Gil Botulino

The German Observer
dal 2001

responsabile: Pasquale Andreacchio - e-mail: info@gilbotulino.it - web: www.gilbotulino.it

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Mercoledì 27 Giugno 2001 

Sul sito Internet realizzato da Pasquale Andreacchio, in arte "Gil Botulino"
Badolato, informazione in rete
Il primo articolo: "Andare via o restare?... La seconda che hai detto"

Ilquotidiano2001_06_27.jpg (15221 byte)L'informazione corre su Internete nel paese del Basso Jonio. Infatti collegandosi al sito internet http://web.tiscali.it/gilbotulino è possibile leggere diverse notizie che interessano la comunità badolatese.

Certo il sito ha un taglio politico di parte che, a dire il vero, non viene nascosto dagli autori che si professano paladini della minoranza badolatese. L'autore, ovvero Pasquale Andreacchio, con un tono ironico non nasconde la sua posizione e dopo avere presentato il sito col nome "Gil Botulino" dichiarandolo "Gazzettino di libera [contro]informazione, scritto per tutti i badolatesi, soprattutto per i tanti [dis]informati e non informati dal cronista e dall'amministrazione locale", invita tutti i lettori a collaborare con articoli e con osservazioni.

Si tratta, ovviamente, non di un vero e proprio periodico di informazione via internet, ma di un sito amatoriale che comunque sta registrando diversi contatti e quindi un discreto successo.

Fra i tanti interventi è sembrato interessante riportare quello di un certo Vincenzo Gallelli che è stato così introdotto da Gil (sarebbe il nome d'arte del direttore): "Abbiamo ricevuto il primo articolo di un nostro lettore, e poiché è il primo lo pubblichiamo anche se non proprio aderente alla nostra linea editoriale". Ecco il cappello: "Caro Gil ti invio un articolo che spero sia di tuo gradimento.  L' avevo scritto per la consulta giovanile... ma non è mai stato pubblicato da nessuna parte. Gallelli Vincenzo". Si parla di un problema che tocca Badolato così come tanti altri paesi del sud. Il problema di tanti giovani che non sanno se restare o andare via. Ecco quello che scrive sul sito Vincenzo Gallelli, nell'articolo "Andare via o restare a Badolato?". Sottotitolo, "la seconda che hai detto".

"Chissà quante volte - si legge - mi sono chiesto il motivo che mi ha spinto a restare. Non è facile decidere di programmare la propria esistenza nella nostra terra... schiava della delinquenza, della disoccupazione, di un male oscuro che ci circonda... giorno per giorno.La fuga verso altri lidi rappresenta un momento che per 18 anni tutti sognano... agognano... immaginando il mondo che li aspetta, al di fuori di questa "prigione" . Tutti aspettano l’università per scappare via...e dimenticare per sempre. Si sforzano di cambiare modo di vestire... di comportarsi... modo di parlare. Cancellare ogni traccia di questo passato è un dovere... da perseguire con ogni mezzo, anche a costo di rinnegare le proprie radici. E molti lo fanno. "Badolato? Ci torno per i miei genitori". "Io... sono venuto ieri... domani scappo via"…alcune tra la frasi più ricorrenti mostrano in maniera lampante il cinismo verbale... e non solo, che contraddistingue i più .Talora, in modo fastidioso ti guardano dall’ alto della loro civiltà evoluta, come un essere inferiore.… non capacitandosi del come, qualcuno abbia potuto fare una scelta simile.. di restare s’intende! Certo, alcuni partono alla ricerca di una occupazione, che qui non trovano... affrontando grossi sacrifici... sofferenze, ma non è a loro che mi riferisco. ..come si sarà capito. A che serve il disprezzo.. l’odio per la propria terra... per la propria essenza? A che serve rinnegare la propria storia? Forse a fuggire dall’impossibilità di cambiare le cose... o è meglio chiamarla incapacità? È facile fuggire da un male che non si tenta di combattere… lavarsi le mani scaricando le responsabilità in quelle di altri. È facile. Dimenticando però, che le radici, non si cancellano mai fino in fondo! Saranno sempre esuli in terra straniera.. figli di questa realtà trapiantati altrove... e come tali riconosciuti. Per questo ho deciso di restare. Perché non è giusto lasciare il destino della nostra terra a se stesso. C’è bisogno di forze nuove che lavorino... si impegnino... creino progetti. C’è bisogno di cambiare la mentalità delle persone. Ma chi volete che le faccia queste cose? Se i giovani migliori scappano, chi volete che resti, oltre alle mele marce che sappiamo ci sono? Le risposte le lascio a voi"

(Fabio Guarna, Il Quotidiano, mercoledì 27 giugno 2001)