Gil Botulino |
The German
Observer |
|
responsabile: Pasquale Andreacchio - e-mail: info@gilbotulino.it - web: www.gilbotulino.it |
||
martedì 18 - Novembre 2003 |
Il notaio Antonio Andreacchio è stato completamente scagionato dall Corte d'appello QUELLA VILLA NON ERA ABUSIVA La concessione edilizia sarebbe stata del tutto regolare NESSUN reato fu
commesso dal notaio Antonio Andreacchio nell'iter per la costruzione di una grande villa
in località Cuturelle di Soverato. Lo ha stabilito la Corte d'appello (presidente
Adalgisa Rinardo, a latere Carlo Zampi e Palma Talarico), che lo ha assolto completamente
da ogni accusa mossa a suo carico. Stessa decisione, i giudici di secondo grado hanno
preso per il coltivatore diretto Giuseppe Caminiti che, nell'intera vicenda era stato
coinvolto in qualità di prestanome del notaio. (Il Quotidiano, 18/11/2003) |
Concluso con l'assoluzione il processo d'appello nei confronti del notaio Antonio Andreacchio e di Giuseppe Caminiti, entrambi di Badolato, accusati in concorso di abuso d'ufficio e violazioni edilizie. la vicenda nasce dal sequestro di un immobile in corso di realizzazione su concessione edilizia rilasciata a favore del richiedente Caminiti - secondo la difesa - che si qualificava come affittuario di un fondo del notaio. In base all'accusa si trattava di una concessione abusiva. Della vicenda si sono occupati il Tribunale del riesame, la Cassazione, il Tribunale. Il 7 novembre del 2002, dopo una modifica dell'imputazione, il Tribunale condannò i due imputati a quattro mesi e dieci giorni di reclusione ciascuno (pena sospesa e non menzione) con conseguente demolizione. Ieri dinanzi alla Corte d'appello presieduta da Adalgisa Rinardo (giudici a latere Zampi e Talerico; cancelliere dott. Stranieri) si è concluso il processo di secondo grado. Il procuratore generale Pietro D'Amico ha chiesto l'assoluzione. Per l'assoluzione si sono battuti l'avvocato Francesco Scalzi in difesa del notaio; l'avv. prof. Enzo Musco e l'avvocato Francesco Pullano per Caminiti. I giudici d'appello hanno assolto gli imputati per il reato di abuso per induzione «perché il fatto non sussiste» e dall'illecito edilizio «perché il fatto non costituisce reato». (l.s., La Gazzetta del Sud, 18/11/2003) |
Riformata in Appello la condanna a carico di un notaio e del beneficiario di una concessione edilizia NESSUN ABUSO NELLA COSTRUZIONE, DUE ASSOLTI Si è concluso con l'assoluzione con formula piena il processo davanti alla Corte d'appello a carico del notaio Antonio Andreacchio e Giuseppe Caminiti, entrambi di Soverato, imputati per concorso in abuso d'ufficio e violazioni edilizie. Tutto ebbe inizio da un rapporto dei carabinieri a seguito del quale fu disposto il sequestro di un complesso immobiliare in corso di realizzazione a seguito di concessione edilizia rilasciata dal sindaco di Soverato il 23/4/97 a favore di Caminiti, che si qualificava come affittuario di un fondo di Andreacchio. Secondo l'accusa la concessione sarebbe stata rilasciata abusivamente in zona agricola. Dopo varie vicissitudini il tribunale aveva assolto altri coimputati nel procedimento, rinviando gli atti al pm perché procedesse per altro reato contro Caminiti e Andreacchio. Quest'ultimo aveva proposto ricorso in Cassazione ottenendo che il processo proseguisse così com'era e il pm, nel corso del dibattimento aveva modificato l'accusa da abuso d'ufficio ad induzione in errore nello stesso reato, assumendo che gli imputati avrebbero tratto in inganno il sindaco. Il Tribunale, alla fine, li aveva condannati alla demolizione del fabbricato. Ieri, però, la Corte ha riformato quella sentenza, accogliendo i motivi d'appello avanzati dagli avvocati Francesco Scalzi, Enzo Musco e Francesco Pullano che hanno chiesto l'assoluzione dei loro clienti, evidenziando la legittimità della concessione in questione e della costruzione, nonché l'assoluta assenza di errore o di attività induttiva da parte degli imputati; stessa richiesta del resto ha fatto anche il pg Pietro D'Amico. (Il Domani, 18/11/2003) |