Ostia ricorda: Mostra Collettiva presso Cineland, 11-22 Settembre 2002, Via dei Romagnoli 515, Roma |
La presentazione sul catalogo
"Generalmente il sistema produttivo, regolato dalla macchina, prevede una catena di funzioni che permettono, alla fine del processo,di ottenere un prodotto che assolva allo scopo; LUIGI BARBARESI, in arte Ginob, prende residui metallurgici derivanti dalla produzione industriale e li monta in maniera libera coniugando tecnologia, fantasia e manualità per approdare ad ingranaggi fantastici privi di funzione.
Ginob pratica il gusto artigianale
del fare, dell'unire, dell'aggregare; gioca liberamente con le tecnoogie e i materiali ma
li usa e li dirotta verso una funzione espressiva diversa da quella per cui sono stati
destinati; ci dimostra che è possibile creare immagini anche con gli strumenti della
tecnologia, liberamente e fuori da ogni programma; ci insegna come vi sia un luogo dove i
gesti prodotti dalla creatività umana si amalgamano con il patrimonio della memoria,
dando vita ad associazioni imprevedibili che solo l'artista sa suscitare, mentre la sua
opera, fatta di pensiero ferito e vita bombardata, si impernia sul residuo.
La scultura "11 September2001, 1 "round ...Al Qaeda" è articolata in un assemblaggio di svariati oggetti: chiavi, candele, oliatore, tutti simboli delle Twin Towers, quando costituivano una sorta di città nella città capace di ospitare oltre 50 mila posti di lavoro in un'area di 90 mila metri quadri affittati a 430 società di 28 paesi diversi. Oggetti inseriti in un'armatura di linee rigorosamente tracciate, una rappresentazione, pezzo per pezzo, che è senza ombra di dubbio un riferimento al soggetto torre; frammenti metallici, variamente combinati, dai quali l'artista è stato stimolato per l'ideazione di base.
L'intento esplicito è quello di
trasformare la tradizionale relazione oggetto-fùnzione in una creazione
"inutile", che mira all'ironia per sollecitare le facoltà percettive
dell'osservatore; sembra quasi che Ginob abbia deciso di presentare tale stimolo mentale
per derivarne l'equivalente visivo di un flusso di energia, capace di assottigliarsi in
trascor-
renti metafore: il procedimento tecnico, metamorfizzato, mira a far interagire la storia e
il quotidiano. L'artista, con il suo sguardo lucido, cita il vissuto comune aperto sul
presente; indaga quel confine sensoriale tra
ciò che è stato e ciò che potrebbe essere: frontiera dove nasce l'emozione.
Livia Compagnoni
da : "11 Settembre 2001-Ostia ricorda" - edizione Visioni Urbane Srl