Gil Botulino

The German Observer
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Mercoledì 4     -     Giugno 2003

Francesca Viscone ci invia questo interessante pezzo, dal titolo "Il giorno della festa che non c'è", riferendosi al 3 giugno come a "u jornu do cunnu". Francesca, forse, non lo sa - o forse sì - ma a Badolato il "jornu do cunnu" ha una sua festa: la festa del Pipio che, quest'anno, è alla sua sesta edizione. La festa del Pipio si celebra il Ventinove giugno - che per noi Badolatesi è  "u jornu do cunnu", al teatro della Jusuterra. La cronaca delle ultime due edizioni può essere trovata nel sito.

Già Pietro Cossari, ha spiegato, su richiesta di una giovane lettrice, il perché del ventinove giugno come "jornu do cunnu". L'articolo di Francesca ci illumina sul significato del "jornu do cunnu" - sia esso il tre o il ventinove giugno - nella tradizione calabrese.

3 GIUGNO, IL GIORNO DELLA FESTA CHE NON C'È

di Francesca Viscone

Che il tre giugno sia un giorno particolare nella tradizione popolare calabrese, credo che ormai poche persone lo ricordino. Perseguitati come siamo dall’obbligo delle ricorrenze, dei regali e delle festività, abbiamo finito col dimenticare quella che potrebbe essere considerata, in un’ottica utopica, la festa più importante dell’anno.

Il tre giugno era considerato u’ jurnu do’ cunnu, il giorno del cunno. Là dove per cunnu si intendeva esattamente ciò che avete capito: dal latino cunnus, l’organo sessuale femminile. All’antropologo Ottavio Cavalcanti, autore tra l’altro del noto Il materiale, il corporeo, il simbolico. Cultura alimentare ed Eros nel Sud, di Gangemi editore, abbiamo chiesto di spiegarci quale nesso possa esserci tra il tre giugno, la festa e la cosa festeggiata. Ci sono molte stranezze, in questo evento, ci risponde. La prima cosa strana riguarda il nome stesso, il fatto cioè che l’organo sessuale femminile in latino si chiami cunnus e sia di genere maschile; mentre l’organo sessuale maschile, in latino amendola è di genere femminile. Qualcuno però spiega la cosa in maniera molto semplice, continua con ironia Cavalcanti: al tempo dei romani, infatti, il servo portava sempre il nome del suo padrone. Che l’espressione dialettale cunnu nel lametino sia sinonimo di cretino, è cosa ancor più strana, dice lo studioso, soprattutto se si pensa che in italiano si usano due termini collegati all’organo maschile, minchione e cazzone, per indicare l’uomo stupido, riferendosi con ciò alla fase di normale inattività quotidiana, cioè all’inutile pendere. L’uso del sostantivo femminile come sinonimo di sciocco è invece in contraddizione con la tradizione e con l’immaginario maschile tradizionale, che temeva una vagina dentata e perciò pericolosa, tendenzialmente cannibale, donde la necessità di tenere sotto controllo la donna e la sua sessualità.

Che questa festa sia celebrata proprio il tre giugno, in un giorno assolutamente insignificante, in cui sembra che non sia mai successo qualcosa che meriti di essere ricordato, non è nemmeno un caso. E’ la festa che cade nel giorno in cui non si festeggia niente, perché non c’è proprio niente da festeggiare. O almeno, non si potrebbe fare nessuna festa ufficiale. Come non è un caso che i nostri genitori e nonni, se gli si chiedeva di fare qualcosa che a loro risultava impossibile, e si insisteva ripetutamente, chiedendo "quando, ma quando lo fai", rispondevano inevitabilmente "il tre giugno". Il tre giugno era la festa che non veniva mai. Come dimostrano le raffigurazioni del paese della cuccagna, la felicità consisteva nell’abbondanza: maccheroni che si infilavano da soli nella bocca spalancata del gaudente e donne a volontà. Il sogno della sopravvivenza e dell’abbondanza era legato essenzialmente al cibo e al sesso. Come dire: era solo un sogno, un’utopia, perciò lo si festeggiava in un apparentemente insignificante tre di giugno.

In un momento in cui spesso si recuperano le tradizioni popolari ma solo in modo strumentale, falsificandone il senso e il significato, per offrirle come pacchetto turistico a poco curiosi pseudo-viaggiatori, ma anche per contrapporre la sana naturalezza di desideri antichi al becero consumismo odierno, forse sarebbe il caso di realizzarla questa utopia e celebrare, una volta tanto, proprio la festa che non viene mai, il tre giugno. Ognuno a suo modo, s’intende, e senza istituzionalizzare un bel niente: poiché è chiaro che nel giorno della festa che non c’è, ognuno è libero di non fare. O di fare quel che gli pare.

Di questi tempi, la libertà non è un’ovvietà.

Al Quotidiano i badolatesi devono qualcosa per l'informazione puntuale e plurale che dà, ne è testimonianza la ricca rassegna stampa che c'è su Gil Botulino. Molte delle notizie, che i badolatesi di tutto il mondo, attraverso Gil, hanno, sono dovute al Quotidiano, che attraversa un momento di difficoltà. Per esprimere solidarietà al Quotidiano, mandate un e-mail a ilquotidiano@finedit.com

Le difficoltà nella stampa sono visibili ad occhio nudo. Oggi viene citata la nostra opera di sensibilizzazione tra i nostri lettori. Ci prendono per un sito badolatese in Germania, fuorviati dal "German Observer", non è importante. In queste ore concitate non tutto può essere perfetto, l'importante è che per il Quotidiano termini l'emergenza e l'allarme.

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Allarme informazione
Ancora tanti fax, e-mail e telefonate alla nostra redazione
Solidarietà e appelli a resistere

ilquotidiano2003_06_04.jpg (11990 byte)Il Fiume è diventato un oceano di solidarietà. Siamo ..ettrizzati e commossi per le centinaia di telefonate, fax, e-mail, visite personali che ci fanno sentire al centro di un circuito virtuoso che vuole che questo giornale non muoia per volontà di poche ..icche locali e di burocrazie ..olte e illogiche. Ci duole il ...ore a non poter rendere pubbliche integralmente le testimonianze scritte di lettori, collaboratori, cittadini che hanno qualcosa da raccontare in rapporto alla loro storia personale e la nostra testata.

Hanno raccolto il nostro appello dalla nostra edizione online rilanciandola in rete gli amici badolatesi che vivono in Germania e organizzano il link Gil Botulino.

Il Quotidiano, mercoledì 4 giugno 2003

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BADOLATO, COMIZIO DI MANNELLO CONTROREPLICA DI ANDREA MENNITI

La lista "Cinque Stelle", capeggiata da Gerardo Mannello, ha ringraziato in un pubblico comizio gli elettori che sono andati a votare. «Non abbiamo raggiunto il quorum, e questo ci dispiace - ha detto Mannello - ma siamo comunque orgogliosi per gli oltre 1.200 elettori che si sono recati alle urne, e questo ci sprona a continuare nel nostro impegno. Certamente tante opere in cantiere dovranno aspettare, ma noi costituiremo un comitato che dialoghi col commissario prefettizio onde evitare alla popolazione tutti i disagi possibili. Intanto ringrazio tutti i candidati della mia lista per l'impegno profuso, una squadra sicuramente vincente se ci fosse stata l'altra lista in lizza. In molti non sono andati a votare, ed erano nostri elettori, ma me ne hanno spiegato i motivi. Indubbiamente si sono verificati episodi molto incresciosi, che valuteremo con più serenità, ma mi hanno dichiarato che ci saranno vicini nella prossima tornata elettorale». Hanno parlato anche i candidati Francesco Gallelli e Anna Laganà. Molto critico nel suo intervento, Franco Nisticò. Anche il capolista della lista avversaria ricusata (Arcobaleno) ha tenuto due comizi, uno nel capoluogo e l'altro in marina. Andrea Menniti ha voluto ringraziare i cittadini che non sono andati a votare, impedendo così il raggiungimento del Quorum. «Un comportamento - ha detto Menniti - che ha evitato una gestione amministrativa dittatoriale. La gente ha recepito il nostro appello e Mannello è stato sconfitto». Hanno anche parlato i candidati Nicola Criniti, segretario dei Ds, Ernesto Menniti, segretario dei Comunisti italiani, Tonino Parretta, esponente della Margherita. Tutti, sia pure con diverse sfaccettature, hanno analizzato la situazione politica di Badolato, indicando le responsabilità che avrebbe avuto Mannello circa il ricorso e l'esclusione della sua lista avversaria. L'Arcobaleno ha ribadito la volontà di rimanere in campo per continuare la battaglia politica in vista del prossimo appuntamento elettorale.

Franco Laganà, Il Domani 4/6/2003