UN "TEMPO LIBERO" ILLUMINATO

Sono complesse le ragioni che sollecitano alcuni uomini ad incamminarsi su alcuni sentieri particolari della loro vita. Evidentemente ai vari fattori genetici che influenzano i futuri comportamenti umani (le preferenze culturali, le scelte di vita) si uniscono fattori esperenziali di natura sociale che, uniti, condizionano l'esistenza stessa. Gli psicologi del pragmatismo americano hanno individuato questi fattori nell'ambiente familiare, nel tipo di studi intrapresi, nelle amicizie, nelle letture e in tanti altri fattori. Praticamente ogni soggetto si fornirà degli elementi emotivi e razionali che gli consentiranno di condurre l'esistenza sul filo della coerenza e della maggiore libertà possibile.

Un tempo si diceva che l'abbandono per qualche tempo delle attività lavorative - il riposo - costituiva quel sollievo liberatorio chiamato il "tempo libero" anche se in realtà poteva diventare un "tempo vuoto" per i lavoratori, inteso come svago ma spesso perduto inveendo sulle autostrade o giocando nei caffè. Col mutare dei tempi e del tenore di vita è cambiato anche il concetto di quel tempo, che si è fatto sempre più "pieno" e più liberatorio: molti professionisti oggi affiancano all'attività lavorativa un'attività collaterale libera, più ricca spiritualmente e spesso più artisticamente creativa: uno di questi professionisti è il dr. Mauro Gliori che da decenni alterna al lavoro di ginecologo in ospedale, il lavoro di pittore.

Iniziò con un'attività pittorica dedicata all'osservazione della natura vista come elemento riproponibile in termini di identità e di garbata ingenuità. Le sue visioni più luminose miravano a cogliere gli aspetti più solari della realtà, unendo in una sola scenografia case e campi, alberi cieli e prati. Il paesaggio era dominante, sia quello marino della Versilia e sia quello delle colline retrostanti, rivisitato con la fantasia intelligente di un uomo colto che cercava di descrivere i momenti più silenziosi dell'ambiente naturale, le armoniche geometrie di una campagna che si offriva con dovizia di particolari e continui giochi di luce. Poi il suo discorso si ampliò nel tempo introducendo nel suo campionario tramonti e mareggiate, barche e arcate, cieli e pianure infinite, mutando anche la primitiva ingenuità in una più complessa visione delle composizioni, arricchendo la sua sintassi di elementi nuovi e imprevisti, fino a pensare inconsuete tematiche e impaginazioni, creando spazi più ampi e silenzi assoluti.

Mi pare che lo studio e le modalità delle fasi preparatorie siano mutate in vista di ulteriori progressi figurativi e si può dire che il suo lavoro si va approfondendo in ogni senso: di fronte ad un'arte contemporanea spesso preda di immotivate stranezze linguistiche e di convulse ciarlatanerie stilistiche, Gliori risponde con la pacatezza di un linguaggio tradizionale oltremodo misurato. Infatti ora presenta scenari esemplari, primi piani armonicamente fioriti, ridonandoci così la possibilità di provare antiche emozioni. Nelle ultime opere predominano scenari aperti ai cespugli del primo piano, a cieli rossi che rispondono a logiche di invenzioni, a marine appena increspate di bianco, a due linee che dividono serenamente cielo e terra. Le coreografie tendono a semplificarsi, la sobrietà delle sintesi appare come il fatto nuovo per eccellenza.

Non sono solito "prescrivere" modalità di esecuzione e mi pare ridicolo voler individuare chi ha dato i primi "riconoscimenti" all'artista (una specie di "patente" per fare pittura): credo sia solo necessario lodare l'attività di un pittore che non intende chiudersi nella scientificità di una pur nobile professione, ma che intende illuminarla di fantasia, offrendoci uno spettacolo di coerenza e di fedeltà immaginativa.

Ottobre 2004

Dino Carlesi