dei suoi più stretti collaboratori. Perché certi hanno pensato che sono loro gli unici depositari della verità. Io non dico di essere un depositario della verità, dico semplicemente che magari se io la penso in un altro modo potevo essere in qualche modo coinvolto in altri discorsi. Ma invece no, invece molti pensano che l'unico depositario della realtà sia egli stesso e non capiscono le ragioni degli altri. Io ho detto come andavano risolte queste questioni, l'ho detto e l'ho ripetuto nelle riunioni di maggioranza alle quali sono intervenuto. Poi per circostanze che sono state riportate -di questo ringrazio anche Telejonio- con l'incidente ch'è occorso a mia figlia, non ho potuto partecipare alle ultime riunioni e, ancora sconvolto non ho presenziato al consiglio del 24 ottobre. In questo ma se io fossi andato al consiglio la mia decisone non poteva essere che quella di votare contro al riequilibrio dello stato delle attività e passività disposto nel modo che ha organizzato il sindaco perché ha tenuto in quasi nessun conto la logica tecnica, la logica formale, la logica sostanziale delle cose.

 

Laganà: Andando a concludere questa intervista, dr. Bove, lei vuole fare altre considerazioni perché il sindaco ha accusato i tre consiglieri Bove, Stagno e Leuzzi di essere responsabili dello scioglimento del consiglio comunale di Badolato

Bove: E' una delle cose che mi ha dato più da pensare in tutta questa situazione. Mi ha dato da pensare in effetti nel discorso che il sindaco deve ritenersi l'unico responsabile della caduta del consiglio comunale di Badolato. Perché per tutte le sue mancanze, perché è stato lui che ha fatto venir meno la fiducia e perché non ha preso atto che non aveva più la maggioranza in consiglio e doveva prenderne atto nel momento in cui andando sotto al consiglio del 24 di ottobre avrebbe dovuto quanto meno farsi da parte. Poi e invece ha lasciato a noi la patata bollente, ha lasciato a noi la scelta. La gente adesso pensa che noi ci siamo accordati con la minoranza. Questo non è affatto vero. Perché la minoranza fa il suo gioco e sta alla finestra, perché una nell'odierno sistema maggioritario del comune, un comune cade solo quando si spacca la maggioranza. La maggioranza a Badolato si è spaccata il 14 maggio 2001, il giorno dopo le elezioni, perché c'è stato uno schiacciante successo della lista cinquestelle rispetto agli avversari politici della mongolfiera, però questo risultato invece di rinvigorire le nostre aspettative di consiglieri di maggioranza che davamo il nostro apporto per risolvere i problemi del comune è stato fatto come una logica spartitoria che ha condotto inevitabilmente allo scioglimento anticipato.

Ma la colpa maggiore è del sindaco Gerardo Mannello.