Tra
i centri storici della Locride, Grotteria occupa un posto di grande
rilievo, per le sue vicende storiche. Possono essere riconosciuti
luoghi riconducibili a varie civiltà:
- Necropoli
Indigena
Complesso sepolcrale più importante venuto fin ora alla luce (XI-VI
sec. a.C.) nel quale sono stati ritrovati molti corredi funerari
consistenti in ceramiche graffite e incise, di produzione locale.
- Necropoli
Greca
Complesso sepolcrale di età classica costituito da tombe del tipo
a cappuccina, di rito a "seppellimento".
- Necropoli
Ellenica
Complesso costituito da sepolcri a cappuccina, di rito a "inumazione"
con corredi funerari contenenti anche ceramiche figurate.
-
Necropoli Romana
Costituita da sepolcri a cappuccina, in prossimità della quale
si suppone l'esistenza di resti di una "villa rustica" latina.
- Necropoli
Greca
Complesso di costruzioni murarie di cui rimangono scarsi resti
delle fondamenta.
Grotteria
dista circa 7 o 8 miglia dall'antica Locri, di cui fu colonia per
un tempo imprecisabile, giace alle falde di una collina sulla cui
vetta esistono ancora i ruderi di un antico e imponente castello.
All'antico nome Castrum Minervae, nell'anno di Roma 631 andò
sostituito quello di Cryptae-aureae (Grottaurea) senza dubbio in
riferimento alle miniere d'oro intorno a quei luoghi, delle quali
fan parola Strabone, Manzochio e Grimaldi.
L'evoluzione toponomastica di questo centro del Locrese è la seguente:
Athenaian o Atheneon; Grokteau; Minervium; Castrum Minervae; Cripta
Aurea; Grottaurea e Grottaura; Grottarea; Goteria; Grottaria e infine
Grotteria.
Favolosa l'origine della città, la si vuole fondata da Idomeneo:
ma rimarrà sempre vera l'antica esistenza di questo centro abitato
e la sua origine greca.
Grotteria verso il 1458 fu a capo di un'importantissima contea,
avendo ben 32 casali sotto la sua dipendenza e da Alfonso
I d'Aragona venne data in feudo al conte Marino Correale
Sorrentino. Sotto il regime borbonico si fece strada sempre
più prepotente, l'idea dell'Unità d'Italia, che ebbe in Grotteria
i suoi più validi alfieri e propugnatori, tra cui principalmente,
Giovambattista, Nicodemo e Nicola Palermo, figure molte note agli
studiosi del nostro Risorgimento.
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