Capoterra Potrebbe non essere
doloso ma colposo il vasto incendio che ha devastato nei giorni scorsi
oltre trenta ettari di vegetazione tra Sa Perda e sa Gattu, su Sinzurru e
sa Bordiera. I ranger del Corpo forestale stanno vagliando diverse
ipotesi, ma la pista con cui si lavora con maggiore insistenza è appunto
quella dell’incidente involontario. Qualcuno, insomma, avrebbe acceso un
fuoco che poi, per colpa del forte vento di maestrale, non è più
riuscito a controllare.
Intanto le associazioni di volontariato che operano sul territorio si
preparano ad affrontare una nuova campagna contro la piaga del fuoco.
«Come soci operativi siamo una quarantina, tutti volontari di Poggio dei
Pini e Capoterra», spiega il presidente del Grusap, Giacomo Cilloccu. «La
nostra associazione - aggiunge - dispone di tre mezzi, due autobotti
rispettivamente da millecinquecento litri e da quattrocento e un
fuoristrada per il trasporto delle persone». Ma il parco macchine, almeno
all’interno del centro residenziale, può fare affidamento anche su
altre due autobotti gestite direttamente dalla cooperativa di Poggio dei
Pini: la prima capace di trasportare cinquemila litri d’acqua e la
seconda mille e 500. A condurle sono gli operai della coop.
«In effetti i mezzi sono sufficienti, ma inutile affermare il contrario.
La vera lotta agli incendi, soprattutto quando si tratta di roghi
insidiosi come quello dell’altro pomeriggio, si può fare solo con i
canadair, che devono però arrivare in tempi rapidi sul posto e non
attenderli dalla Penisola. È impensabile che la Sardegna continui a
restare indietro sull’organizzazione dell’antincendio rispetto a
quanto avviene per esempio in Corsica, dove l’amore per l’Isola è ben
più sentito. Evidentemente i corsi ci tengono parecchio al loro ambiente».
Per Cilloccu, Capoterra «Non fa una vera politica di tutela ambientale
soprattutto indirizzata alla gestione della premontagna con la pulizia del
bosco, e alcuni lavori per realizzare le fasce tagliafuoco sono stati
effettuati non correttamente, da gente veramente esperta. Molte stradine
rurali, poi, dovrebbero essere rimesse a posto e sistemate».
La pensa così anche il responsabile della “Nova”, l’altra
associazione di Capoterra impegnata tutto l’anno nella lotta contro il
fuoco. Anche i volontari dell’organizzazione guidata da Umberto Pireddu
erano presenti a Poggio l’altro pomeriggio per contribuire a spegnere le
fiamme che minuto dopo minuto minacciavano sempre più da vicino le case.
«Noi abbiamo 35 soci attivi e due mezzi: un Land rover dotata di bremack
e un serbatoio da cinquecento litri e un altro fuoristrada con 600 litri.
Poi ci sono le macchine private, dei singoli soci, che molto spesso, anzi
sempre, vengono messe a disposizione durante le emergenze». Pireddu
qualche contestazione se la lascia scappare. «Siamo pronti a tutte le
ore, mattina e notte, ma le istituzioni devono garantirci almeno le spese
vive. Non è pensabile che i volontari, oltre all’impegno di tempo,
debbano anche pagarsi le assicurazioni e la benzina dei mezzi».
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