LA CONTRORIFORMA LIBERISTA DELLA MINISTRA
di Michele Dubbini
La "mamma d'Italia", la ministra Letizia Moratti non si smentisce.
Infatti, con le sue nuove riforme, sta portando avanti il disegno neoliberista borghese del suo governo.
Molte proposte sono state fatte dagli studenti che già sono scesi in piazza contro le riforme Berlinguer e che in
questi giorni stanno occupando scuole, gestendo assemblee ed autogestioni
e stanno manifestando in tutte le città d'Italia nel nome di una scuola laica, democratica, pubblica
e critica.
Ma la "mammina" non le ha neppure ascoltate queste idee, anzi il 19 ed il 20 dicembre sarà a Roma insieme a Silvio e il suo fido Fini a discutere
della nostra scuola in un vertice blindato che ricorda un po' Genova.
Loro, nella più disperata desolazione, a discutere del nostro futuro, mentre noi con l'euforia, la gioia, la musica, gli slogan e i colori nelle strade a manifestare contro chi vuole alienarci la mente
con la logica del profitto e del dio denaro.
Ma procediamo per punti.
Fra le proposte della Moratti ed il suo consigliere Bertagna c'è un accorciamento
di un anno delle scuole superiori.
Il ciclo scolastico sarà così composto: tre anni di scuola materna facoltativa,
cinque anni di elementari, tre di medie inferiori e quattro di superiori. Per chi frequenta la scuola
dell'infanzia (non più un servizio pubblico, ma a pagamento) ci sarà l'abbuono di un anno degli otto anni di elementari e medie.
Al termine del terzo biennio, lo studente sceglie se a 13 anni proseguirà con i licei o la scuola d'avviamento al lavoro.
Le scuole superiori si riducono di un anno.
Si può ben capire la pazzia di questi uomini. Io genitore pagando l'asilo a mio figlio,
compro tra l'altro un anno a scelta fra le elementari e le medie che mi viene abbuonato, perciò
tolto.
Come fa un piccolo di 3 o 5 anni ad avere la stessa preparazione culturale di un ragazzo di 12-13 anni?
Questo è il progetto del governo, vendere il sapere, mercificare la cultura.
Poi, come fa un ragazzo a soli 13 anni a scegliere la scuola ed il suo futuro?
La Moratti ha deciso infatti di fare un salto nostalgico nel ventennio dove esistevano
due tipi di sucole: i licei e la scuola professionale. Guardate un po'? Un ritorno
al classismo. Il ragazzo decide o viene fatto decidere se diventare un
futuro lavoratore precario senza una base culturale o un medico, un professore,
un imprenditore. La cultura "aque humanitas" è un diritto di tutti noi studenti e non deve essere diversa in base alla
scuola. Non devono esistere scuole di serie A e scuole di serie B. Non devono esistere linee rosse
fra scuola pubblica e scuola privata.
La Letizia sta gettando nella spazzatura il nostro diritto allo studio, grande conquista degli anni caldi del '68.
L'orario settimanale verrà eguagliato per ogni istituto superiore a 25 ore settimanali, così
se dalla prima elementare all'ultimo anno delle superiori, sono all'incirca 12.700, con il nuovo sistema, come ricorda un
recente studio di Tuttoscuola, si ridurrano a 9.900.
Che fine faranno le decine di migliaia di docenti
in sovrannumero? Dal ministero nessuna risposta. Noi studenti abbiamo sempre appoggiato
la lotta degli insegnanti e continueremo a farlo soprattutto quando, come previsto, verranno licenziati 70.000
docenti precari. Tra l'altro le famiglie (circa 526 mila) che vorranno usufruire del tempo pieno,
cioè quelle famiglie composte da lavoratori, dovranno pagare le ore di servizio scolastico in più che "il generosissimo Stato che fa della socialità
la sua bandiera" gli offrirà. Inoltre la partecipazione studentesca alla vita d'istituto
verrà pressochè abolita: verrano proibite assemblee degli studenti, unico sfogo
democratico concesso in questa scuola che della critica ne fa un optional, verrano
limitate al massimo le interazioni fra i rappresentanti degli studenti e i docenti. Insomma
lo studente, colui che vive quotidianamente la scuola come base della sua coscienza personale e del
suo futuro, non conterà più nulla e sarà sempre più subordinato all'autorità di
qualche preside manager.
La scuola è nostra, la scuola è tolleranza, la scuola è
multietnica e per questo è ingiusto nei confronti della libertà personale assumere ulteriori
docenti di religione direttamente dal Vaticano o dalle
sue succursali sparse in ogni città e eliminare professori di altre materia sicuramente più importanti per la nostra preparazione.
Scuola pubblica laica come per la Costituzione o scuola cattolica?
Queste riforme sono soltanto l'anticipo di una futura generazione che baserà la propria vita sulla precarietà e sulla concorrenza sfrenata per guadagnare punti
nella vita, a discapito di chi, come noi, vede l'istituzione scolastica in primis come luogo
di sviluppo di idee critiche, democratiche e di cultura.
L'autunno è caldo, l'inverno si prospetterà ancora più caldo e noi saremo sempre nelle strade e nelle piazze a creare controinformazione, a rivoluzionare questo sistema
che ci opprime con un grande ideale in testa: un'altra scuola è possibile, un'altra scuola è necessaria, un'altra scuola è in costruzione
e viene dal basso, dagli studenti e da chi la vive. Affossiamo la controriforma della ministra e rivoluzioniamo la nostra scuola.