UNA
STRADA VIRTUALE
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A Genova, tutti
i negozi di via San Vincenzo sono online
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Guardare le vetrine delle boutique del centro storico
di Genova, trovandosi fisicamente a Roma, Londra o New York, non
è un'impresa impossibile. È sufficiente digitare l'indirizzo Sanvincenzo.it.
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Da maggio scorso, tutti i negozi
di questa strada del capoluogo ligure, situata tra via Fiume
e via XX Settembre, sono visitabili in internet. Ma cosa ha
spinto i negozianti di questa zona della città a sbarcare in
rete? «I commercianti di via San Vincenzo - spiega Mario Alessandro
Fiore, titolare dell'azienda che ha ideato e realizzato questo
progetto - hanno ceduto alla tentazione del web allo scopo di
aumentare la loro visibilità, messa a dura prova dallo sviluppo
di grandi centri commerciali alla periferia della città, e di
incrementare, di conseguenza, le vendite». Una volta su Sanvincenzo.it,
il navigatore-cliente è in grado di visualizzare le immagini
dei vari negozi semplicemente puntando il mouse su uno dei diversi
punti, di colore rosso, che sono posizionati lungo il tracciato
della strada, riportato sull'home page del sito. Peccato però
che, per ora, l'utente si debba accontentare di ammirare la
merce esposta nei punti vendita virtuali e non possa, invece,
effettuare online alcun tipo di acquisto. «L'idea di ricreare
una via virtuale - racconta ancora Mario Fiore - è nata per
far riscoprire ai genovesi il piacere di fare shopping in centro.
Il prossimo passo sarà, invece, quello di permettere loro di
comprare senza muoversi da casa e allontanarsi dal computer».
«Il successo di simili iniziative dipende molto - prosegue Mario
Fiore - dalla possibilità, per i clienti, di utilizzare carte
di credito prepagate e di usufruire di sconti o promozioni rivolte
solo a coloro che acquistano online». mputer ci gioca ... |
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Il computer
per combattere l'isolamento dovuto alla carenza di una efficiente
rete viaria.
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Qualche anno fa era la regione
più povera d'Italia, fra le meno avanzate del sud, ma negli ultimi
anni la Basilicata è riuscita ad affrancarsi da questa immagine.
Oggi può essere definita una delle regioni più tecnologiche d'Italia
grazie alla lungimiranza di un piano partito nel 1998: Basitel,
co-finanziato dall'Unione europea e dalla Regione. Mettere in
rete tutta la pubblica amministrazione regionale, consentire agli
enti di comunicare in tempo reale, permettere ai cittadini di
rapportarsi con le istituzioni, richiedendo, direttamente da casa
propria tramite un pc, certificati, documenti, prenotazioni. Ma
non solo: formare i giovani all'utilizzo delle nuove tecnologie,
creare occupazione e aprire nuove strade nell'economia della regione.
Questi in sintesi gli obiettivi in parte già raggiunti da Basitel,
soprattutto grazie a un progetto di informatizzazione capillare:
sia degli enti pubblici che dei cittadini. La rete regionale collega
alla velocità di 34 megabit al secondo i principali nodi e a 2
megabit le diramazioni con una copertura del 100% del territorio.
Sono connessi in rete 131 comuni, 14 comunità montane, 5 Asl e
aziende ospedaliere, le prefetture, le province. Entrano in rete
tutte le scuole con oltre 400 nodi. Soltanto alcuni dei numeri
legati alla copertura telematica dei servizi della pubblica amministrazione.
L'altro aspetto, ancora più rilevante, coinvolge tutti i 600mila
abitanti ai quali è stata offerta la possibilità di acquistare
un computer, uno per ogni nucleo familiare - e di essere rimborsati,
parzialmente o interamente a seconda del reddito e del costo delle
macchine. Il bando di gara aperto alle famiglie lucane prevede
un tetto massimo di 40mila personal computer. Costo dei servizi
legati al progetto: 9,6 miliardi di lire per due anni. Tutti i
computer dei cittadini godono inoltre della connessione gratuita
ai servizi offerti dal portale regionale Basilicatanet.it e di
una casella di posta elettronica. Delle circa 50mila famiglie
lucane, un terzo ha già avuto il contributo per l'acquisto di
un computer e molte altre stanno per ottenerlo. La ricaduta su
un'economia regionale basata principalmente sull'agricoltura è
indubbia e i risultati a lungo termine si prospettano molto positivi.
I giovani potranno beneficiare dell'apporto dell'informatica per
trovare e creare lavoro attraverso un sistema con il quale gli
amministratori tenteranno di fare incontrare la domanda e l’offerta,
creando una banca dati di curriculum sul portale regionale accessibile
a tutti. Siamo andati in Basilicata, per cercare di capire qualcosa
di più su questo interessante progetto, per intervistare la gente
nelle strade, i lavoratori, gli studenti e per chiedere quali
sono le linee guida del piano Basitel ai dipendenti regionali
che ci lavorano e al presidente della Regione Filippo Bubbico.
Il piano Basitel dimostra nel suo complesso che piccolo è bello.
Le cose si riescono a fare soprattutto nelle realtà con un numero
ridotto di abitanti, a patto di avere le risorse economiche e
risorse gestionali, a tutto vantaggio delle autonomie locali.
Il numero dei lucani in Basilicata equivale nel complesso a quello
di una città italiana medio-piccola: 600mila contro i 900mila
di Torino, e i 450mila di Firenze.
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(Libero)
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