Gil Botulino

The German Observer
dal 2001

responsabile: Pasquale Andreacchio - e-mail: info@gilbotulino.it - web: www.gilbotulino.it

Lunedì 5     -     Maggio 2003

ALLA BELLA ETÀ DI TRENT'ANNI NICOLA CRINITI SI È LAUREATO

Stamani, all'alba per le sue abitudini, Nicola Criniti (detto Nick) è riuscito a raggiungere per tempo, contro ogni previsione, la sede universitaria per discutere, finalmente, la sua tesi di laurea. Non ci crederete ma si è laureato! veramente, non sto scherzando. Il voto, 110 e lode, non poteva essere altro.

Ed ora, più di prima, dovremo sopportare la sua area dottorale e da primo della classe, che tanto fa incazzare i suoi "estimatori", in questa campagna elettorale che può affrontare - sempre che il Tar dia la sospensiva - con il titolo di dottore in scienze politiche: minchia!

E finalmente, ora che i giochi sono fatti, possiamo rivelare "l'accordo capestro dei tre della maggioranza con quelli della Mongolfiera". Non di interessi personali si è trattato ma di vero altruismo. È dal 1997 che Nick - oltre a dormire e a corteggiare a destra e a manca - dedica la più parte del suo tempo alla politica, come consigliere - sempre di minoranza sia chiaro - e come segretario o responsabile di sinistre giovanili varie e di DS. Ma è soprattutto dal 2001, dopo la sua candidatura a sindaco - carica mancata per solo "oltre 800" voti -, che ha profuso tutte le sue energie a difesa della trasparenza e della correttezza amministrativa.

Perfino gli amici della maggioranza, segnatamente Stagno, compagno di Comunità, e Bove, compagno della sorella dell'amico del cuore, erano preoccupati nel vederlo trascurare, per un civico puntiglio, gli affetti e lo studio. Gli allegri compagni di ventura - Cicciu & C. -, preoccupati che del Nick Cuor-di-cuzzupa non rimanessero che le briciole, architettarono il famoso accordo capestro, che fece perdere la testa a Mannello.

Oggi, è anche a loro - a Stagno, A Bove, a Leuzzi, a Battaglia, insomma alla banda dell'accordo capestro - che Nick rivolge il suo sentito ringraziamento: aver collaborato a togliere dalle scatole il Mannello-bis, gli ha permesso di avere quei tre, quattro mesi di respiro per poter portare a termine i suoi studi.

Auguri a Nick che, nonostante la laurea, continua ad avere l'affetto, la stima e la riconoscenza di molti badolatesi per il suo impegno. Complimenti per la laurea che è riuscito a portare a casa prima del compimento del suo 29-esimo anno di età: nessuno, in famiglia, ci avrebbe puntato un eurocent!

IL BADOLATO SULLA BUONA STRADA PER EVITARE I PLAY OUT

Badolato 6 N. Mileto 5

MARCATORI: 2' Cundo, 7' Stratoti, 25' Sangiorgio, 28' Gangale (r), 45' Sangiorgio, 59' Riitano, 65' Fida, 67' Rava, 77' Muzzupappa, 80' Larocca, 85' Sangiorgio.

2003050427.jpg (11469 byte)BADOLATO: Tigani (88' Andreacchio), Nisticò, Tucci, Riitano, Larocca, Cundò (85' Vasile), Cosentino, Caporale, Rava, Gangale, Stratoti (79' Piroso).

N. MILETO: Cupelli, Riso, Fida, R. Cichello (6' Dmundo), Sorbara, Catania, A. Cichello, Gabriele, Sangiorgio, Restuccia, Muzzupappa.

ARBITRO: Totino di Locri.

BADOLATO – Gol a josa nell'incontro tra il Badolato e N. Mileto: 6-5 il risultato finale a favore della formazione di mister Manno. La gara è stata giocata a porte chiuse per motivi di sicurezza. I locali hanno giocato una buona gara, conquistando una vittoria molto preziosa, per evitare i playout. Gli ospiti erano scesi in campo decisi a conquistare un risultato utile, cosa non riuscita, anche se la partita è stata incerta fino al triplice fischio finale del direttore di gara.

Italo Ranieri, La Gazzetta del Sud, 5/5/2003

Nella foto: la formazione del Badolato prima della partita

Batte la Nuova Mileto dopo un match spettacolare e ricco di gol
BADOLATO, CHE VITTORIA
Emozioni a non finire, doppietta per Sangiorgio

il Capitano, Elizio VasileAncora una volta il Badolato del presidente Ermocida ha avuto la meglio sul proprio campo conquistando una vittoria che fa ancora sperare per la salvezza. E' stata una partita difficile per i giallorossi, ma molto spettacolare. Infatti, tutto ciò si nota dal totale dei gol messi a segno da entrambe le squadre.

Apre il sipario Cundò al 2' su un corner battuto da Gangale. Passano 5 minuti e Stratoti raddoppia dopo una grande cavalcata. Il Mileto non demorde e al 25' accorcia le distanze con Sangiorgio, il quale semina l'intera difesa locale.

Il Badolato sente la partita nella testa e nel cuore, rimediando con un terzo gol di Gangale, il quale si procura un rigore. Ma il Mileto non è venuto a farsi una passeggiata sul lungomare ammirando l'azzurro mare e infatti segna con Sangiorgio al 45'. Finisce così il primo tempo.

Nella seconda frazione di gioco, ritemprati dal tè, segnano subito i giallorossi con Riitano. ma i miletani sono gente dura di montagna, non si arrendono facilmente e segnano con Fida 5 minuti dopo.

Il Badolato, da parte sua, pensando alla salvezza più che alla bella giornata segna il quinto gol. L'autore della rete giallorossa è Rava.

Negli ultimi venti minuti si segnano tre gol, due dei reggini e uno dei locali.

Il Badolato spera ancora e si augura che la dea bendata non gli volti le spalle.

Andrea Criniti, Il Quotidiano, 5/5/2003

Nella foto il capitano di mille partite, Elizio Vasile

Classifica ventinovesima giornata: Roccella 73, Serrese 63, Nova Virtus 53, Chiaravalle 52, Petrizzi 44, Antonimina 42, Vibona 41, Collemare 41, N. Mileto 39, Bivongi P. 38, S. Gregorio 38, Badolato 37, Mammola 33, Nicotera 30, N. Cinquefr. 14, N. Filadelfia 13.

Ultima giornata (11/5/2003 ore 16): Antonimina-Serrese, Nuova Filadelfia-Nova Virtus; Nuova Mileto-Chiaravalle; Nicotera-Collemare; Petrizzi-Badolato; Roccella-Bivongi Pazzano; San Gregorio-Mammola; Vibona-Nuova Cinquefrondese.

CHIARAVALLOTI: IL GOVERNATORE PIÙ SFORTUNATO D'ITALIA

Ha la pancia di un magistrato in pensione; le cravatte che indossa facevano furore vent'anni fa. Non muove un passo senza una penna bic nel taschino. Tutto torna nella vita di Giuseppe Chiaravalloti.

Chiaravalloti ha avvicendato più uomini in giunta di una divisione di marines in trincea: ora, al terzo anno, siamo già al Chiaravalloti-ter. È senza dubbio il presidente più sfortunato d'Italia: ogni giorno uno scandalo, ogni ora una tempesta. La sua Calabria è ultima nell'utilizzo della valanga dei soldi europei: ha speso il 14 per cento dei soldi disponibili, la progettazione è ferma. Abbiamo voluto incontrare quest'uomo per capire se fosse in procinto di alzare bandiera bianca.

Presidente, lei ha superato metà mandato ma non ha molte possibilità di essere ricandidato.
"Non dice il falso: su una scala che va da uno a dieci ne ho… Meno di una".

Si faccia un esame di coscienza.
"Meglio di no, se lo facessi dovrei alzarmi da questa sedia, prendere cappello e andare via".

Presidente, i politici non la sopportano. Né quelli di destra né quelli di sinistra.
"E a volte alcuni di loro mi fanno veramente pena. È davvero abominevole una certa cultura…".

Al Consiglio regionale nemmeno mette piede per paura del contagio.
"Questo non è vero, ci vado sempre. D'altronde non devo mancare io di rispetto a questi uomini che meritano veramente riguardo: hanno stipendi altissimi, benefit di ogni tipo in ragione del loro acutissimo spirito, di una documentata capacità progettuale".

Con Berlusconi ne ha mai parlato di questa via crucis. Lo conosce bene?
"Bene no, l'avrò visto cinque o sei volte. Una persona seria, gradevole, ma nemmeno l'intelligentissimo di cui si parla".

È mai stato ad Arcore?
"Una volta, per la foto di rito in ragione della campagna elettorale. Mi ricordo che Berlusconi salì sullo sgabello, perché Formigoni è molto più alto di lui e lui non può accettare che ci sia qualcuno più alto".

E come le è sembrata Arcore?
"Una località tristina. Sì, abbastanza triste. (Interviene l'assistente e capo della segreteria: "Ma che dici Peppì, triste no!"). Triste per il clima s'intende…".

S'intende. E Fini?
"Ah, persona equilibrata, bravissimo dirigente. Naturalmente il peso politico di Forza Italia lo ridimensiona un po', i numeri sono numeri e i rapporti di forza impongono un ruolo più defilato".

Ci saranno dei ministri con i quali va d'accordo.
"apprezzo Frattini, Lunardi. Sono molti quelli da applaudire".

La politica impone a volte di essere reticente, di circumnavigare intorno a un fatto con una moltitudine di inutili parole. Lei recita mai?
"Recito, ma a fatica, solo quando di fronte ho un politico".

Eppure ama il teatro.
"Sono stato compagno di università di Paolo Villaggio. Durante quegli anni abbiamo messo in scena uno spettacolo meraviglioso".

Adesso la si vede spesso al bagaglino.
"Ci vado sì, naturalmente tra le fila degli spettatori. Sono amico di Pippo Franco".

I suoi avversari la invitano ad andarci più spesso.
"Le solite polemiche".

Immagini per un attimo di non poter recitare e dica qual è il ministro che più le sta sulle scatole.
"Una volta Tremonti mi chiama e mi dice: se non la smette di criticare Bossi scrivo un editoriale sul Corriere della Sera e dico che lei è un imbecille! Risposi: fatica sprecata ministro, in Calabria lo sanno tutti! Facci… Facci…".

A Tremonti non sono simpatiche le sue battute.
"Non posso farci niente".

Ai calabresi invece non è chiaro, ed è uno scandalo che ha scosso fortemente il suo governo, come sia stato possibile acquistare il terreno su cui deve sorgere la nuova sede regionale a un prezzo quasi triplo di quanto stimato dagli stessi uffici della Regione.
"Beh, è questo che anch'io non capisco. Come sia stato possibile!".

Cerchiamo di capire, invece. Lei ha pagato 5 milioni e 300 mila euro un terreno che i suoi uffici avevano stimato in 2 milioni e 34 mila euro.
"Il responsabile del procedimento…"

…È stato licenziato?
"No, è in via di sospensione".

In via non significa granché.
"Beh, c'è da dire che comunque questa ultima valutazione è al di sotto della metà dei prezzi di mercato".

Quindi chi ha venduto è un benefattore della Regione Calabria.
"Presumo che la società venditrice confidi nella prospettiva di fare l'affare costruendo il Palazzo".

Ah, ecco, la società venditrice. Dietro cui si celano due dei più grandi costruttori calabresi. L'affare lo faranno? Costruiranno loro?
"Noi non abbiamo promesso niente".

Presidente, lei ha appena detto che, pur amando il teatro, non le piace recitare.
"È così, è come le dico io".

Disprezza i politici, ha scelto i tecnici per la sua giunta. E uno di loro le ha presentato un curriculum vitae un po' gonfiato.
"L'assessore all'Urbanistica Bonaccorsi ha presentato le dimissioni".

Ha dichiarato di essere professore universitario, senza però possederne i titoli.
"Vabbè, ma ha tenuto una numerosa serie di lezioni a corsi di specializzazione post universitaria".

Che fa lo stesso.
"Fosse stato per me avrei respinto le dimissioni. Ma si era concentrata una così grande mole di critiche… Il personaggio era nel mirino di parecchi per il suo carattere un po' fru fru".

Lei ha attribuito al presidente della provincia di Catanzaro e coordinatore di Alleanza nazionale, Michele Traversa, un incarico professionale remunerato: una consulenza nella stesura del bilancio regionale.
"Ma erano quattro soldi, davvero quattro soldi!".

Dica tre cose che ha realizzato in questi tre anni.
"Mmhh, mi faccia pensare".

La prima cosa.
"L'accordo di programma per le grandi infrastrutture nella Calabria, con investimenti mai visti".

L'accordo è un documento, non una realizzazione compiuta.
"L'intesa per il Ponte sullo Stretto".

Anche questo è un documento d'intenti.
"Ma stanno puntigliosamente osservando i tempi fissati".

Poi?
"Il piano urbanistico, il piano di assetto geologico".

Un'opera non c'è.
"Ma i risultati si vedranno, eccome se si vedranno. Questa Calabria rinascerà".

Un impegno concreto è la clonazione dei Bronzi di Riace.
"vorrei portare i Bronzi ad Atene e Bruxelles. Un modo per far ammirare queste opere d'arte, divulgarle nel mondo. A Reggio Calabria è successo un putiferio, un chiasso incredibile, come se volessi sottrarre alla città le sue opere (che detto tra noi sue non sono)".

Se la sentirebbe di chiedere scusa ai calabresi?
"Per cosa?"

Per tutto quello che non si è fatto.
"Potrei chiedere scusa… Dobbiamo portare la croce? Portiamola".

Si cosparge il capo di cenere?
"Non le sembra troppo adesso?".

dal nostro inviato Antonello Caporale,  Il Venerdì di Repubblica, 2/5/2003