LAGO DI CIGNANA

La giornata si prospettava splendida fin dal mattino. Il cielo era azzurro senza una nuvola, una brezza leggera fungeva da sottofondo alle parole di Tiziano che illustravano ai partecipanti il programma del trekking, la meta: Lago di Cignana, Rifugio Barmasse. Dopo aver ascoltato disposizioni di ogni tipo, la colonna dei cavalieri, al passo, si allontanava dal maneggio. Ognuno parlava, in silenzio, con il proprio cavallo, mentre ci si dirigeva verso Torgnon percorrendo sentieri a volte in salita, a volte in piano, entusiasmanti, arrivando ad ammirare un panorama fantastico: il Cervino si mostrava in tutta la sua maestosità, contornato dalle altre montagne, e splendente dalla maestosità del cielo: grande fu lo stupore di tutti.
Giungemmo a Torgnon dopo circa un'ora e ci incamminammo verso l'area pic-nic, tratto abbastanza pianeggiante, lievemente in salita al trotto. Una volta superata la tappa, i cavalli erano ormai caldi e presto, correva voce, avremmo galoppato. Infatti il sentiero, agibile anche alle auto, ampio, largo, sembrava perfetto per lanciarsi al galoppo, inuna corsa quasi interminabile. E così fu, Tiziano partì al trotto e quindi al galoppo e gli altri dietro lo seguirono. Continuammo così per molto tempo, finché la strada lo permise. Infatti il sentiero si faceva sempre più in salita, caratterizzato da tornanti più o meno grandi che quindi percorremmo al passo. Proseguimmo così per qualche chilometro, tranquillamente, anche se il cielo stava iniziando ad annuvolarsi e a causa dell'altitudine l'aria si faceva più fredda. Le pinete, compagne per gran parte del viaggio, ormai erano scomparse e grandi praterie alpine si stendevano ora davanti a noi, interrotte solo da pochi cespugli di rododendro e qualche masso. L'altezza raggiunta era oltre i 2000 metri e presto arrivammo al rifugio, situato appena prima del lago. Attorno al bacino, la zona sembrava più viva e le montagne circostanti si potevano ammirare anche sulle acque.
Sistemati i cavalli, al calore del rifugio Barmasse, un bel pranzetto attendeva tutti i partecipanti, accompagnati anche da amici e parenti. Mangiammo a volontà, un'ottima polenta e un delizioso spezzatino di carne; fontina e dolci chiusero il pasto. Il ritorno assicurava altro divertimento. La stessa strada dell'andata permise una nuova galoppata e tornati in maneggio la felicità generale non permetteva alla stanchezza di prendere il sopravento, ma ormai la giornata era terminata.

Articolo
di Luca Indraccolo


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