Vivere la Toscana: Arte, Cultura e Turismo a Chiusdino, Siena.

Castellina in Chianti in bicicletta

Tratto dal libro di Fabio Masotti "Il Chianti in Bicicletta", Editrice Grafica L’Etruria

Castellina in Chianti - Castellina Scalo - Monteriggioni -
Badesse - Lornano - Fonterutoli - Castellina in Chianti

Percorso di media difficoltà con 3 Km. di strada sterrata.

Il turista che si avvicina a Castellina in Chianti provenendo dalla statale 429 o dalla 222 nota, tra le altre, due costruzioni che sovrastano tutte le altre: la rocca, simbolo preciso di un poderoso medioevale sistema difensivo, e la fabbrica del Niccolai che si caratterizza, in negativo, quale opera architettonicamente brutta e dall’impronta alquanto arrogante. Purtroppo delle due, soprattutto da lontano, è la seconda che si impone e che, con la sua mole, sembra soffocare e schiacciare il resto del paese. Pur con tutto ciò il centro di Castellina, situato in una posizione suggestiva e dominante le vallate che degradano verso la Val d’Arbia e verso Siena, rimane una delle tappe fondamentali di un viaggio nel chianti senese.
Senza dubbio la storia dell’insediamento umano di Castellina è alquanto antica; con certezza possiamo documentare la presenza si un centro etrusco di una qualche importanza grazie a ritrovamenti archeologici che hanno riportato alla luce una tomba a ipogeo posta su una altura a ridosso dell’attuale abitato. Ma al di là di questa sua origine, la struttura urbanistica del paese ci riporta al suo importante passato medioevale quando Castellina venne posta a capo di una dei tre "terzieri" nei quali era suddivisa la Lega del Chianti, sistema difensivo fiorentino in chiara funzione antisenese. E’ così che dopo il Lodo di Poggibonsi del 1023, che stabilisce il riconoscimento della momentanea supremazia di Firenze su questo territorio, Castellina diventa uno dei capisaldi più avanzati della repubblica fiorentina verso Siena. Saccheggiata e ricostruita con nuove fortificazioni, passò più di una volta nelle mani dei senesi per poi tornare definitivamente, nel 1483, sotto il dominio fiorentino. L’attuale borgo murato conserva in parte i caratteri delle fortificazioni quattrocentesche; la cinta muraria, ben conservata sul lato settentrionale, è qua e là intervallata da torri mozze. L a rocca, poderoso cassero che si sporge fuori dalle mura occidentali, è stata restaurata nel 1927 ed attualmente è sede del Municipio. Autentiche sono la porta d’ingresso della rocca ed alcune finestre; tutto il resto, compresa la merlatura, è integrale opera di restauro.
L’itinerario parte proprio dal centro del paese; si pedala in direzione Siena sulla statale 222. Dopo qualche centinaio di metri, proprio davanti al complesso Niccolai, pieghiamo sulla destra verso Castellina Scalo. Prima di iniziare la discesa è bene soffermarci un momento per osservare l’ampio panorama che si ape sulla Val d’Elsa e il dolce degradare delle colline che scivolano verso la stretta pianura. Il fondo stradale buono, lo scarso traffico automobilistico e la carreggiata abbastanza ampia, permettono di scendere senza rischi particolari. Due chilometri di continua discesa e poi, sulla sinistra, s’incontra una diramazione che porta al castello La Leccia, struttura architettonica ore trasformata in villa. Tornati sulla strada asfaltata, si prosegue in discesa ancora per due chilometri raggiungendo l’antico insediamento medioevale di Rocca delle Macie, oggi importante fattoria vinicola, da cui si ha una panoramica suggestiva sul Castello La Leccia. Scendiamo ancora per qualche altro chilometro, poi, proprio quando la strada diventa pianeggiante, un’indicazione porta la dicitura "Fattoria Lilliano". Una strada in ripida salita ci conduce, dopo appena 500 metri, all’abitato di Lilliano. L’imponente costruzione della fattoria domina il piccolo borgo; da visitare la pieve di Santa Cristina i cui caratteri iconografici sono abbastanza inconsueti per le pievi del Chianti: un’unica grande navata la caratterizza. Della chiesa originale non rimane che la facciata, contraddistinta da una bel filatterio di alberese ben conservato. Sopra il portale d’ingresso, ad archivolto e lunetta, si nota un’ampia monofora, probabilmente originale.
La campagna intorno è ben lavorata e alla preponderante coltura della vite si alterna quella dell’olivo e, più a valle, quella del grano. La strada che conduce a Castellina Scalo continua scendendo dolcemente; tratti di pianura indicano che ormai siamo in prossimità del fondovalle della Val d’Elsa.
La successiva tappa del percorso è Castellina Scalo. Qui si incontra la SS 2 e per circa sette chilometri la percorriamo, direzione Siena. Lasciata Monteriggioni, dopo aver attraversato una zona seriamente compromessa da escavazioni di pietrisco, al culmine di una pedalabilissima salita, si prende sulla sinistra una strada bianca con indicazione Poggiolo. Saliamo fino alla località indicata, poi una ripida discesa, particolarmente pericolosa, ci porta all’abitato di Badesse che non presenta alcun interesse storico e paesaggistico. Pedaliamo nuovamente sull’asfalto seguendo i cartelli segnaletici che indicano Lornano dove arriviamo un po’ affaticati per la ripida salita di un chilometro che da Badesse ci ha portati in una zona di media collina.
Si procede ora verso Castellina; dopo quasi un chilometro si torna a pedalare sullo sterro ma il fondo stradale non presenta problemi particolari. Leggere salite si alternano a facili discese fino a quando non arriviamo ad un incrocio. Qui giriamo a destra e dopo un breve tratto ci immettiamo sulla 222.
Ci attendono 10 Km. Quasi interamente in salita. La strada si impenna subito e fino all’abitato di Pomona è bene pedalare con un rapporto agile; inizialmente si procede in mezzo ai boschi di querce, poi il bosco si apre ed iniziano le coltivazioni della vite e dell’olivo. Dopo 4 Km. Di ascesa, al Km. 50 della Statale Chiantigiana, una strada sulla nostra sinistra permette di raggiungere San Leonino, Topina e Lornano. Noi continuiamo sulla 222 ed arriviamo a Fonterutoli; Il borgo sorge in una zona di antico insediamento ma ben poche sono le tracce rimaste del suo medioevale passato. Notizie certe ci dicono che a Fonterutoli fu rogato, nel 998 un privilegio dell’imperatore Ottone III per la diocesi aretina. Nella locale chiesa di San Miniato il 29 marzo 1201 fu stipulato il famoso accordo tra Siena e Firenze in base al quale i due comuni si lasciarono liberi di conquistare rispettivamente Montalcino e Semifonte. Nel 1208, sempre a Fonterutoli, fu firmata una nuova pace fra i due rivali. Dalla storia alla leggende: si racconta che proprio a Fonterutoli venne tracciato il confine tra il territorio senese e quello fiorentino in virtù del famoso incontro di due cavalieri delle rispettive città.
Lasciato il paese, la strada riprende a salire ma in leggera pendenza; ampi panorami si aprono sulla vallata sottostante e più lontano su Siena e sulla zona delle crete senesi. Boschi di quercia e cipressete si alternano a spazi coltivati. Incontriamo un primo bivio che porta a Vagliagli e poi un secondo chiamato Croce Fiorentina. Castellina è ormai alla nostra portata, l’ultimo chilometro è prima in leggera discesa e poi in pianura

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