Cara Gloria, quando ci siamo incontrate durante
la mia conferenza alla Sala Borromini, circa un anno fa, non avrei
mai immaginato che sarei diventata la madrina della tua prima
mostra personale.
Una mostra in cui, per la prima volta, metti
in gioco te stessa ed il tuo passato di pittrice "per bene". Mi
hai scritto che temi la precarietà, che ti ispiri al motto ars
longa, vita brevis. Forse per te, come per tutti, l'esercizio
quotidiano del fare è un modo di esorcizzare la paura della morte.
Certo sarebbe bello "superare con l'opera i limiti della vita".
E' forse per questo che lavori come un'antica strega? Ti vedo
impegnata in un'operazione semi magica, attenta a far rivivere
qualcosa appartenuto a qualcuno, trasformandolo nel feticcio dei
feticci, l'opera d'arte. "La poesia di un bottone in una pozzanghera",
l'ha detto Kandinskij o forse Duchamp, ma poi che importa? Importa
di più saper dipingere alla maniera dei pittori ottocenteschi
o capire che si può, si deve fare altro? Siamo alle soglie del
Duemila, che diamine!
Mi hai anche detto che durante tutti questi mesi in cui hai rinunciato
alla rassicurante tecnica ad olio, per nature morte ed affini,
ti è sembrato di giocare. Tanto eri felice di sbrigliare la tua
fantasia, e di non essere più castigata dai tempi lunghi delle
velature, ma solo dai tuoi tempi interni.
Così, hai dato libero sfogo alle tue ossessioni più intime. Con
un bottone, un'asola, una melagrana, una camicia usata, hai ripercorso
gli itinerari più segreti del tuo inconscio. Col candore di una
novella Alice hai viaggiato nel paese delle meraviglie della tua
simbologia privata. Simbologia che avrebbe fatto la gioia di Jung
e forse anche di Freud.
Infine il colpo di coda.... Con l'abilità tecnica ed una inesausta
fantasia artigianale hai saputo infierire sui tuoi archetipi,
riuscendo a trasformarli in Opere, in oggetti "altro" da te.
Eccoti dunque al grande esordio cara Gloria. Con il tuo bel nome
Forti, che sembra nuovo di zecca come il tuo lavoro, come il tuo
talento salvato o ritrovato. Sei pronta a decollare, sappilo.
Ad andare ancora più in alto, ad abbattere anche le ultime barriere
nascoste dentro di te. Considero un privilegio, che la mia arte
mi ha dato, quello di aver visto sbocciare un talento così poliedrico
come il tuo.
Ora sta solo a te, non deludermi, non deluderci.