In
risposta ad una interrogazione presentata nel maggio scorso dai
Consiglieri regionali radicali Carmelo Palma e Bruno Mellano – e
sottoscritta anche dal Verde Enrico Moriconi – riguardo al caso
del cittadino di Alessandria Gian Piero Buscaglia, dipendente
amministrativo della Polizia di Stato che, dopo essere stato
ingiustamente convocato a 12 perizie psichiatriche, ha subito il
licenziamento, l’Assessore alla Sanità uscente Valter Galante ha
ammesso: “non ho problemi ad affermare che il numero di visite e
di perizie psichiatriche commissionate è anomalo”.
Dichiarazione
di Igor Boni (Segretario dell’Associazione radicale Adelaide
Aglietta) e Carmelo Palma (Consigliere regionale radicale uscente)
“Vogliamo
ringraziare l’Assessore Galante che, per primo, ha
“istituzionalmente” riconosciuto che le stesse istituzioni hanno
agito in modo ‘anomalo’ nei confronti di Gian Piero Buscaglia.
Il
caso di Buscaglia è infatti un esempio eloquente di quale sia il
livello di degrado che ha raggiunto il nostro paese. Si impone
“burocraticamente” una visita psichiatrica a un cittadino
incensurato (per ragioni di servizio, e per una verifica della sua
“compatibilità” con le mansioni svolte): malgrado il
“periziato” risulti sano di mente e non abbia commesso crimini
lo si ri-sottopone ad una nuova raffica di perizie psichiatriche…:
un trattamento che non viene di norma riservato neppure ai serial
killer. Così viene sbattuto sui giornali, indotto e costretto a
atti di protesta sempre più eclatanti che lo portano a decine di
processi e ovviamente a nuove umilianti perizie psichitariche
e infine licenziato.
L’esito
delle perizie è ovvio: Buscaglia è ripetutamente riconosciuto
“sano di mente”; i processi vanno per lo più risolvendosi in
assoluzioni, archiviazioni, prescrizioni. Ma il marchio resta;
finiti i soldi, ora Buscaglia deve lasciare la casa, dovendo
scegliere fra pagare l'affitto o passare gli alimenti ai figli (ai
quali, intanto, è stato mutato il cognome per motivi di
reputazione). Tutto questo è accaduto per mano dello Stato e nel
silenzio assordante pressoché di tutti. Certo: un caso perlomeno
anomalo! Noi preferiamo parlare di violazione dei diritti, noi
preferiamo chiedere ai sindacati, alla politica, alle decine di
associazioni che si occupano di diritti negati, alla cosiddetta
società civile: dove siete??”