Gil Botulino |
The German
Observer |
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Il Rito della Serenata |
Oltre che allinnamorata e agli sposi, la serenata si faceva, e fortunatamente ancora si fa, ad un amico per onorarlo e manifestargli la propria stima, seguendo un particolare rito che entusiasmerebbe parecchio il turista che avesse la ventura di prendervi parte. Colui che ha in mente di fare la serenata, deve se non è musicista, prima di tutto trovare qualcuno che sappia suonare la chitarra o, meglio ancora, più suonatori in grado di tinnire diversi strumenti per realizzare unorchestrina formata da chitarrista, mandolinista e fisarmonicista che accompagneranno alla grande i cantanti. Limprovvisato gruppo musicale, dopo aver accordato gli strumenti e provato alcune canzoni, ad una certa ora parte in direzione dellabitazione dellamico suonando e cantando lungo tutto il percorso, avendo cura, quando si è nelle vicinanze della casa daltri amici o parenti, di rivolgere loro un doveroso saluto come quelli citati nel precedente paragrafo. Giunti, infine, nei pressi della dimora della persona destinataria, con una di queste due canzoni inizia la serenata: E mi partìvi de na via luntàna, ___________ Palàzzu chi de perli si fabbricàtu, Ogni strofa cantata da una persona di voce maschile è ripetuta da una femminile, mentre gli altri partecipanti, tra i quali i musicisti, sinseriscono facendo il coro. Non appena il padrone di casa apre la porta, lavvenimento è salutato con una delle sottostanti strofe: Para ca de luntànu mi sentìa, ___________ Guarda chi fu fidèli lamicu meu, |
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Pietro Cossari, "Viaggio nelle tradizioni Popolari badolatesi", edizioni "La Radice", Badolato, 2003 |
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