Gil Botulino

The German Observer
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ELEZIONI AMMINISTRATIVE

7 APRILE 1946

Elezione del 1° Consiglio Comunale  del dopoguerra

Elettori: xxxx (Maschi: xxxx , Femmine: xxxx)
Votanti: xxxx (xxxx %)
Schede bianche: xxxx
Schede nulle: xxxx
Voti validi: 1.825

pcilogo1946.jpg (4951 byte)

P.C.I. (falce e martello)

Partito Democratico del Lavoro (spighe)

voti: 1.125

voti: 700

consiglieri eletti

Tropeano Luigi
Menniti Tommaso
Parretta Pietro
Schiavone Cosimo
Corea Nicola
Talotta Andrea
Anoja Antonio
Coscia Cosimo
Spasari Tommaso
Mileto Ines
Gallelli Rosario
Paparo Vincenzo
Papaleo Giuseppe
Piroso Salvati Salvatore
Criniti Giuseppe
Lanciano Giacomo
Caporale Vincenzo
Gallelli Antonio (fu Vincenzo)
Gallelli Vincenzo
Spasari Vincenzo

Il 25 aprile 1946, Luigi Tropeano viene eletto sindaco con 17 voti su 18 consiglieri presenti

A BADOLATO NEL 1946 NON SI VOTÒ IL 17 MARZO COME NEL RESTO D'ITALIA

Le elezioni del primo consiglio comunale si tennero in Italia il 17 marzo 1946. A Badolato, invece, furono rimandati per motivi d'ordine pubblico e si tennero il 7 aprile dello stesso anno. Il 2 marzo una bomaba a mano aveva ucciso due persone e ne aveva feriti altri 13.

Ecco come viene data la notizia nel numero del 3 marzo 1946 de "La Voce del popolo", organo della federazione comunista di Catanzaro.

lavocedelpopolo1946_03_03.jpg (7884 byte)GLI AVVENIMENTI DI BADOLATO
Lo scoppio di una bomba a mano. Due morti e nove feriti. Speculazioni reazionarie.

Badolato 2 notte

   Elementi demoqualunquisti al servizio degli agrari locali, hanno inscenato ieri sera verso le ore 20,30 una manovra provocatoria che ha avuto tragiche conseguenze. Una bomba a mano è stata lanciata nella via S. Nicola provocando la morte di due persone, e ferendone altri nove.
   Tra i feriti versa in grave consifzioni nell'Ospedale di catanzaro il comunista Schiavone Giuseppe di Francesco.

   Badolato è una delle più laboriose cittadine agricole della nostra provincia, abitata prevalentemente da contadini, che il giogo del grande proprietario agrario ha da secoli prostrato ed abbrutito.
   Subito dopo la liberazione i contadini, organizzati da un piccolo gruppo di elementi attivi e popolari, che mai si sono inchinati di fronte agli arbitri ed alle violenze fasciste, hanno anelato a forme nuove di vera giustizia ed alla liberazione delle soggezioni schiavistiche del padrone.
   D'allora una repressione antidemocratica si accanì con perseveranza contro la popolazione Badolatese.
   Invano delegazioni popolari si recarono alla Prefettura di Catanzaro, sollecitando una amministrazione democratica, invano il popolo si agitò con spontaneità per ottenere quelle concessioni, che il nuovo ordinamento democratico avrebbe dovuto garantire. Ordini del giorno delle organizzazioni democratiche e di massa e petizioni popolari si accumularono inutilmente sui tavoli della Prefettura.
   Tutto quanto il prefetto Solimena seppe dare a quella laboriosa popolazione fu un congruo numero di carabinieri ed un commissario prefettizio che gli interessi degli agrari hanno reso da quasi un anno inamovibile.
   Ma vengono le elezioni amministrative. Tutti sono sicuri a Badolato che il popolo saprà scegliere con oculatezza quegli amministratori degni ed incorruttibili, i quali daranno un nuovo volto alla vita amministrativa del comune.
   Anche gli agrari lo sanno.
   Elementi provocatori vengono assoldati e la provocazione costituisce la norma di vita in quest'ultimo, intenso periodo della vita della massa lavoratrice.
   Gruppi di demoqualunquisti inscenarono dimostrazioni sotto le finestre dei nostri compagni con la protezione delle tenebre; ma le provocazioni non vengono raccolte.
   L'azione antipopolare è culminata ieri notte con l'esplosione di una bomba a mano nelle vie del paese: fino adesso si ignora chi sia l'autore dell'atto terroristico; ma noi non abbiamo nessun dubbio che le
democraticissime autorità catanzaresi ammaestreranno l'inchiesta in modo di ritorcere sul popolo l'ultimo avvenimento del 2 notte.
   Inatanto gli agrari di Badolato gongolano, ripromettendosi di utilizzare l'avvenimento per il loro scopo elettoralistico.

(La voce del popolo, Organo della federazione Comunista di catanzaro, anno IV, N. 5, 3 marzo 1946)

IL SINDACO E LE SUE ATTRIBUZIONI (NEL 1946)

   Eletto a maggioranza assoluta di voti, in seno al Consiglio Comunale, come la Giunta, il Sindaco Presiede l'una e l'altra.
   Nelle funzioni del Sindaco non si può fare un troppo dettagliato esame essendo numerose e qualche volta discusse. Essi però possono essere divise in due grandi categorie: quelle che egli esplica come capo dell'amministrazione comunale e quelle che esplica come ufficiale del governo.
   È specificatamente ineleggibile alla carica di Sindaco chi non ha reso il conto di una precedente gestione e ne risulti debitore e chi è stato condannato come pubblico ufficiale.
   Anche le funzioni del Sindaco non sono né possono essere precisamente delineate; esse sono state e sono tuttora in evoluzione. Man mano infatti che si affermano i democratici principi delle autonomie comunali, le attribuzioni degli organi elettivi di esse si completano e si rafforzano.

fonte: La voce del popolo (Organo della federazione comunista di Catanzaro)