L'Artista

 

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«Si direbbe che il quadro dei miei giorni come le regioni di montagna, si componga di materiali diversi agglomerati alla rinfusa. Vi ravviso la mia natura, già di per se stessa composita, formata in parti eguali di cultura e d'istinto. Affiorano qua e là i graniti dell'inevitabile; dappertutto, le frane del caso. Mi studio di ripercorrere la mia esistenza per ravvisarvi un piano, per individuare una vena di piombo e d'oro, il fluire d'un corso d'acqua sotterraneo, ma questo schema fittizio non è che un miraggio della memoria. Di tanto in tanto, credo di riconoscere la fatalità in un incontro, in un presagio, in un determinato susseguirsi di avvenimenti, ma vi sono troppe vie che non conducono in alcun luogo, troppe cifre che a sommarle non dànno alcun totale. In questa difformità, in questo disordine, percepisco la presenza di un individuo, ma si direbbe che sia stata sempre la forza delle circostanze a tracciarne il profilo: e le sue fattezze si confondono come quelle di un'immagine che si riflette nell'acqua».

"Memorie di Adriano" Marguerite Yourcenar

 

 

Abbiamo voluto dare a questo sito un titolo che in realtà appartiene al mondo cinematografico. Il GOLFO MISTICO è quello stato ipnotico, di raccoglimento in cui lo spettatore è immerso quando assiste alla proiezione di un film. Tra lo spettatore e lo schermo c'è il vuoto. Questa porzione vacua deve consentire l'immediata astrazione e, ciò che più conta, il filtro di una fruizione completamente soggettiva. Ci auguriamo che l'impostazione del sito, così come lo abbiamo strutturato, consenta ai visitatori di vivere il golfo mistico e...............ci si perdoni l'ardire!

Ciro Di Matteo nasce a Napoli il 27 settembre 1968. Frequenta i primi due anni del Liceo Artistico di Via Duomo.

Negli anni compresi tra il 1990 e il 1995 frequenta i corsi di nudo artistico tenuti presso l'Accademia delle Belle Arti di Napoli dal Prof. Di Fiore. L'atmosfera rilassata e bohemienne di Via Costantinopoli offre all'artista la possibilità di partecipare a numerosi concorsi dentro e fuori il territorio campano e gli tributa sempre eccellenti riconoscimenti. Gare nei musei, esibizioni pittoriche ed installazioni ex-catedra lo vedono protagonista incontrastato nel panorama artistico di quegli anni. Ammirato, continuamente incitato, l'artista ha sempre sostenuto la tesi dell'arte come universo spontaneo:

«L'Arte - sostiene - sgorga dal candore/squallore dell'essere umano. Essa non può essere monologica. Deve necessariamente rappresentare il groviglio, il diritto e il rovescio, che l'uomo è nella sua essenza. Successivamente deve dipanare l'intreccio e lanciarlo, come il Dio blakeano, nell'universo circostante».

E la sua arte si configura come un fiore del/dal male. L'Arte appartiene al Male. I due concetti sono strettamente interconnessi. Nel suo slancio espansivo essa è rottura; è sempre una sfida. Eppure, nella sua maledizione, essa è sempre naïve. L'Arte, poi, viene dal Male. La coscienza profonda, tragica e prosaica dell'essere genera il canto, la poesia.

L'arte di Ciro Di Matteo è arte bambina: ingenua e maledetta. E nella sua spontaneità, essa si consacra al Male.

Non solo......

La sua arte è eros, edonismo e lacerazione. Sublime mosaico di candore e di sangue.

La sua arte è segno del/sul corpo, armonia e caos. Sovrapposizione e trasposizione dell'io sull'altro.

Tutto questo, perché l'artista è bambino, eros, sema e corpo.

E Ciro Di Matteo profonde nelle sue creazioni l'ambivalenza dell'essere fino all'indistinto, coniuga l'uso di materiali e del pensiero in un abbraccio stemperato che grida al mondo l'essenza tragicomica dell'uomo, sequestrato alla felicità e ritrovato nel pneuma universale. Qualunque sia l'oggetto di rappresentazione, l'artista lo trasfigura al punto di offrire alla tela l'immagine caleidoscopica del sé diviso e lacerato.

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