Nota Biografica

 

1882 Giulio Cozzoli nasce a Molfetta il cinque maggio da Maurangelo ed Elisabetta Daliani Poli. Il padre, maestro scalpellino, asseconda subito le sue evidenti propensioni artistiche lasciandogli frequentare i corsi di disegno del prof. Michele Romano del quale lo stesso Giulio dirà "... pittore di grande rispetto e molto dotto in problemi artistici e in programmi di insegnamento. Ebbi da lui le prime nozioni del disegno e il suo metodo e le sue regole mi furono di grande giovamento che mi permisero di progredire visibilmente..."

 

1892 All'età di 10 anni le doti del giovane Cozzoli trovano forma nel busto in gesso che ritrae il padre a grandezza naturale; due anni più tardi questa sua prima opera convincerà il noto scultore molfettese Filippo Cifariello a credere nelle capacità di Cozzoli tanto da farne suo allievo e portarlo con se a Roma. Di questa esperienza egli dirà "...la mia piccola mente si aprì al vastissimo orizzonte artistico che si presentava ai miei occhi e maggiormente ciò rafforzava la mia fede di vivere ogni ostacolo pur di divenire un'artista..."

 

1896 Giulio Cozzoli si trasferisce a Passau, in Baviera, al seguito del maestro F. Cifariello incaricato alla direzione di una fabbrica di ceramica biscuit. Qui si fermerà per quattro anni amplificando la sua destrezza nella modellazione di soggetti femminili.

 

1900 Decide di trasferirsi a Monaco "…dove misi su un piccolo studio e con alcuni lavori prodotti in quell'anno partecipai a una mostra locale annuale in cui fui notato dalla stampa, assaporando i primi successi della notorietà. Avevo allora 18 anni.…"

 

1902 Tornato in Italia, presta servizio di leva a Firenze dove ha occasione di frequentare la Scuola del Nudo all'Accademia delle Belle Arti. "…potetti in tal modo rafforzare sempre più la mia preparazione nell'importantissima materia artistica…"

 

1904 Finiti gli impegni militari Cozzoli torna a Roma su richiesta di F. Cifariello per lavorare al cavallo del monumento ad Umberto 1° che la città di Bari ha commissionato al Maestro.

                                           

 1905 Le vicende giudiziarie che coinvolgono Cifariello lo costringono a tornare a Molfetta dove in un locale dell'Istituto Apicella realizza diversi busti e medaglioni su commissione. Qui lavorerà alle statue in cartapesta che rappresentano la Veronica ed il Gruppo della Pietà che vanno tuttora in processione al Sabato Santo secondo la tradizione molfettese. "…la figura del Cristo morto incontrò molto favore specie per la conoscenza anatomica dimostrata…"

 

1909 Torna a Roma dove allestisce uno studio nella piccola piazzetta Scossacavalli. Frequenta l'Accademia di Francia e vince una medaglia d'oro con un gruppo in gesso su un tema obbligato "S. Pietro nega Cristo nel Pretorio di Pilato" al concorso bandito dall'Accademia dei virtuosi al Pantheon. L'anno seguente vincerà un premio in denaro al concorso dell'Accademia di San Luca con la terracotta "Rivestire gl'ignudi".

 

1911 "…in quegli anni la mia famiglia fu colpita da numerosi lutti che prostrarono il mio animo, per cui non mi sentii più di vivere a Roma tornando definitivamente al mio paese…" Qui Cozzoli fu ospite in un locale del Seminario Vescovile avendo modo di realizzare ulteriori opere fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

 

1915 Mandato prima a Chieti nel 18° Reggimento Fanteria verrà poi trasferito a Servigliano, nelle Marche, come interprete di tedesco nel Campo Prigionieri. Nelle due città trova, in ogni modo, possibilità di realizzare dei medaglioni, dei busti ed una gran targa in onore dei Caduti per la caserma di Chieti.

 

1919 Finita la guerra Cozzoli torna definitivamente a Molfetta aprendo un proprio studio nel prestigioso Palazzo Cappelluti. Da questi anni inizia un periodo di instancabile lavoro e di prolifera produzione artistica che non lo abbandonerà fino alla morte.

 

1931 A quest'anno risalgono i primi studi relativi al Gruppo "La Deposizione". Opera monumentale che lo impegnerà a lungo fino ad esprimere la summa dell'espressione artistica tracciata in molti dei lavori precedenti.

 

                             

1945 L'opera da lui stesso voluta, senza un committente, vede in questo periodo la sua completezza "…dopo sette anni di effettivo e faticoso lavoro…" diverrà da ora motivo di lunghe traversie che caratterizzeranno il resto della sua vita nella ricerca dei fondi utili a tradurla in marmo o in bronzo.

 

1957 Nella notte del 15 febbraio Giulio Cozzoli muore improvvisamente.

Il Comune istituisce un Comitato per le onoranze funebri che, tra l'altro, organizza una mostra delle sue opere nello studio di Palazzo Cappelluti e il 6 novembre dello stesso anno verrà scoperta una targa commemorativa in Via Rattazzi, 33 con l'epigrafe: "Qui nacque e morì Giulio Cozzoli grande scultore. Egli faceva dell'arte una realtà e l'arte fece di lui una verità".

"La Deposizione" resterà in gesso nello studio dello scultore fino al 1971 quando per la necessità di demolire lo stabile il nipote Maurangelo Cozzoli s'impegnerà al trasferimento del Gruppo verso Verona dove lavorerà egli stesso alla traduzione in bronzo fino al 1985 quando il Gruppo tornerà a Molfetta per ulteriori lavorazioni e la definitiva patinatura (1989-1996).

 

 

 

 

 

 

Giulio Cozzoli a 23 anni

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

S. Pietro nega Cristo nel Pretorio di Pilato

 

Rivestire gli ignudi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Maestro nel suo studio

 

 

 

La Deposizione in gesso