cu031.Un grande specchio
Il "Grande Fratello" specchio della vita quotidiana
Piuttosto che soffermarsi, inutilmente, su trama e personaggi di
quella che è visibilmente solo una fiction un po' più sofisticata
di quelle a cui hanno abituato il pubblico in questi ultimi anni,
si potrebbe parlare del "Grande Fratello" da un altro punto di vista.
Il gioco è infatti soprattutto una buona descrizione della vita
quotidiana di un qualsiasi, normale, cittadino che vive alle soglie
del nuovo millennio in un qualsiasi paese del mondo occidentale.
Spiato in ogni sua pur minima mossa da migliaia di telecamere,
così tante da far protestare persino l'imperturbabile Garante della
privacy, perennemente seguito nei suoi spostamenti dagli onnipresenti
telefoni cellulari, controllato negli acquisti dal sistema delle
carte di credito e delle carte premio dei supermercati, costretto
a sottostare nella vita di ogni giorno a regole burocratiche e "prove"
ben più incomprensibili di quelle dello show televisivo.
Perché allora fingere di scandalizzarsi per quella che si presenta
come una banale estremizzazione di una situazione del tutto normale?
Scartando le motivazioni dei diretti concorrenti delle reti berlusconiane
che hanno parlato male dello spettacolo soprattutto perché non sono
riusciti ad averlo per i loro palinsesti, la critica apparentemente
più sensata afferma che il "Grande Fratello" farebbe leva sulle
tendenze meno nobili dell'animo umano, sfruttandone le pulsioni
peggiori.
Sicuramente è vero, ma questo avviene già - e non da ieri - con
molte delle trasmissioni che passano quotidianamente su tutte le
televisione: dalle "cronache vere" registrate nei tribunali, ai
filmati amatoriali di catastrofi e morti varie, dalle "carambate"
lacrimose agli impiccioni di "chi l'ha visto", dalla morte in diretta
alle stragi nei paesi lontani trasmesse in prima serata da tutti
i telegiornali.
Perché allora indignarsi tanto per quello che potrebbe essere
(se non fosse finzione) paragonabile ad un qualsiasi esperimento
di psicologia sociale?
Ma non è nemmeno questo. Piuttosto le immagini che scorrono senza
sosta sono un ottimo "allenamento" per tutti coloro che le guardano,
una ennesima desensibilizzazione verso tutti i problemi sociali
che li circondano, non a caso nella casa del "Grande Fratello" non
sono ammessi mezzi di comunicazione con l'esterno, un training
per abituarsi a vivere in una società sempre più controllata ed
in modo sempre più sofisticato.
Il rischio è quello di alzarsi una mattina e scoprire, proprio
come accade nelle migliori storie di P.K. Dick, di essere noi quelli
intrappolati in un "gioco" e che la vera realtà è invece
proprio quella che vediamo nello specchio lucido del televisore.
La finta
evasione
Una trasmissione dell'inglese "Channel 5" sulla falsariga del "Grande
Fratello". Dieci persone rinchiuse in un carcere di massima sicurezza
devono riuscire ad evadere.
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