Il Brutto Anatroccolo

PINOCCHIO...A PUNTATE

Che significa?
di Stefano Patassini
   

Cari amici del Brutto anatroccolo, come oramai tutti sapete, il gruppo Amico tenterà di ripetere i grandi successi del musical "Forza, venite gente!" questa volta con un'opera completamente realizzata da noi a partire da un testo teatrale originale che, ispirandosi all'eterno mito di Pinocchio, mette in scena i personaggi e la storia del burattino più famoso del mondo.
Molti nostri amici del gruppo, dopo selezioni e provini durissimi ed impegnativi, sono già all'opera nelle prove di canzoni, balletti e recitazione. Contiamo infatti di andare in scena nella prossima primavera speriamo bene!
Questo non è certo il primo adattamento teatrale del libro di Collodi, né sarà l'ultimo . Ma, forse, ha il pregio di una visione particolare di questa storia, a partire dal personaggio principale: infatti il nostro pinocchio rappresenta la diversità o più esattamente quella diversità che ancora oggi costituisce, agli occhi del mondo, l'handicap; e , forse, l'handicap più difficilmente accettato dalla nostra società: quello psichico. E certo le diverse capacità cognitive e sensitive sono ciò che più di ogni altra cosa risulta difficile accettare in tanti ambiti della vita quotidiana: famiglia, scuola, sanità, servizi, lavoro, mass-media, chiese e proprio questi ambiti saranno rappresentati da quei personaggi che Pinocchio incontra nel suo cammino: Geppetto, il Grillo Parlante, la Fata Turchina ed i Medici, il Gatto e la Volpe, le Faine e le Api Industriose, il Pescatore Verde, la Lumaca
Il paese dei balocchi ed il Circo rappresenteranno le uniche soluzioni (istituti e pellegrinaggi) che questa società sembra offrire alla diversità.
Tutto ciò porterà ad un'inevitabile perdita di senso nella vita del disabile.. all'inevitabile "caduta" nella Balena. E sarà il Tonno, colui che, entrando nella depressione del burattino, con lui e , spesso grazie a lui, alla sua energia ed alla sua incondizionata voglia di vivere, uscirà dalla Balena verso il mare aperto: sarà questa metafora finale a rappresentare una possibile apertura verso una sensibilità nuova.
Ed è proprio l'esperienza di tanti anni di vita del Gruppo Amico a suggerire una nuova direzione, una maniera nuova di "sentire" la disabilità che forse è tempo di comunicare all'esterno nella maniera che ci è più congeniale: cantando, ballando, recitando, insomma mettendo sulle scene la nostra amicizia e la nostra uguaglianza nella diversità.