VALSAVARANCHE ALLA "CASA DI ORVEILLE"

Siamo in Vasavaranche è una fresca mattina di ottobre, il cielo è limpido ed il sole che illumina il complesso maestoso del Gran Paradiso, mette in risalto l'abbondante nevicata in quota, di qualche giorno prima. Oggi raggiungiamo la casa di "Orveille" antica casa di caccia del Re, la partenza è fissata per le 9,30 presso Dégioz subito dopo il po te sul torrente Savara. La valle è molto fonda, i monti che la fiancheggiano sfiorano i 4000 m ed i raggi del sole autunnale non hanno acora raggiunto il fondo valle. Selliamo i cavalli e dopo i preparativi di rito, partiamo entrando in un bosco di Abete Rosso, Larice e Pino Cembro e seguendi un antico sentiero di caccia ben tenuto ci portiamo con rapidi tornanti subito in quota. Ora al bosco si alternano ampie conoide detritiche, normali vie di scarico delle nevi primaverili, in questi attraversamenti vediamo delle marmotte con il bellissimo pelo già pronto per la stagione invernale che dritte sulle zampette posteriori segnalano la presenza di estranei con acuti richiami. Ora il sole si fa sentire con il suo calore confortante mentre l'orizzonte si apre sempre più mostrando un grandioso anfiteatro di cime innevate. Ad un tratto Eminent, il purosangue di Tiziano Bedostri, nostra implacabile guida, ci avverte con un leggero fremito delle presenza di qualche animale, volgiamo lo sguardo su per il pendi erboso e con grande sorpresa a non più di 30m c'é un camoscio che se ne sta eretto impassibile. E' un attimo e con rapidi e agilissimi balzi si allontana.
Ormai il bosco si dirada per lasciare posto ad un pianoro con arbusteti e rododendro, ginepro e uvaorsina. La valle quasi scompare e maestosa esce da un lato la Grivola con i suoi 3969m. In fondo il Gran Paradiso, l'unico 4000 interamente in territorio italiano.
E' proprio qui a circa 2200m di quota si apre una piana incantevole con la graziosa Casa di Orveille usata dal Re come base per la caccia, in parte ricostruita dopo una slavina di alcuni anni fa ed ora affidata alle guardie del parco. Dopo una breve pausa per le foto ricordo, iniziamo una discesa seguendo un sentiero assai stretto e ripido che tra crinali rocciosi ci porterà a valle a circa 700m più in basso in località Eau Rousse (1660m). Qui finalmente i cavalli possono riposare e rifocillarsi, liberi in un prato cintato, mentre noi ci apprestiamo a gustare le specialità valdostane dell'Hostellerie.
Dopo pranzo, visto la bellissima giornata e considerando che tutto sommato siamo in pochi e ben affiatati, decidiamo di prenderci la soddisfazione di risalire quel ripido pendio, mettendo alla prova i cavalli e l'abilità dei cavalieri. E' proprio in questa occasione che si può apprezzare il sapiente lavoro di addestramento ed allenamento che hanno avuto i nostri cavalli. Io monto Kid, un mezzosangue che proprio in queste occasioni da' il meglio d se. Il più giovane del nostro gruppo è Erik di soli undici anni in sella a Sidy. Tutti i cavalieri del nostro gruppo montano all'inglese nei punti più critici, Tiziano ci raccomanda di lasciare le redini lunghe e di bilanciarsi in avanti sull'inforcatura per permettere ai cavalli maggiore spazio di manovra.
E' una sensazione meravigliosa, ci si sente in sintonia con il cavallo e se ne apprezzano sia la potenza che il senso d'equilibrio.
Ripercorriamo quindi lo stesso percorso a ritroso della mattina soffermandoci spesso a gustare lo splendido panorama. Giunti in quota, entriamo nel bosco ed iniziamo la lunga discesa, stavolta vediamo degli scoiattoli piccoli, ma con una bellissima coda che salgono veloci sugli alberi, e così dopo circa due ore di discesa tranquilla concludiamo il nostro trekking a Dégioz.

Articolo
di Giuliano Castiglioni


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