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Lavori in corso

Brano di Mt 13, 1-8

Accresci in noi la disponibilità ad accogliere il germe della tua parola che continui a seminare nei solchi dell'umanità.

Con queste parole della colletta della XV domenica del tempo ordinario, la Chiesa ci riflettere sul dono che Dio fa a ciascuno della sua Parola e sulla accoglienza o meno che ad essa riserva il cuore dell'uomo. E il primo atteggiamento che la Chiesa ogni domenica e in ogni celebrazione ci invita a mettere in atto è proprio quello dell'ascolto di questa Parola che non ritorna a Dio senza effetto, senza avere operato ciò per cui è stata mandata, rendendo fertile e ricco di vita tutto ciò che incontra; è come fuoco che purifica e martello che spacca la roccia delle ambiguità e della durezza del cuore dell'uomo. Essa è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
Ma l'efficacia di questa parola è strettamente collegata al cuore dell'uomo che accoglie o meno questo dono. Gesù nella parabola del seme che è la Parola, del seminatore che è Dio e del terreno, il cuore dell'uomo su cui cade il seme, senza troppe spiegazioni ci fa comprendere quanto il frutto dipenda anche da noi.
Perché se il seme cade nella strada del nostro cuore dove "tutto e tutti" ci passano e dove non c'è silenzio ma confusione, distrazione: allora il seme della Parola di Dio non può portare frutti di conversione ma sarà preda facile del maligno sempre pronto a insinuarsi nella nostra vita.
Se il seme cade nel terreno sassoso del nostro cuore caratterizzato dall'incostanza, dalla pigrizia, dalla difficoltà a lasciarsi coinvolgere e convertire dagli appelli del Vangelo, allora la Parola di Dio troverà difficoltà a germogliare, a farci crescere come cristiani e soprattutto a essere ben radicata anche quando le prove, le persecuzioni, la difficoltà a testimoniare la propria fede ci metteranno dinnanzi alle nostre responsabilità di cristiani. Se il seme cade nel terreno spinoso delle nostre preoccupazioni e dei nostri affanni, del nostro egoismo, allora difficilmente potrà germogliare e donarci quella gioia di vivere e di impegnarci per Dio e per i fratelli.

Allora ci chiediamo: com'è il nostro cuore dinnanzi al dono della Parola di Dio, che tipo di terreno è il mio cuore…: non ieri, domani, ma oggi, adesso!
A ciascuno Dio ha donato tanto, pensate alla possibilità di ricevere ogni domenica l'annuncio del Vangelo e di avere una comunità che bene o male, con tante difficoltà ma anche con impegno, cerca di offrire spazi e opportunità di ascolto e confronto alla luce della Parola di Dio.
Allora chiediamo al Signore che renda il nostro cuore come il terreno buono, disponibile ad accogliere la Parola: per avere un terreno fertile bisogna mettere in conto anche lo sforzo, il sacrificio per togliere le pietre, sradicare le spine, tracciare i confini, irrigare con l'acqua.
Donaci Signore un cuore in cui ci sia permanentemente il cartello di "lavori in corso" per poter accogliere e far fruttificare in opere di giustizia e di pace la tua Parola.