Gil Botulino

The German Observer
dal 2001

responsabile: Pasquale Andreacchio - e-mail: info@gilbotulino.it - web: www.gilbotulino.it

Giovedì 15     -     Maggio 2003

L'AMMINISTRAZIONE MANNELLO «SI FA GIUOCO DEI CITTADINI»

dal nostro inviato alla Corte dei Conti

Vi ricordate ancora della questione dei debiti fuori bilancio? Quella per cui si fece un tale casino che alla fine portò allo scioglimento del consiglio comunale? Ebbene, ancora se ne parla. Se ne parla nelle interviste, nei comizi e nella propaganda elettorale. Ancora oggi Mannello nega che si trattasse di "debiti fuori bilancio" e in ogni caso, se mai ci fossero stati, afferma: "i debiti fuori bilancio, i miliardi depositati nei libretti, i rischi di essere inquisiti dalla Corte dei Conti non esistono più".

Per quanto riguarda i miliardi depositati sui libretti non vi so dire. Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio è vero, non esistono più, infatti sono stati riconosciuti e pagheremo un bel po' di soldi, anzi abbiamo già cominciato a pagare, visto che è a causa di quei debiti che il Commissario ha aumentato le tasse.

Per quanto riguarda invece "i rischi di essere inquisiti dalla Corte dei Conti", il fatto mi sorprederebbe molto visto il pensiero del procuratore regionale Nicola Leone. E tu come lo sai, diranno subito i miei piccoli lettori? Lo so, lo so, così come lo sanno tutti quelli che erano presenti all'adunanza per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2003.

Una giornata memorabile per Badolato che, finalmente, ha la pubblicità che merita: pensate che quasi il 5% della relazione del procuratore ha riguardato Badolato. Fatti e considerazioni, che riguardano proprio la questione dei debiti fuori bilancio, che vi riporto integralmente.

cortedeicontirel.jpg (10199 byte)CORTE DEI CONTI
SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA CALABRIA
CATANZARO

Relazione del procuratore regionale
Nicola Leone
per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2003

Presidente: dott. Domenico Oriani
Adunanza del 31 gennaio 2003

[pagina 42 e seguenti]

E’ sempre stupefacente, per il nostro Ufficio, scoprire come sia stata omessa la denuncia di danni elevati, al cui accertamento si è giunti grazie ad una sorta di lite tra galli che si sono beccati sulle pagine di un giornale locale. Effettuato un accesso diretto, con l’ausilio della sempre per noi preziosissima Guardia di Finanza, abbiamo potuto incominciare ad accertare che riconosciuti debiti fuori bilancio nel 1997, per oltre 12 miliardi (oltre 6,5 milioni di EURO), avendo la Cassa Depositi e Prestiti finanziato solo il sessanta per cento del debito, con oneri a totale carico dello Stato – e quindi con oneri a carico dell’intera collettività nazionale – del restante quaranta per cento si perdevano le tracce.

Possiamo incominciare a chiederci – chissà se se lo chiederà anche il revisore dei conti – come mai non fosse iscritta in bilancio la parte del debito riconosciuto, ma non pagato, con tanti saluti al principio di veridicità del bilancio. Perché se fosse stata iscritta in bilancio probabilmente il bilancio di quel comune non avrebbe chiuso in pareggio.

Non avrebbe potuto il bilancio del comune chiudere in pareggio perché le deliberazioni con cui erano stati riconosciuti i debiti fuori bilancio, nascenti dalle condanne dell’Amministrazione a risarcire proprietari illegittimamente espropriati, avevano trovato la copertura finanziaria solo per una parte (il sessanta per cento, come detto), del debito, rinviando ad altre fonti, non determinate allora, nel 1997, di finanziamento.

Allora ancora una volta un bilancio non veridico, un bilancio con cui ci si fa giuoco di principi di contabilità, ma anche dei cittadini ai quali si rappresenta una situazione finanziaria dell’Ente non veritiera.

Nel 2002, la Giunta municipale, poco prima dello scioglimento del Consiglio, considerato che le … ditte creditrici…hanno manifestato la volontà di ottenere la sola quota capitale del proprio credito, … ovviamente con l’unica garanzia che il Comune proceda alla liquidazione di quanto dovuto in tempi brevi; …deliberava di autorizzare il Sindaco a predisporre degli schemi di transazione per la somma di 3.117.081,32 Euro quali debiti fuori bilancio per maggiori oneri di esproprio per la realizzazione di opere pubbliche varie… il tutto da coprirsi con mutuo di pari importo chiesto alla Cassa DD.PP.

Si può ancora osservare che se era stato pagato il 60% di 6,50 milioni di Euro, 3,117 milioni di Euro non è il 40 per cento, ma il 48 per cento.

Poi si può ancora osservare che i cittadini di quel comune si trovano indebitati per una considerevole somma da pagare negli anni successivi, con interessi alla cassa DD.PP. (e per fortuna che viviamo un momento di corsi bassi).

Incidentalmente, il mutuo costerà 127.329,92 Euro per semestre, per venti anni (5,093 milioni, contro un debito attuale di 3,117). Sempre incidentalmente, abbiamo già ricordato che anche il pagamento degli interessi sul mutuo costituisce danno erariale, perché si tratta, comunque, di somma in più che grava sull’ente; gli interessi costituiscono un maggiore esborso.

Nella stessa data la Giunta di quel comune si occupava di un’altra richiesta di pagamento, per la non modica somma di 832.000 Euro per la quale si rende necessario far immediata chiarezza in merito alla legittimità delle richieste avanzate dalla ditta…, anche alla luce della documentazione in possesso degli Uffici Comunali. Evidenziato che tale chiarezza si rende necessaria anche per poter appurare eventuali responsabilità penali, civili o/e contabili in capo ad Amministratori che si sono succeduti nel tempo, Dirigenti Comunali, legali incaricati a difesa dell’ente nonché in capo alla ditta…

Tutto ciò perché, come si legge in altra parte della stessa deliberazione, una dichiarazione rilasciata dal responsabile dell’area finanziaria attesta che il debito della ditta …, a suo tempo inserito nel piano di risanamento, comprensivo della quota capitale ed interessi, è stato interamente pagato.

Il manifesto originale dei D.S. di Badolato, potete scaricarlo all'indirizzo ds_2003_05_15.PDF

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Uno molto grave è stato trasferito a Catanzaro
QUATTRO FERITI IN UN INCIDENTE

È ancora vivo il ricordo dell'ultimo incidente stradale sulla 106 avvenuto a Badolato la scorsa settimana con il bilancio gravissimo di una vittima e ieri, intorno alle 16, ancora a Badolato, nei pressi del ponte sul torrente Gallipari, un altro grave incidente ha confermato che il tratto del Basso Ionio dell'arteria nazionale è ad alto rischio. Una Opel Omega station wagon con a bordo quattro persone, all'uscita del ponte, è andata a finire contro un muretto laterale coinvolgendo nella sua rocambolesca traiettoria un fuoristrada Nissan proveniente da Reggio Calabria con a bordo due persone. L'Opel, condotta da P.P. di Badolato, pare sia stata costretta a una sterzata improvvisa per evitare un terzo automezzo che si stava immettendo sulla strada, con la perdita del controllo dell'auto che ha finito la sua corsa contro il muro. Sul posto dell'incidente sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Soverato e quelli della locale Stazione, mentre due autoambulanze del 118 sono intervenute per prestare soccorso ai feriti. Gli occupanti della Opel hanno riportato la peggio: il conducente ha subito lievi ferite riportando anche un trauma cranico, mentre R.G. che viaggiava accanto, dopo essere stata faticosamente estratta dalle lamiere che l'avevano bloccata è stata ricoverata nell'Ospedale di Soverato e sottoposta a intervento chirurgico a causa di lesioni interne. Le condizioni di R.F. e F.B. che occupavano il divano posteriore sono gravi specie per il primo per il quale si è reso necessario il trasporto d'urgenza al reparto rianimazione dell'Ospedale civile di Catanzaro, mentre F.B. ha riportato fratture non gravi. Illesi, invece, D.M. e A.C. che occupavano il fuoristrada. I due incidenti, avvenuti nel giro di pochi giorni, non possono che indurre a un'ulteriore riflessione sulle condizioni di una strada che conferma di essere poco sicura, dove la prudenza di tutti gli automobilisti, a volte, non basta a evitare gravi incidenti.

Massimo Ranieri, La gazzetta del Sud, giovedì 15 maggio 2003

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Mannello commenta la decisine del Tar sulla lista Arcobaleno e le dichiarazioni di Criniti
«EVITATO UN CLAMOROSO INSUCCESSO»

Secondo il sindaco la civica non avrebbe avuto chance di vittoria

Il candidato a sindaco, Gerardo Mannello, ribatte senza indugio alla presa di posizione di Nicola Criniti, segretario dei Ds che con una intervista rilasciata su queste colonne aveva preso posizione in ordine alla pronuncia del Tar che ha definitivamente escluso la sua lista dalla competizione elettorale del 25 maggio per difetto di forma nella presentazione dei candidati alla commissione elettorale.
Secondo Mannello, con i suoi argomenti Criniti tenta visibilmente di scaricare i suoi errori sugli altri ossia sui suoi avversari «anziché parlare di "integrazione documentale" dovrebbe recitare un mea culpa ­ dice Mannello - e chiedere scusa ai badolatesi, posto che 15 dei propri consiglieri su 16 hanno sbagliato o non hanno saputo compilare un documento, omettendo una parte essenziale che la stessa legge prescrive con molta chiarezza prevedendo la non integrabilità pena l'esclusione della lista».
A giudizio di Mannello la lista Arcobaleno non avrebbe avuto alcuna possibilità di successo nella tornata elettorale del 25 maggio. Non è, anzi, azzardato pensare che l'errore di Criniti e del suo gruppo nelle procedure di presentazione della loro lista sia stato volontario giusto per evitare un clamoroso insuccesso cui la lista stessa sarebbe andata incontro se effettivamente avesse concorso alle elezioni per il rinnovo del civico consesso badolatese stante la disomogeneità della stessa aggregazione. Ritiene Mannello che questa sia l'opinione di molti badolatesi. «Non bisogna dimenticare aggiunge ­ che nella lista Arcobaleno ci sono tutti quelli che hanno determinato la caduta della lista Cinquestelle».
«Del resto fa una certa impressione sentire parlare Criniti di stile e correttezza politica ­ prosegue Mannello ­ quando non va dimenticato che il suo attuale e mancato capolista ossia Andrea Menniti all'indomani di una consultazione democraticamente vinta dall'allora Pci una consultazione dove i cittadini avevano espresso una volontà forte nell' indicare da chi volevano essere amministrati, ha fatto un ricorso per due banali firme che il presidente di un seggio non aveva apposto, facendo cadere dopo due anni di amministrazione il sindaco protempore Ernesto Menniti (anch' egli presente oggi accanto a Criniti ed a Menniti Andrea nella lista Arcobaleno) mandando alle ortiche la volontà popolare».
Dopo di che Mannello deplora che alcuni sostenitori della lista esclusa dall'agone elettorale vadano predicando l'astensione «dimostrando di non avere affatto dimestichezza con il concetto di democrazia, che vuole come primo gesto di diritto dovere da parte del cittadino quello di andare a votare. Dopo aver colpevolmente ­ prosegue il candidato a sindaco - sottratto il diritto di esprimere il proprio voto ai sostenitori della propria lista, vorrebbero sottrarre alla comunità il diritto di avere un'amministrazione democraticamente eletta dal popolo badolatese, facendo il tifo per un altro anno di amministrazione commissariale. Con questa presa di posizione estrema essi dimostrano solamente la accanita volontà a porsi tenacemente contro qualcuno, infischiandosene della conduzione che un'amministrazione composta da badolatesi può dare al proprio paese. Per questi non è importante il benessere della cittadinanza, ma solamente la contrapposizione personale che antepongono persino al benessere anche del proprio elettorato».
Per Mannello, Criniti e gli altri componenti della sua lista non solo dunque hanno deprivato i loro simpatizzanti e potenziali elettori del diritto di manifestare con il voto la loro scelta in favore della lista Arcobaleno, l'abbiano essi fatto più o meno in buona fede ma, oggi pretendono con le loro suggestioni di «sottrarre alla comunità il diritto di avere un'amministrazione democraticamente eletta facendo il tifo per un altro anno di amministrazione commissariale».
Mannello conclude preannunziando, l'intenzione di creare, una volta eletto, un "Comitato di Garanzia" aperto a tutte le forze democratiche e dallo stesso Comitato di Garanzia fare indicare chi dovrà svolgere le funzioni di difensore civico.

Fabio Guarna, Il Quotidiano, giovedì 15 maggio 2003

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Quattro feriti a seguito di uno scontro avvenuto all'altezza del fiume "Gallipari"
INCIDENTE SULLA 106. GRAVE UN BAMBINO

Ancora un grave incidente stradale sulla statale "106". E stavolta, tra le vittime della famigerata arteria viaria, bisogna annoverare anche un bambino di 7 anni, ricoverato in gravissime condizioni, a causa di un trauma cranico, presso il reparto di rianimazione del "Pugliese" di Catanzaro. Il piccolo si trovava a bordo della "Opel" condotta da Andrea Pietro Procopio che, all'altezza del viadotto sul fiume "Gallipari", è andata a sbattere violentemente, per cause ancora in corso di accertamento, prima contro una "Jeep" e poi contro un muretto laterale. A quanto pare, Procopio è stato costretto alla manovra per scansare un terzo veicolo, immessosi improvvisamente sulla carreggiata. Una utilitaria che si sarebbe, poi, dileguata senza lasciare traccia. Sul posto sono, invece, rimasti quattro feriti. Lo stesso conducente della "Opel", la signora Rosamaria Gallelli, di 36 anni, la sedicenne B.F. e il bambino di 7 anni. In soccorso delle vittime sono sopraggiunti gli uomini del distaccamento dei vigili del fuoco di Soverato e i sanitari del "118", unitamente ai militari dell'Arma del Nucleo operativo radiomobile e della locale stazione. I quattro feriti sono stati subito trasportati in ospedale. Considerate le gravi condizioni, Rosamaria Gallelli è stata sottoposta ad un intervento chirurgico urgente per trauma addominale. Anche il bambino è stato condotto in sala operatoria prima del definitivo trasferimento al "Pugliese" di Catanzaro.

Il Domani, giovedì 15 maggio 2003

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Il traffico è rimasto bloccato per alcune ore
SCONTRO VIOLENTO TRA DUE AUTOVETTURE

Ancora una volta la strada statale ionica 106 è teatro di un incidente stradale grave ma per fortuna non mortale.
Ieri, infatti, non più tardi delle 16.30, fuori dell'abitato di Isca marina, quasi al confine con il comune della vicina Badolato, esattamente subito dopo il ponte all'uscita sud del paesino della costa ionica, per cause ancora in corso di accertamento, sono venuti in collisione una Station wagon Opel Omega, nella quale viaggiavano un uomo, una donna ed un bambino, con un jeep Patrol. L'urto tra le due autovetture è stato violento e ad avere la peggio è stata la Opel che è rimasta fuori strada con gli occupanti a bordo. Nessuna conseguenza, infatti, per il guidatore del fuori strada.
Quanti hanno assistito allo spettacolare incidente hanno chiesto l'intervento dei sanitari del Suem per i primi soccorsi.
Poiché l'uomo alla guida della Opel è rimasto incastrato tra le lamiere, si è dovuto necessariamente provvedere a chiedere anche l'intervento dei Vigili del fuoco di Soverato. Sul luogo è giunta per prima l'ambulanza con l'equipé sanitaria. I medici si sono subito attivati per portare fuori dall'abitacolo l'uomo allo scopo di praticargli le prime cure. Per fortuna dopo poco, sono riusciti nell'intento quando sono giunti anche i pompieri che, attraverso anche l'aiuto di un carro attrezzi, hanno rimosso la macchina malconcia.
Sul posto sono giunti i carabinieri della locale stazione ed i colleghi del Nucleo radiomobile della compagnia di Soverato per procedere ai rilievi del caso. L'ambulanza ha trasportato i tre feriti che viaggiavano nella Opel Omega all'ospedale civile di Soverato, dove sono tenuti sotto osservazione. Intanto il traffico lungo la Statale 106 è rimasto bloccato per circa due ore con grave disagio da parte degli automobilisti in transito.

a.i., Il Quotidiano, giovedì 15 maggio 2003

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Il successo di domenica nel derby significa salvezza per la compagine dell'allenatore Manno
BADOLATO, LA FINE DI UN INCUBO

Franco Laganà, Il Domani, giovedì 15 maggio 2003