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Il Brutto Anatroccolo

ELEZIONI

Il voto degli italiani all'estero
di Gaia Costantini
   

La Camera dei Deputati ha approvato, a larghissima maggioranza, una legge costituzionale che sancisce il diritto di voto per gli Italiani all'estero. Il testo era già stato presentato lo scorso luglio, ma a causa della mancanza del numero legale, si era arenato a due passi dal traguardo.
Tale legge prevede che all'estero venga costituita una circoscrizione che permetterà agli emigrati sia di votare che di essere eletti. Il fatto più saliente è il fatto però che gli italiani all'estero non voteranno per i candidati nazionali, bensì eleggeranno come loro rappresentanti in Parlamento i candidati espressi dalle loro comunità.
Le modalità di voto, che dovranno essere stabilite da una legge ordinaria, potrebbero essere le seguenti: votare presso le ambasciate, votare per corrispondenza o tramite altre vie ancora da definire. Per quanto riguarda il prossimo referendum del 18 aprile è stata presentata una proposta di legge, da approvare con la massima urgenza, che permetterebbe di votare presso i consolati, i quali a loro volta invierebbero le schede a Roma.
Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ricordando il lungo e faticoso cammino del provvedimento durato sette anni e con ben quattro tentativi falliti, ha rivolto un appello al Parlamento, esortandolo a "procedere con ponderatezza, ma senza marce indietro".
Questa legge, definita da Antonio di Pietro "un atto di maturità", ha sanato una grave carenza: per troppo tempo infatti, il diritto di voto all'estero è stato negato ai nostri connazionali, i quali hanno finora dovuto affrontare lunghi viaggi e pesanti spese per far sentire la loro opinione in patria.
Nel coro dei consensi che hanno accolto il nuovo provvedimento, spicca l'allarme della Lega che teme fortemente che questo sia solo il primo passo per "concedere poi la cittadinanza ed il diritto di voto agli extracomunitari".