RUBRICA
Il Brutto Anatroccolo

EDITORIALE

INGORGO ELETTORALE :
Come destreggiarsi tra referendum ed elezioni europee

di Stefania Giannini
   

Nei prossimi mesi saremo chiamati a votare per ben 2 volte nel giro di due mesi. Cerchiamo di far chiarezza.
Allora andiamo con ordine.
Il 18 aprile saremo chiamati alle urne per votare il Referendum sulla legge elettorale, per l'abolizione, cioè, della quota proporzionale della legge elettorale per la Camera. Finora, infatti, l'elezione dei deputati avviene sulla base di collegi plurinominali, con sistema proporzionale a liste di candidati concorrenti. Con il Referendum si esprime la volontà di cancellare una determinata norma, in questo caso esprimeremo con il SI' la volontà di cambiare il sistema "proporzionale", oppure con il NO, il desiderio che tutto rimnaga così com'è e che si continui a votare con il vecchio sistema. La proposta referendaria è approvata se parteciperà alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se sarà raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi
Il 13 giugno voteremo per eleggere il Parlamento Europeo con il sistema proporzionale, I simboli verranno presentati entro il 26 aprile e le liste entro il 3 maggio. Questa elezione, a differenza del Referendum , ha più forte la connotazione politica e assume particolare rilievo perchè voteremo i membri italiani del Parlamento di una Europa che per la prima volta sentiamo più vicina e "familiare" , dopo l'introduzione della moneta unica, l'Euro.
Il 28 maggio, inoltre, scade il mandato dopo 7 anni del Presidente della Repubblica e (anche se la cosa non ci riguarderà personalmente perchè non saremo chiamati a scegliere il prossimo Presidente) questo appuntamento sarà comunque argomento dei prossimi giorni.
Il voto è un diritto e un dovere. E' per ciascuno di noi un diritto e un dovere il partecipare alle elezioni degli organi rappresentativi dello stato e degli enti pubblici territoriali, e votare i referendumprevisti dalla Costituzione, votando, infatti, esercitiamo il diritto di esprimere la nostra preferenza pere il programma di una formazione politica che riteniamo più vicino ai nostri valori.
Il consiglio migliore che si possa dare è quello di informarsi sulle proposte politiche, di evitare il voto "consigliato" da amici e familiari, di imparare a ragionare con la propria testa. Sicuramente le persone che leggono queste parole hanno in comune qualcosa di molto forte che unisce tutti, e, cioè, la scelta ben precisa di stare dalla parte dei deboli e di dar voce agli emarginati dalla nostra società. Forse questo criterio potrebbe essere già una buona base di partenza per scegliere il partito o il fronte politico che ha mostrato (nei fatti) più attenzione ai nostri problemi nella nostra soria politica.