Gil Botulino

The German Observer
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mercoledì 23     -     Aprile 2003

L'ASSEMBLEA DEL MOVIMENTO CIVICO "ARCOBALENO"
L'INTERVENTO DI NICOLA CRINITI

la trascrizione dell'intervento di Nicola Criniti, segretario dei Democratici di Sinistra, ex capogruppo consiliare della Mongolfiera, all'assemblea del movimento civico "Arcobaleno" indetta per la presentazione del simbolo, del progetto e del candidato a sindaco. 23/4/2003

Abbiamo ritenuto giusto convocare un'assemblea, ancor prima della presentazione della lista e del programma che dovrà caratterizzare il nostro percorso politico, perché, a differenza dei nostri competitori, noi ci troviamo in una situazione diversa.

La coalizione che presentiamo oggi è un'aggregazione del tutto nuova che è sorta nell'ultimo mese, non prevista da noi stessa. Nino e il Faro hanno iniziato un certo tipo di percorso da qualche mese prevedendo, suppongo, di costituire il terzo polo, mentre la Mongolfiera, assieme ai consiglieri che hanno contribuito alla caduta di Mannello, ha deciso di fare un discorso diverso, un discorso alternativo. Alla fine di questo percorso ci siamo trovati assieme e oggi presentiamo il progetto a cui abbiamo dato il nome di Arcobaleno.

L'assemblea di oggi non è un'assemblea dibattito. Oggi vogliamo soltanto presentarci, tutte le componenti che costituiscono il progetto, tutti coloro che possono essere considerati i rappresentanti dei movimenti politici e civici che hanno dato vita a questa coalizione.

Mi rendo conto che è una situazione particolare, in buona parte non prevista. Noi ci troviamo in una coalizione che è particolarmente ampia, lo dico senza peli sulla lingua, e lo sottolineo perché potrebbe essere qua il problema, perché mi rendo conto che non può esistere la lista perfetta in una coalizione così vasta. Evidentemente il fatto che siano molte e nuove le componenti che si incontrano, l'incontro tra elettorati, tra rappresentanti, tra parti che normalmente non hanno parlato molto tra di loro in questi anni può rappresentare una difficoltà.

Ci possono essere comprensibili perplessità da parte dell'elettorato della Mongolfiera, così come da parte dell'elettorato del Faro. I rappresentanti di queste formazioni politiche hanno, però, deciso di mettere da parte un certo tipo di affetto, un certo tipo di discorso e anche un certo tipo di ricordi per costruire una coalizione basata su dei valori, con linee guida abbastanza precise, che parte dal presupposto che il tessuto civile di Badolato è oltremodo lacerato.

Ci troviamo in una situazione di un paese dissestato dal punto di visto economico e la coalizione che andrà a vincere dovrà cercare garantire un futuro diverso alle nuove generazioni, il nostro intento è di cercare recuperare da un punto di vista civico il paese. Noi non ci stiamo proponendo per andare a far del male a nessuno, noi vogliamo lanciare un messaggio di tranquillità, di pacificazione sociale, prima ancora che economica.

È lo stesso messaggio che ha caretterizzato le altre campagne elettorali, è lo stesso messaggio con cui si era proposta la Mongolfiera, che purtroppo non è stato recepito. Detto questo - e qui parlo da capogruppo della Mongolfiera piuttosto che da segretario del D.S. - l'aver avuto un sistema di valori serio, che abbiamo voluto rispettare fino in fondo, ci ha permesso, pur avendo perso di 700 voti, di rimanere in piedi, di essere ancora vivi, di avere ancora un simbolo da portare all'interno di questa nuova coalizione. Non è un discorso di parte, non è un discorso egoistico, è un discorso con cui rivendico la buona politica, che non è per forza la politica di un partito. E' una politica fatta di rispetto reciproco.

Anche questa coalizione si basa sul rispetto reciproco. Noi non abbiamo voluto prendere in giro nessuno. Avremmo potuto presentare un simbolo unitario però non ci è sembrato giusto nascondere dietro un simbolo unitario le diversità nella coalizione, perché ci stimiamo reciprocamente ed è un rispetto vero, al punto che nel nostro simbolo abbiamo la Mongolfiera, abbiamo l'Ulivo, tenendo in conto dell'esigenza di rappresentanza di chi non era né della Mongolfiera né del Faro. Al punto che naturalmente accettiamo anche che esista il simbolo stesso del Faro.

Il nostro obbiettivo non è quello di fare un accordo per andare a governare o a spartire risorse, noi vogliamo, innanzitutto, un paese civile cioè un paese normale. Vogliamo un paese in cui il lungomare non debba essere una discarica abusiva; noi pensiamo che sia giusto avere un paese in cui i servizi fondamentali alla persona siano rispettati; noi vogliamo vivere in un paese in cui, d'estate, l'acqua non deve mancare; noi vogliamo vivere in un paese in cui l'opera pubblica esista e sia funzionale e utile al miglioramento del paese.

Sono cose semplici, sono cose elementari che, purtroppo, negli ultimi anni, a causa di una gestione un po' "distratta", quantomeno un po' distratta, non siamo risusciti ad avere a Badolato.

Noi qui, oggi, presentiamo una candidatura a sindaco di una persona che rispettiamo, innanzitutto, cioè di una persona che già sappiamo che non sia alzerà una mattina dicendoci "mi sono dimenticato di dirvi che abbiamo dieci miliardi di debiti". Sto presentando una persona di cui mi fido e che rispetto, in quanto persona che ha delle qualità umane che nessuno può mettere in dubbio.

Ninuzzo ha, è vero, un passato politico che ha diviso Badolato, perché è stato sindaco di una gestione amministrativa e politica che ha diviso la comunità badolatese, un'esperienza del tutto particolare, che si è verificata venticinque anni fa. Vedo che molti stanno utilizzando il passato per cercare di screditare questo tipo di accordo, questo tipo di alleanza. Io rispetto le opinioni di tutti e lo dico da segretario del partito che deriva da quel partito comunista che all'epoca fu battuto da Andrea Menniti e dalla lista Aratro, una sconfitta che ha fatto soffrire molti compagni e perciò capisco anche le perplessità e con queste mi ci confronto.

Però deve essere chiaro che il D.S. - e non perché è passato tanto tempo - lotterà contro il fatto che qualcuno possa utilizzare il passato come una clava, come una mazza contro il presente, contro il futuro, perché si dimentichi che negli anni successivi le cattive sorti di questo partito, del partito che oggi ha deciso di far parte di questa coalizione, non sono state determinate dagli uomini che venivano da quell'esperienza ma, addirittura, dagli uomini stessi che hanno guidato il partito in quegli anni.

Dunque noi non pensiamo di doverci giustificare di nulla, noi abbiamo fatto scelte sane in passato e continuiamo a fare scelte sane oggi, perché abbiamo interlocutori politici e non ci piegheremo mai, mai, a nessun interesse particolare. Vogliamo che le cose vengano fatte col rispetto della trasparenza amministrativa e della legalità. Non chiediamo troppo.

Sappiamo di avere trovato degli interlocutori che ci rispettano e che noi rispettiamo sulla base di valori condivisi: la trasparenza, la legalità e un sistema di regole democratiche di cui tutti sentiamo la mancanza e che vogliamo rispettare.

Questo per noi, oggi, vuol dire far politica a Badolato, questo è quello che a noi continua a stare a cuore. Diversamente non saremmo ancora qui, a distanza di due anni dalle ultime elezioni, a presentare una nuova lista di forze alla popolazione badolatese ed a presentarci al giudizio dell'elettorato insieme con Andrea Menniti l'uomo che abbiamo scelto come candidato a sindaco.

L'INTERVENTO DI PIETRO GALLELLI

la trascrizione dell'intervento di Pietro Gallelli, esponente de "La Mongolfiera", all'assemblea del movimento civico "Arcobaleno" indetta per la presentazione del simbolo, del progetto e del candidato a sindaco. 23/4/2003

Nicola ha ben delineato le linee principali della nuova coalizione che parte dalla Mongolfiera, che ha portato avanti, per più di un anno, un'opposizione seria e tenace contro l'amministrazione Mannello.

Il progetto della Mongolfiera era serio e lo dimostra il fatto che oggi si ripresenta con gli stessi temi e gli stessi obbiettivi, arricchito di tutte le esperienze che, durante questo periodo, sono state acquisite dalla coalizione.

Il progetto della Mongolfiera è un progetto che tende innanzitutto a ristabilire le regole all'interno di questro Comune. Regole che sono state sovvertite a tutti i livelli facendo arretrare il paese di parecchi anni.

Nel 1997, l'amministrazione Bressi aveva lasciato un Comune dove una certa trasparenza era stata innestata, all'interno degli uffici comunale e nel modo di amministrare. In questi anni tutto quel lavoro è stato perso e oggi ci ritroviamo con un Comune indebitato, quasi inamministrabile, con debiti che pregiudicano l'operato di qualunque amministrazione che andrà ad operare. Le tasse sono di nuovo al massimo, si è tornati praticamente nella situazione che avevamo trovato nel 1992.

Oggi, dunque, serve un'amministrazione seria, responsabile, che metta un freno a tutte queste situazioni insostenibili che penalizzano tutta la popolazione.

Il progetto La Mongolfiera, perciò, si arricchisce di tutti quei soggetti allontanatisi dall'amministrazione Mannello, anche se prima partecipavano in prima persona, perché si sono resi conto che venivano adoperati sistemi di amministrazione non corretti, che non potevano essere condivisi e, dunque, se ne sono allontanati, gradualmente, confluendo in questa coalizione che oggi portiamo avanti con il nuovo simbolo dell'Arcobaleno.

Dunque l'Arcobaleno non è altro che La Mongolfiera con l'arricchimento di tutti questi soggetti, persone che hanno voglia di lavorare. Non sono persone che hanno interessi. Il sindaco uscente Mannello sostiene che queste persone lo hanno abbandonato per interessi personali, ma noi cittadini di Badolato conosciamo tutti e sappiamo che è gente che ha voluto distaccarsi dal quel modo di fare politica per avviare un discorso nuovo.

L'Arcobaleno parte con l'obbiettivo di portare regole nuove, regole serie e di piena legalità all'interno dell'amministrazione.

L'INTERVENTO DI ERNESTO MENNITI

la trascrizione dell'intervento di Ernesto Menniti, segretario dei Comunisti italiani, all'assemblea del movimento civico "Arcobaleno" indetta per la presentazione del simbolo, del progetto e del candidato a sindaco. 23/4/2003

Io vorrei cercare di dare un senso alla presenza mia e dei Comunisti italiani in questa coalizione perché è doveroso che ognuno esprima la propria posizione politica come precedentemente ha, correttamente, fatto il segretario del D.S.

Innanzitutto voglio ricordare che ci sono state due assemblee che hanno preceduto questa di oggi: una a novembre, subito dopo la caduta dell'amministrazione Cinquestelle, in cui abbiamo spiegato le motivazioni che avevano spinto alla caduta di Cinquestelle; la seconda, a gennaio, per spiegare qual era l'intendimento e il progetto che la Mongolfiera con i quattro fuoriusciti della vecchia amministrazione andavano a proporre alla collettività, alle forze sociali e alle forze politiche.

Io ritengo che in questa fase ci sia stata la volontà di dare un senso e un taglio politico a quello che si andava a costruire. Sicuramente, in gran parte, questo intendimento è stato rispettato.

Può sembrare strano che si possa parlare così, di partiti e di politica, all'interno di una lista civica però bisogna parlarne perché i partiti qui ci sono, in Cinquestelle no. Qui i partiti risponderanno delle azioni e delle scelte che questa coalizione, che ci auguriamo vincente, opererà nell'amministrazione, in Cinquestelle ognuno risponderà soltanto di se stesso.

E' già qualcosa, non tutto quello che avremmo voluto, ma un piccolo passo in avanti che ci permetterà di ripartire, di ricostruire dalle macerie create negli ultimi anni dall'azzeramento totale del peso della politica nell'amministrazione badolatese. Non è, evidentemente, un'uscita completa però nessuno di noi pretendeva che in qualche mese si sarebbe riusciti ad ottenere questo risultato.

Oggi siamo qui per dimostrare che si può governare nella diversità restando uniti, nella diversità senza interessi specifici se non quelli di recuperare Badolato e, se ci riusciamo, a riportare Badolato sulla giusta strada per risanare i danni che sono stati fatti. Quindi non un'azione contro, ma un'azione propositiva. Non facendo risse ma ragionando pacatamente. Noi non siamo contro nessuno, noi siamo per fare, abbiamo progetti e proposte per fare, per Badolato.

Il programma che verrà presentato dal nostro candidato a sindaco, Andrea Menniti, avrà un indirizzo di contenitore. Noi conosciamo gran parte dei problemi della cittadinanza, ma forse non li conosciamo tutti e dunque vogliamo la partecipazione di tutti.

Si sente dire che ci sono sempre le stesse persone, i soliti vecchi personaggi: Io ritengo che ci vuole coraggio a rimettersi in discussione, a ripresentarsi alla popolazione per chiedere il consenso; ci vuole coraggio a mettere in discussione la propria personalità e la propria immagine pubblica.

Un'altra cosa di cui si sente discutere - e con questo ritorno al discorso che facevo precedentemente- è del simbolo dell'Ulivo. Se notate è proprio il simbolo dell'Ulivo, non dico ufficiale ma è quello là.

Non deve dare fastidio a chi, magari, si riconosce, come elettore, in quel simbolo ma non si sente rappresentato da questa lista. è qua, ufficialmente, in questa lista, perché qui ci sono i Comunisti italiani, c'è il D.S., c'è lo Sdi, c'è la Margherita, c'è l'Udeur; dunque è a pieno titolo che il simbolo dell'Ulivo sta dentro il simbolo di questa coalizione

L'INTERVENTO DI GAETANO STAGNO
L'INTERVENTO DI EMILIO LEUZZI

 

L'INTERVENTO DI ANDREA MENNITI, CANDIDATO ALLA CARICA DI SINDACO

la trascrizione dell'intervento di Andrea Menniti all'assemblea del movimento civico "Arcobaleno" indetta per la presentazione del simbolo, del progetto e del candidato a sindaco. 23/4/2003

andrea_menniti04.jpg (3581 byte)Sono emozionato, quasi come la prima volta, quando ho iniziato a fare politica e sono ormai trent'anni anche se da un po' avevo staccato.

Non era nei miei pensieri rientrare attivamente, direttamente con responsabilità amministrative per tentare di arrivare ancora una volata al governo di questo Comune. A distanza circa di vent'anni mi è scattata una molla, un richiamo, come il richiamo della foresta che, quando chiama, non puoi fare a meno di rispondere e non riesci a fermarti. È scattata nel vedere una situazione molto delicata, nel vedere che questa comunità badolatese stava andando ad inabissarsi nel profondo del mar Ionio.

Negli ultimi anni ho anche partecipato, prestando attenzione ai problemi politici, aderendo a delle liste elettorali, che ho condiviso fin quando sono rimasti a livello di progetto. Arrivando alla realizzazione di questi progetti, purtroppo, come succede qualche volta, ci sono state delle cose che non hanno funzionato, ci sono stati contrasti, ci sono state delle difficoltà, che sarebbe stato giusto superare. Però, evidentemente, - parlo da grande elettore della precedente amministrazione, da sostenitore, da collaboratore, da colui che ha contribuito a formulare la lista e il progetto -, non ha trovato la giusta guida e colui che è stato chiamato alla sua realizzazione non lo ha saputo portare a termine. Già dalla parte finale della prima legislatura questo progetto si era quasi sgretolato e solo con fatica e con la collaborazione di tanti amici siamo riusciti a riconfermare la coalizione, a riprendere quel progetto, riconfermando però la guida.

Mi faccio l'autocritica perché bisognava rompere dopo la prima legislatura. Ora dico questo: ognuno commette, durante il corso dell'amministrazione, degli errori; l'importante e che non siano degli errori di volontà. È chiaro che chi non cammina non inciampa, è chiaro che chi non opera non fa errori, però non ci devono essere le volontà. Le volontà determinate di colpire, le volontà determinate di arretrare per motivi subdoli, per motivi di poteri riservate a cerchie ristrette. Questa non è una logica democratica. Questa non può essere una logica democratica.

Io ho fatto degli errori, ma non con la volontà, non restringendo le cerchie. Io voglio rompere l'egemonia che si è creata se i mie compaesani mi daranno questa fiducia, perché io sono stato sempre in mezzo alla gente e vivo i problemi in mezzo alla gente.

Devo ringraziare innanzitutto il comitato di quest'Arcobaleno che ha saputo trovare l'accordo per questa coalizione. Io avevo già tracciato la mia linea, quando ho avuto dei contatti richiesti e voluti da me con diverse situazioni. Ho trovato nella Mongolfiera, nel D.S., che viene tanto criticato, una nuova disponibilità. Devo dire apertamente che con questa nuova dirigenza politica il D.S. - lo dico da democratico - si è molto evoluto e vive i problemi della società, i problemi comuni della povera gente; lo dico con molta onestà perché credo che questo sia il principale motivo per cui si sono aperti ad un accordo ampio.

Io faccio parte dell'unione democratica di centro altri, come vedete, di altri partiti, di questa lista civica sono responsabili i partiti politici, si assumono le responsabilità di chi andrà a governare.

Noi vogliamo andare a governare con semplicità, con schiettezza, con nitidezza, ritornando ad incidere soprattutto nella cultura che manca, perché l'amministrazione uscente e la precedente la cultura l'hanno abbandonata.

Ci vuole un recupero anche del lavoro, come avevo tentato di fare negli anni ottanta. In quegli anni c'era in me una forza giovanile che, oggi, non è più la stessa, a livello fisico, ma ho una voglia più forte di allora di fare, di allargare le possibilità di lavoro, di incentivare la cultura, di creare nuove possibilità di lavoro.

Molti, ancora ieri, se ne sono andati, hanno emigrato ma io sono convinto che si possono creare possibilità, per i nostri figli. Abbiamo il dovere di tentare di far rimanere nella nostra terra le nostre menti e le nostre braccia.

Questo è il nostro obiettivo che vogliamo raggiungere con la collaborazione di tutti, a livello allargato, rendendo partecipe la popolazione e non con l'arroganza del "qui comando io e questa a casa mia". Uno non può comandare nemmeno a casa propria, perché bisogna dialogare con i figli, mettersi in discussione anche con i figli. Questa è la democrazia. Il contrario non può essere consentito.

Ecco perché io ho sentito dentro di me quella mia molla, per l'amarezza d'aver sostenuto l'amministrazione precedente, lo dico con chiarezza.

Nella vita si fanno errori, io ne ho fatti, me ne sono accorto e cerco di riabilitarmi. Su queste linee e su queste onde, credo, che i miei collaboratori viaggeranno e perciò abbiamo stretto un patto fortemente civico e civile, con i partiti a garanzia, al di fuori delle spartizioni di cose e di potere.

Chiedo scusa se mi sono prolungato troppo anche se per alcuni avrei dovuto parlare di più, dire di più. Ma ci sentiremo in spesso in questa campagna elettorale, perciò per ora vi ringrazio e vi lascio alle vostre occupazioni con l'augurio che, dopo vent'anni, mi vogliate dare ancora una volta questa Croce da portare sulle spalle.

Nella foto, Andrea Menniti