Note sintetiche sulla multimedialità

(di Nicola Calabrese - 1999)

I N D I C E

1 - Presentazione

17 - L'ipermedialità

2 - Alcune riflessioni per iniziare

18 - Un esempio di ipermedia: i Cd-Rom

3 - La multimedialità

19 - Annotazioni sui Cd-Rom didattici

4 - La comunicazione multimediale

20 - L'interattività

5 - Alcune considerazioni sulla multimedialità

21 - L'interazione

6 - Uno strumento multimediale

22 - Una considerazione importante

7 - Un altro strumento multimediale

23 - Alla ricerca di un modello ipermediale interattivo

8 - Una comunicazione multimediale

24 - Le origini di Internet

9 - Una affermazione paradossale

25 - La struttura di Internet

10 - E il computer?

26 - Cosa serve per entrare in Internet

11 - Il rapporto tra multimedialità e strumenti informatici

27 - Cosa si può fare su Internet?

12 - L'ipertestualità

28 - Il Web (World Wide Web)

13 - L'ipertesto

29 - Il linguaggio HTML

14 - L' ipertesto da inventare

30 - Il Web: ipermedialità interattiva

15 - L'ipertesto con il computer

31 - Una caratteristica fondamentale

16 - Il rapporto tra strumenti informatici e ipertestualità

32 - Il "modello Web" senza Internet

33 - Consultiamo il Web: i browser

 

1 - Presentazione

Gentili colleghi, voglio qui trattare di alcuni temi di fondamentale importanza per il nostro futuro di insegnanti. Si parla sempre più frequentemente di "nuovi media", di "multimedialità" e di "Internet" ma spesso con poca chiarezza ed è probabilmente giunto il momento di svolgere alcune brevi riflessioni. Possiamo iniziare la nostra carrellata da alcune considerazioni che intendo sottoporre alla vostra attenzione.

2 - Alcune riflessioni per iniziare

  • Si insiste molto sulla strumentazione e poco sulla formazione

  • Si generano timori, insicurezze ma anche false aspettative

  • Ci si affida eccessivamente all'entusiasmo di singoli e poco alla pianificazione

  • Esiste una certa confusione terminologica

La prima di queste considerazioni è che oggi si insiste molto sui nuovi strumenti che l'informatica mette a disposizione della scuola, ma nel farlo si finisce spesso per parlare diffusamente della "strumentazione" vera e propria (hardware o software che sia) e degli investimenti necessari per acquisirla, trascurando invece la "formazione" necessaria all'utilizzo di questi strumenti.

In questo modo purtroppo si generano timori e insicurezze, quando non addirittura aperta ostilità, nei confronti dei nuovi mezzi e, con altrettanta frequenza, false aspettative seguite da cocenti delusioni.

Il pericolo, estremamente concreto, è che ancora una volta ci si affidi eccessivamente all'entusiasmo di singoli docenti, disposti a investire tempo e fatica in attività più o meno pionieristiche, e poco a una seria e ragionata pianificazione. Persino le recenti disposizioni ministeriali sull'acquisizione di strumentazione informatica nelle scuole e sulla formazione del corpo docenti al loro uso non sfuggono del tutto a questi sospetti.

A confermare quanto detto è spesso evidente, nel riferirsi a questi argomenti, una notevoole confusione terminologica.

Proprio da qui partiremo: da alcuni chiarimenti su termini oggi sempre più usati e, spesso, con scarsa proprietà.

3 - La multimedialità

  • è l'utilizzo contemporaneo e sinergico di più mezzi di comunicazione

  • testuali, visivi, sonori ecc.

  • al fine di rendere più incisivo il messaggio che si intende trasmettere

Anzitutto definiamo subito con chiarezza il termine forse più ricorrente oggi: multimedialità.

Ebbene, possiamo definire la multimedialità come l'utilizzo contemporaneo e sinergico di più mezzi di comunicazione (testuali, visivi, sonori ecc.) al fine di rendere più incisivo il messaggio che si intende trasmettere.

Naturalmente il fatto che l'utilizzo sia sinergico è la condizione che giustifica realmente il ricorso alla multimedialità.

Da questa definizione deriva naturalmente che...

4 - La comunicazione multimediale

  • è una comunicazione che si avvale di più strumenti per rafforzare un messaggio

  • ... possiamo definire "comunicazione multi-mediale" una qualsiasi comunicazione che si avvalga di più strumenti per rafforzare un messaggio.

    E a questo punto non possiamo evitare di chiederci cosa ciò abbia a che fare con il mondo dell'informatica in generale e con il computer in particolare.

    5 - Alcune considerazioni sulla multimedialità

    • non richiede necessariamente strumenti informatici

    • è indipendente dall'informatica

    • è del tutto pre-esistente all'informatica

    Anzitutto la multimedialità non richiede necessariamente una strumentazione informatica per realizzarsi.

    Anzi, ne è in realtà del tutto indipendente: prova ne sia il fatto che se l'informatica è un prodotto di questi ultimi decenni, la multimedialità esiste da quando l'uomo possiede i suoi cinque sensi da utilizzare contemporaneamente.

    In poche parole, la multimedialità è del tutto indipendente dall'informatica.

    Proviamo infatti ad analizzare alcuni esempi di multimedialità e di comunicazione multimediale.

    6 - Uno strumento multimediale

    il libro

    Cominciamo proprio dallo strumento essenziale e più comune della nostra professione: il libro. Nei manuali e nei testi scolastici in genere si realizza di fatto la multimedialità: in essi coesistono testo, grafica, immagini... Oggi nei testi scolastici vengono spesso inclusi musicassette o videocassette.

    Ci troviamo quindi di fronte a uno strumento multimediale a tutti gli effetti: e senza che il computer compaia all'orizzonte!

    7 - Un altro strumento multimediale

    la videocassetta

    Anche le videocassette o gli audiovisivi in generale corrispondono alla definizione di strumenti multimediali, integrando più mezzi di comunicazione. Anche questi strumenti sono frequentemente utilizzati nella didattica e sempre senza l'utilizzo del computer!

    Ma non basta...

    8 - Una comunicazione multimediale

    la spiegazione alla lavagna

    Anche una semplicissima spiegazione alla lavagna costituisce a tutti gli effetti una comunicazione multimediale: ogni volta che un insegnante di italiano afferra un gessetto, e comincia a spiegare, illustrando con disegni, schemi e grafici l'argomento che si è proposto: sta svolgendo una lezione multimediale!

    Sta infatti utilizzando più strumenti comunicativi (il disegno, il testo, le parole, la gestualità) per rendere più efficace il suo messaggio; ossia li sta usando sinergicamente per rafforzare il messaggio.

    Il che, abbiamo visto, è proprio ciò che abbiamo definito come "comunicazione multimediale".

    E il computer continua a non essere necessario!

    9 - Una affermazione paradossale

    Non esiste comunicazione che non sia multimediale !

    Potremmo spingerci sino ad una affermazione paradossale, ossia:

    non esiste comunicazione che non sia multimediale.

    Basta riflettere sull'importanza che la grafica e l'impostazione tipografica hanno nella realizzazione di un testo scritto, o ancora sul rafforzamento che la cosiddetta "comunicazione non-verbale" produce al discorso orale...

    Ma non è necessario continuare oltre: basti l'aver posto l'accento sulla indipendenza della multimedialità dall'informatica.

    10 - E il computer?

    • permette di integrare meglio più media

    • presenta vantaggi in termini di economicità

    • migliora l'uso sinergico dei vari media

    Appare però necessario ora rispondere ad una domanda!

    Se multimedialità e informatica=computer sono indipendenti e la prima preesiste alla seconda, che rapporto sussiste tra esse?

    E perché si usano così spesso questi due termini come fossero inestricabilmente legati tra loro?

    In primo luogo occorre rilevare che il computer permette di integrare meglio più media: se il nostro insegnante di poco fa avesse voluto far ascoltare ai propri alunni una bella poesia declamata da un attore avrebbe dovuto infatti utilizzare uno strumento aggiuntivo (il registratore).

    Usando un computer: la lavagna, il registratore, magari la videocassetta possono coesistere in un unico strumento, con evidenti vantaggi di economicità (sia di costi, sia di apprendimento all'uso) e di sinergia tra i vari media in gioco.

    11- Il rapporto tra multimedialità e strumenti informatici

    • Il computer consente una multimedialità completa, contestuale e rapida

    Ecco quindi come può essere definito il rapporto tra multimedialità e informatica: la prima può essere utilizzata al meglio dalla seconda.

    Ora possiamo invece definire un altro termine di capitale importanza: l'ipertestualità.

    12 - L'ipertestualità

    • è la possibilità di utilizzare un testo non in forma rigida, lineare e precostituita, bensì muovendosi liberamente da una all'altra delle informazioni in esso contenute.

    Iniziamo col dire che l'ipertestualità può essere individuata nella possibilità di utilizzare un testo anziché in forma rigida, lineare e precostituita, muovendosi liberamente da una all'altra delle informazioni in esso contenute

    Da ciò naturalmente deriva che...

    13 - L'ipertesto

    • è un testo che permette percorsi variabili e strutturabili dal lettore

    un ipertesto è un testo che permette percorsi di lettura variabili e strutturabili di volta in volta dal medesimo lettore, secondo le sue esigenze e curiosità del momento.

    L'importanza degli ipertesti come strumenti didattici può essere pienamente compresa se riflettiamo su tutte le volte che, più o meno inconsapevolmente cerchiamo di utilizzarne uno, sia come insegnanti sia come utilizzatori.

    14- L' ipertesto da inventare

    • i rimandi interni e gli indici analitici

    I rimandi interni in un libro, ad esempio, cercano proprio di assolvere ad una esigenza iperterstuale: non solo i "confronta a pag." o i "vedi anche a pag." o le note a pié pagina, ma anche le glosse, le annotazioni a margine, le "orecchie" alle pagine, i segna-pagine che prima o poi tutti abbiamo usato.

    Anche gli indici analitici cercano di aiutarci nel tentativo di svolgere una lettura non sequenziale di un testo.

    Eppure per nessuno di questi esempi noi possiamo propriamente parlare di ipertestualità. Manca qualcosa: manca, questa volta sì, il computer.

    Solo con il computer infatti è realmente possibile creare un vero e proprio ipertesto.

    15 - L'ipertesto con il computer

    • gli help in linea

    Un esempio semplice e facilmente comprensibile per chiunque abbia utilizzato un computer ci è offerto dai cosidetti "help in linea", ossia dalle guide all'uso incluse ormai in tutti i programmi software e che spesso sostituiscono del tutto i manuali cartacei.

    Sono di fatto degli ipertesti realizzati col computer, per essere consultati con il computer e per insegnare ad utilizzare il computer.

    16 - Il rapporto tra strumenti informatici e ipertestualità

    • il computer fornisce la ipertestualità

    Ecco quindi che in questo caso è l'informatica a "servire" l'ipertestualità che si realizza pienamente attraverso gli strumenti informatici.

    Concludiamo quindi la nostra breve chiacchierata con una logica constatazione, che ci permetterà di definire la "ipermedialità"

    17 - L'ipermedialità

    • utilizzo di ipertesti multimediali

    L'ipermedialità è data infatti dalla fusione dei due concetti sopra esposti:

    multimedialità e ipertestualità.

    Se infatti la multimedialità può essere gestita e resa più efficace da un computer e questo, a sua volta, può realizzare degli ipertesti ecco che possiamo anche creare degli "ipertesti multimediali", ossia degli ipertesti in cui sia possibile la consultazione non sequenziale di più media contemporaneamente.

    18 - Un esempio di ipermedia: i Cd-Rom

    • utilizzano più media (multimedialità)

    • permettono una lettura ipertestuale (ipertestualità)

    • sono quindi degli strumenti ipermediali

    Un tipico esempio di strumento ipermediale è fornito oggi dai CD-Rom di carattere didattico che ormai hanno fatto la loro prima comparsa anche nelle nostre scuole. Essi infatti utilizzano sinergicamente più media (e quindi sono multimediali) e permettono una lettura non solo sequenziale (il che li rende ipertesti): in una sola parola sono quindi ipermediali.

    19a - Annotazioni importanti sui Cd-Rom didattici

    • La necessità del coinvolgimento ..

    ATTENZIONE : Breve parentesi sull' utilizzo dei Cd-Rom nella didattica.

    Indubbiamente il fatto che un CD-Rom ipermediale consenta una lettura iperterstuale e non sequenziale è un bel vantaggio: significa ad esempio che un insegnante può creare diversi percorsi di lettura da sottoporre ai propri alunni. Attenzione però: in questo è connesso un rischio, quello di sotto-utilizzare lo strumento.

    Se infatti è il docente a creare un percorso di lettura, lo strumento sarà utilizzato solo per una piccolissima percentuale delle proprie potenzialità: un CD-Rom ipermediale, poniamo, su un argomento storico, utilizzato per una spiegazione frontale in classe, costituirà così un indubbio vantaggio rispetto, ad esempio, a un documentario su videocassetta…ma solo nel senso che al regista della videocassetta si sarà sostituito l'insegnante.

    19b - Seconda annotazione importante sui Cd-Rom didattici

    • Il rischio della "interattività limitata"

    Questo permette, è vero, di adattare il percorso di lettura a esigenze diverse ma il solo reale "detentore" della interattività dello strumento è il docente, che manovra il mouse seguendo un percorso originale sia per lui che per la classe, ma interattivo per nessuno.

    Solo valutando e realizzando attentamente la partecipazione attiva dei discenti è possibile evitare questo rischio di "interattività limitata".

    20 - L'interattività

    • è la capacità di agire in correlazione o reciprocità con altri

    Cosa significano dunque realmente questi termini, anch'essi spesso utilizzati impropriamente: "interattività" e "interazione".

    Ovviamente l'interattività è la capacità di agire (attenzione: "agire") in correlazione o reciprocità con altri.

    Non sottovalutiamo mai l'importanza di questo verbo: "agire".

    E l'interazione è…

    21- L'interazione

    • è la reciproca influenza o azione e reazione di persone, fatti, fenomeni,

    • è la possibilità di interagire con uno strumento, provocando una risposta o modifica dello stesso

    …la reciproca influenza o azione e reazione di persone, fatti, fenomeni, è la possibilità di interagire con uno strumento, provocando una risposta, e quindi una modifica dell'aspetto dello stesso.

    Anche in questo caso vi invito a porre l'attenzione sulle parole: "provocando una risposta e una modifica dello stesso"! ... Perché?

    Perché da questo deriva una considerazione di fondamentale importanza, ossia che...

    22 - Una considerazione importante

    • Uno strumento ipermediale non è necessariamente del tutto interattivo …

    • …e non garantisce automaticamente una reale interazione

    … uno strumento ipermediale non è necessariamente del tutto interattivo e non garantisce automaticamente una reale interazione.

    Valga ancora l'esempio di un CD-Rom contenente una raccolta di documenti, testi critici, fonti varie su un determinato argomento e dotato di un ottimo sistema di ricerca e di visualizzazione di tutto ciò.

    Posso interagire con esso? Certo, nel senso che posso svolgere ricerche personalizzate e mirate ottenendo svariate risposte. Posso però realmente generare una sua "modifica"?

    Se, ad esempio, rinvengo un nuovo documento su un qualsiasi altro supporto esterno al CD-Rom (poniamo un libro) posso inserirlo tra quelli già esistenti e far sì che divenga oggetto delle prossime ricerche? Ovviamente no, salvo rimasterizzare il CD (ammesso che ciò convenga) e ottenendo comunque non una modifica delle strumento bensì uno strumento nuovo.

    Dove ci porta questa osservazione? Evidentemente alla ricerca di una reale e completa interattività, e degli strumenti che possano realizzarla.

    23 - Alla ricerca di un modello ipermediale interattivo

  • Verso Internet

  • Dobbiamo dunque porci alla ricerca di un possibile modello ipermediale realmente interattivo. E per fare ciò dobbiamo avvicinarci a Internet e alla tecnologia che sta alla base di essa.

    Spenderemo dunque poche parole su ciò, semplificando considerevolmente il tutto (e di ciò chiediamo scusa ai più esperti) con l'unico scopo di chiarire alcuni aspetti essenziali indispensabili per proseguire nel nostro discorso.

    24 - Le origini di Internet

    • Le origini risalgono alla fine degli anni '60

    • Progetto ARPAnet dell'U.S. ARPA (Advanced Research Projects Agency)

    • Internet ha quindi origini "militari"

    L'idea è nata sul finire degli anni '60 negli ambienti militari degli Stati Uniti: le sue origini risalgono al progetto denominato ARPAnet, dell'U.S. ARPA (Advanced Research Projects Agency), che rispondeva all'esigenza del Ministero della difesa americano di creare una serie di interconnessioni capace di sopravvivere a un eventuale attacco nemico e contemporaneamente di rendere economici i collegamenti tra coloro che svolgevano ricerche militari.

    Proprio le sue origini militari spiegano alcune tra le principali caratteristiche di Internet: la sua grande flessibilità e contemporaneamente la sua efficienza relativamente limitata. Tutto è stato infatti studiato in funzione della possibilità di reggere a un improvviso blocco accidentale su un qualsiasi tratto della rete: se un qualsiasi evento (si tratti di una calamità naturale o no) interrompe una tratto della rete, i dati seguono un altro segmento e arrivano lo stesso a destinazione.

    Teniamo però presente che tutto ciò richiede strumentazioni complesse e costi elevati, sia in termini di strumentazione hardware e software, sia in termini di cablaggio e manutenzione: a queste condizioni il progetto sarebbe stato condannato a rimanere in ambito governativo, al massimo ad estendersi a livello universitario e accademico o tra istituti di ricerca che necessitavano di scambiare dati e informazioni o di creare banche dati comuni. E così è stato, ma solo per i primi tempi: oggi la situazione è ben diversa...

    25 - La struttura di Internet

    • collegamento in rete

    • linguaggio comune

    • identificazione univoca

    Vediamo anzitutto brevemente la struttura di Internet (il cui nome, tanto per dirlo, sta per INTERconnect NETworks).

    Partiamo da un computer; ovviamente questo computer ha installato un suo sistema operativo e contiene una serie di dati: testi, numeri, statistiche, immagini e, perché no, video, sonoro ecc.

    Ora supponiamo un altro computer, diverso dal primo, magari con un sistema operativo diverso: anche su questo si trovano dati e quindi altri testi, altri numeri, altri immagini e così via.

    Infine supponiamo altri computer come questi primi due, disseminati fisicamente un po' ovunque.

    Adesso facciamo l'ultima ipotesi: chi utilizza uno di questi computer desidera scambiare o condividere dati con coloro che utilizzano gli altri. Immaginiamo cioè che chi sta davanti al computer A vuole non solo poter vedere, ma anche poter elaborare i dati che si trovano sui computer B o C o D; vuole poterli leggere, apportarci delle modifiche ecc.

    Che cosa serve per poterlo fare? Ovviamente che i computer di cui stiamo parlando siano connessi tra loro via cavo in quella che si chiama una "rete". Soprattutto però servono due cose:

    1) che tutti i computer parlino un linguaggio comune, altrimenti non si capirebbero tra loro;

    2) che questi computer possano identificarsi l'un l'altro in modo univoco:che possano cioè chiamarsi con l'equivalente di un nome e un cognome ma in modo tale da avere l'assoluta certezza che esista sempre un solo "Mario Rossi".

    26 - Cosa serve per entrare in Internet

    • Un computer

    • Una comune linea telefonica (o ISDN)

    • Un modem

    • Un "provider": la porta di accesso

    Sostanzialmente chiunque può entrare in rete con estrema semplicità: bastano un computer, una comune linea telefonica (o un collegamento ISDN), un modem e un abbonamento presso un qualsiasi provider.

    In poche parole con un computer e con una spesa di poche centinaia di migliaia di lire, Internet è raggiungibile: ci si abbona a un provider (che di fatto ci affitta la possibilità di collegarsi al suo host e di ricevere un indirizzo IP, che generalmente varia ad ogni collegamento); si chiama il provider componendo il numero telefonico attraverso il modem; un apposito programma attiva il protocollo TCP/IP; riceviamo il nostro indirizzo IP; e da quel momento siamo in rete a tutti gli effetti.

    Ciò che paghiamo è il costo della telefonata al nostro provider; dove andiamo poi, una volta in rete, non ha importanza: possiamo andare ovunque ci sia un computer collegato a sua volta. E possiamo utilizzare qualsiasi servizio presente su Internet.

    27 - Cosa si può fare su Internet ?

    • Utilizzare la posta elettronica

    • Leggere i newsgroup

    • Prelevare file

    • "Chattare": chiacchiere in rete

    Quali sono dunque questi servizi? Cosa possiamo fare realmente su Internet?

    Le possibilità offerte dalla rete sono davvero innumerevoli.

    Potremmo accennare alla posta elettronica, ai newsgroup, alla possibilità di scaricare file attraverso l'FTP, alle "chiacchiere" in rete entrando in una "CHAT", alle più recenti tecnologie legate alle videoconferenze… Ma tutto ciò andrebbe decisamente al di là dei limiti di tempo e dagli obiettivi che ci siamo prefissi.

    Limiteremo perciò il nostro interesse a quello che è probabilmente lo strumento che più ha favorito l'esplosione del fenomeno Internet: il Web!

    28 - Il Web (World Wide Web)

    • Il web è un gigantesco ipertesto esteso a tutto il pianeta

    • Si basa su "pagine" scritte in un linguaggio particolare, che possono integrare documenti multimediali

    Il Web, infatti, si inserisce perfettamente nella nostra chiacchierata su ipermedialità e interattività: è un ipertesto, è multimediale ed è interattivo.

    Su cosa si basa? Su pagine

    (continuiamo ad usare la metafora delle pagine cartacee, perché metterci alla ricerca di una terminologia che si presti maggiormente a rendere le distanza del digitale dall'analogico ci porterebbe troppo lontani).

    Queste pagine possono contenere testo, grafica, immagini, sonoro, video, animazioni e, almeno teoricamente, qualsiasi altra diavoleria mutimediale. E queste pagine sono sparse in tutto il mondo, su milioni di computer, collegati tra loro tramite Internet.

    Ciò significa che ognuna di queste pagine può rimandare a qualsiasi altra pagina presente su qualsiasi altro computer.

    A tenere insieme tutte queste pagine c'è un linguaggio specifico.

    29 - Il linguaggio HTML

    • è un linguaggio per "marcatura" di ipertesti

    • è costituito sostanzialmente da "etichette" e permette di stabilire come apparirà un documento Web, sia per quanto riguarda la sua "forma" strutturale, sia per i suoi collegamenti ad altri documenti

    Il linguaggio in questione si chiama HTML (Hyper Text Markup Language), in pratica, oltre al testo e agli strumenti multimediali veri e propri che si desidera vengano visualizzati su una pagina, occorre inserire dei codici particolari che determino il modo in cui ciò deve apparire. Vi sono poi dei programmi (i browser) che leggono ed interpretano questi codici visualizzando le pagine come noi le vediamo.

    Per scrivere pagine in questo linguaggio una volta si usavano dei semplici editor di testo, come il celebre Notepad di Windows (e ancora oggi questi editor possono benissimo essere usati). Allora però gli effetti che si potevano ottenere con questo linguaggio erano piuttosto limitati: si poteva scrivere del testo e creare dei link (ossia dei collegamenti) tra una pagina e l'altra, magari inserire delle immagini, ma poco altro. Non era certo possibile immaginare una pagina dotata di grafica molto complessa. Niente di simile a quello che si può vedere oggi sulla rete. Del resto i modem erano talmente lenti che per ricevere un immagine occorreva una pazienza estrema.

    Con l'evolversi della tecnologia si sono aggiunte nuove possibilità e il linguaggio HTML si è arricchito di nuove opzioni, di nuovi codici. Scrivere una pagina HTML può oggi essere un affare piuttosto complesso: sono nati perciò dei programmi che permettono di comporre le pagine come con un normale programma di videoscrittura. Ci pensa il programma stesso a generare i codici necessari per realizzare effettivamente la formattazione desiderata.

    30 - Il Web: ipermedialità interattiva

    • è un ipertesto (ipertestualità)

    • utilizza e integra più media (multimedialità)

    • è interattivo (interattività)

    Ciò ha un'importanza enorme: significa che chiunque sappia usare una programma di videoscrittura è in grado di scrivere pagine in HTML senza conoscere nulla del codice vero e proprio (e infatti i maggiori programmi di videoscrittura oggi permettono di salvare il testo direttamente in formato HTML).

    E poiché il Web è ipertestuale e multimediale, chiunque può non solo leggere e consultare questo ipertesto, bensì anche contribuire a scriverlo, ad arricchirlo, accrescerlo e modificarlo.

    Il che abbiamo visto essere la vera "conditio sine qua non" per avere una reale interattività.

    Questa è la vera forza del Web: non solo posso consultare un ipertesto potenzialmente infinito, esteso a tutto il mondo, in perenne crescita e in continuo aggornamento: posso anche contribuire a scriverlo, liberamente e praticamente senza vincoli.

    Non basta. C'è di più: molto di più.

    31 - Una caratteristica fondamentale

    • Il Web, come ipertesto, funziona anche al di fuori di Internet

    La cosa realmente importante riguardo il Web, infatti, è che non c'è necessariamente bisogno di Internet perché funzioni. Certo: è su Internet che il Web è nato e se volete collegarvi al mondo e far sì che il mondo vi veda, Internet è indispensabile; ma la tecnologia che sta alla base di tutto può essere tranquillamente esportata anche al di fuori di Internet, e a più livelli.

    Vediamo di chiarire il tutto con qualche esempio.

    32 - Il "modello Web" senza Internet

    • primo modello: l'ipertesto non interattivo

    • secondo modello: ipertesto interattivo (il Personal Web Server)

    • terzo modello: l'Intranet scolastica

    • quarto modello: torniamo su Internet

    Primo modello: il Web permette di creare un semplice ipertesto perfettamente consultabile anche sul disco del vostro PC. Ovviamente potete scordarvi l'interattività vera e propria: potete leggere le pagine, ma certo non farci ricerche, creare form, spedire posta ecc. Perché? Ovviamente perché non state utilizzando il TCP/IP, ma semplicemente il file system del vostro disco fisso. Anche così non è poco: potete creare un ipertesto multimediale in poco tempo e senza nessuna competenza specifica.

    Secondo modello: posso aggiungere l'interattività e trasformare il mio normale PC in un vero e proprio "server Web", in grado di gestire form, interattività, script proprio come un vero server in rete, utilizzando il TCP/IP. Cosa mi occorre? Un "Web server". Come il Personal Web Server che la Microsoft distribuisce liberamente.

    Terzo modello: e se collego più PC tra loro in una rete locale? Posso creare una "piccola Internet"? Certo. A patto di usare al solito il protocollo TCP/IP e un server Web. Posso creare quella che si chiama una Intranet: tutto ciò che posso fare nel mondo con Internet, lo posso fare in piccolo sulla mia Intranet scolastica: creare e gestire pagine Web complesse, scaricare e caricare file, spedire posta ecc. Un esempio di utilizzo di una Intranet scolastica? Provate a immaginare le potenzialità di un simile modello in una scuola che colleghi i PC dell'aula di informatica, dell'aula multimediale, della biblioteca, della sala professori, della segreteria, dei singoli professori o dei singoli alunni…

    Quarto modello: chiudiamo il cerchio. Ora prendete uno dei PC collegati tra loro e provvedete a dotarlo di un collegamento esterno a Internet (con le opportune protezioni): la vostra Intranet ora è nel mondo. Scusate se è poco.

    33 - Consultiamo il Web: i browser

    • La "quarta generazione"

    • I due rivali: Netscape e Microsoft

    Per concludere, poche parole per parlare dei "browser", ossia dei programmi che ci permettono di visualizzare le pagine Web sul nostro computer.

    Parlare di browser oggi significa fare sostanzialmente due nomi: Netscape Navigator e Microsoft Internet Explorer.

    Entrambi sono ora giunti alla versione 4; entrambi sono diventati molto più che "semplici" browser; entrambi sono impegnati in una aspra lotta per contendersi il dominio del mercato; entrambi sono presentati dalle rispettive software house come "soluzioni definitive"; entrambi sono lontanissimi dall'esserlo.

    Non possiamo qui fare una disanima dei vantaggi e degli svantaggi di questi due programmi. Permettetemi solo un consiglio.

    Se appena potete, installateli entrambi: magari poi utilizzate in prevalenza uno dei due. Di fatto, dal punto di vista tecnico, si equivalgono, pur nelle profonde differenze e la scelta tra l'uno o l'altro è più una questione di gusto o di abitudine. Però, prima o poi, vi imbatterete in qualche sito che richiede, per essere sfruttato appieno, uno dei due: tanto vale averli entrambi.

    Ottenerli oltretutto è facile: cliccate su uno dei due pulsanti e seguite le istruzioni.