RUBRICA
Il Brutto Anatroccolo

EDITORIALE

Immagini di fine millennio
di Sara Agostini
   

Cari amici,
il 1999 sarà l'anno dedicato alle riflessioni e ai consuntivi di fine secolo e fine millennio. Nel mio piccolo credo sia meglio appuntare l'attenzione su quello che sta succedendo da circa un paio d'anni a questa parte. Non molto tempo fa i giornali riportavano la notizia secondo la quale una casa produttrice di giocattoli in America aveva messo in vendita una Barbie in carrozzina, con tanto di casa costruita per le esigenze di una bambola disabile. Indubbiamente l'immagine di una bambola disabile ha rappresentato un'attrattiva per i bambini con conseguenziale aumento delle vendite, ma almeno si poteva intravedere un intento educativo in questa operazione commerciale. Meno educativa, secondo me, é la foto di una ragazza disabile utilizzata per la campagna Benetton: l'immagine ritrae una giovane in carrozzina vestita con colori sgargianti e ovviamente con capi Benetton. La fotografia é molto ben fatta, ma a me suscita alcune domande: é giusto utilizzare le persone disabili per realizzare una pubblicità ad effetto? L'immagine é forse diretta a chi non é su una carrozzina per suggerire che i capi Benetton se stanno bene ad un disabile stanno bene sicuramente a tutti? IMMAGINE...pare che questo concetto sia stato molto importante per quello stilista inglese che in fece sfilare una modella alta, bella, ma con una protesi, perché senza una gamba, dopo averla vestita con un abito lungo fino ai piedi e aver rigorosamente avvertito la stampa che sotto il vestito la ragazza nascondeva una gamba finta. Perché tutto ciò? E che dire di quella mamma inglese che ha fatto operare la figlia adolescente, affetta dalla sindrome di Down, con la chirurgia plastica per eliminare così le particolari caratteristiche che la sindrome porta con sé? La signora spiega il suo gesto affermando che la nostra società vuole persone "normali" e chi é "particolare" ne resterebbe ai margini. Se ciò fosse vero allora non capisco come mai il cinema ha dedicato spazio nei film proprio alle persone disabili: ricordo film importanti come "Figli di un dio minore" oppure il più recente "Più leggero non basta". Il dubbio é che le immagini delle persone disabili vengano utilizzate solo per colpire chi le guarda: ai modelli "perfetti" a cui stampa , televisione e cinema ci hanno abituato adesso si sostituiscono quelli "imperfetti", rappresentati da chi non può vedere, perché cieco, da chi non può sentire , perché sordo, da chi non può camminare, perché su una sedia a rotelle. Qual'é l'immagine giusta che si deve dare di una persona disabile? L'immagine di un disabile é quella di una persona e basta o di una persona diversa che grazie a questa sua particolarità può meglio catturare l'attenzione di chi la guarda? Ed infine una domanda che ci riguarda un po' più da vicino: il "Gruppo Amico" che immagine da di sé?