LETTERA A DON EMANUELE

 

Caro Emanuele
Eccoci qui, alla fine di questa celebrazione eucaristica che ti ha visto presiedere un'assemblea formata dalla nostra comunità ma anche da tanti amici che ti sono voluti essere vicini in questo momento speciale della tua vita sacerdotale. Hai iniziato il tuo servizio come viceparroco, ora il Signore ti chiede qualcosa di più (anche se, visti i ritmi di don Porcu, l'allenamento non ti manca!): ti chiede di essere parroco, di essere guida di una comunità che non conosci a immagine del Buon Pastore che è pronto a dare la vita per le pecore che gli sono state affidate.
È strano iniziare un anno salutandoti, è difficile immaginare cosa il Signore ha in serbo per noi e per te; è bello però pensare che questa partenza è per entrambi un nuovo inizio, una ventata di cambiamento che interrompe la serena e collaudata tranquillità a cui eravamo abituati.
Salutare un amico che parte è sempre difficile, e scrivere una lettera di questo tipo ti porta a ripensare ai 5 anni di strada percorsa con te. Non vogliamo però che queste righe si limitino ad un elenco di attività e di incontri fatti insieme, perché non è nel numero delle opere realizzate che si riconosce la grandezza di una vocazione come la tua, ma nel cuore, nella dedizione, nella fiducia, nell'agire come se tutto dipendesse da noi e nel pregare come se tutto dipendesse da Dio.
Così la prima immagine che ci viene in mente nel ripensare al tuo servizio è quella dietro l'altare nello spezzare il pane, mentre rendi presente quel Dio di cui sempre hai parlato nelle tue omelie spesso itineranti.
Chi però ripensa al tuo stare fra noi non può non ricordarti anche tra i bimbi del coro, insieme alle giovani coppie che si preparano al matrimonio, nelle nostre strade dove ogni anno ripercorrevi la maratona delle benedizioni delle case o tra i giovani della nostra comunità. Ma il tuo essere a servizio non ha incluso solo la parrocchia di S.Elena, perché spesso ti ha portato ad essere, in collaborazione con gli altri sacerdoti della città, impegnato nella pastorale della forania, dove in tanti, parrocchiani e non, hanno potuto avvicinarti e conoscere la tua disponibilità e il tuo farti compagno nei momenti difficili come in quelli sereni.
In particolare noi giovani dell'Azione Cattolica ti ringraziamo per la tua presenza discreta che si è fatta compagna e mai invadente, per averci voluto rendere consapevoli e protagonisti delle nostre scelte, sempre preoccupato comunque di non lasciarci soli. Sbaglierebbe chi credesse in un rapporto idilliaco: non è stato sempre così, e quest'amicizia che oggi sembra scontata è frutto di discussioni, impegno, sacrificio e della tua proverbiale mitezza.
Per questo speriamo e preghiamo che la tua esperienza qui ti possa aiutare a vivere meglio i momenti di difficoltà iniziali che si potrebbero verificare nella tua nuova parrocchia. Sappiamo che quando scegli lo fai affidandoti al Signore, per questo non avere paura di sbagliare, ma sii capace di ritornare sui tuoi passi per il bene della comunità a te affidata.
Ma tra i grazie non possiamo dimenticare quello ai tuoi genitori: nel pensare comune, un figlio che diventa sacerdote è la rinuncia ad esso, fare a meno di formare una famiglia propria viene visto come un inutile sacrificio; noi pensiamo invece che questa sua scelta non sia sterile ma generi una figliolanza spirituale che vi unisce con lui nel nostro affetto.

Caro Emanuele, sii sempre capace di accorgerti delle domande di chi ti sta al fianco come Maria, la mamma di Gesù che, durante le nozze di Cana, si "accorse" che alla festa mancava il vino.
Ti ringraziamo per essere stato in mezzo a noi don Emanuele, un sacerdote segno dell'amore di Dio nella nostra comunità parrocchiale e per aver portato l'Emmanuele, il Dio-con-noi, nella nostra vita, insegnandoci con il tuo esempio quello che il tuo nome significa.

Grazie.