Un lungo pomeriggio di paura nell’hinterland di
Cagliari. Tra Poggio dei Pini e le montagne di Capoterra un grosso
incendio è divampato nel primo pomeriggio a Monte Arrubiu e Sa Pedra e sa
Gattu. Le fiamme, alimentate dal forte vento di maestrale, hanno
minacciato da vicino alcune abitazioni costringendo le forze dell’ordine
ad evacuarle. Solo dopo un lungo lavoro le squadre a terra dei vigili del
fuoco, del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, delle associazioni
di volontariato della protezione civile sono riuscite ad avere ragione del
fuoco e salvare le villette tra il terrore degli abitanti. Grazie anche
all’intervento di tre elicotteri e di un Canadair si è potuto bloccare
il grosso rogo prima che aggredisse l’intera montagna.
Parecchi ettari di vegetazione e macchia mediterranea sono andati
completamente distrutti, ma le stime esatte potranno essere rese note solo
stamani, quando si conteranno i danni di quest’ennesimo attentato
incendiario nel sud dell’Isola.
Nessun dubbio sull’origine dell’incendio, visto che già nel tardo
pomeriggio, quando si stava compiendo il delicato intervento di bonifica,
sarebbero spuntate fuori alcune micce. Segno inequivocabile del dolo.
Mentre un altro focolaio, probabilmente anche questo di natura volontaria,
è stato avvistato e poi circoscritto appena in tempo sul ciglio della
strada.
Il primo focolaio è partito poco dopo le due del pomeriggio, ma già in
mattinata i forestali della stazione del paese e volontari
dell’associazione Nova e del Grusap di Poggio dei Pini avevano dovuto
operare nelle campagne di Is Olias, nei pressi della sede della XXIII
Comunità montana, per spegnere un incendio. Le operazioni, insomma, sono
dovute ripartire d’accapo, con le squadre dei volontari della Nova, del
Grusap, della Prociv Arci e l’Orsa di Assemini impegnati per diverse ore
e al fianco dei ranger e dei vigili del fuoco per impedire l’estendersi
dei roghi. Fondamentale l’arrivo del canadair giunto da Ciampino, che ha
scaraventato sulle fiamme, con ripetuti lanci, le “bombe” d’acqua,
prima che queste superassero le montagne per “imboccare” la strada che
porta verso la miniera di San Leone. Adesso a Capoterra e Poggio dei Pini
c’è davvero paura per il ripetersi degli attentati incendiari. Quello
di ieri è il secondo grosso rogo nel giro di quindici giorni, anche se
altri focolai minori sono stati appiccati a più riprese nei pressi del
centro residenziale montano. E mentre le ceneri ancora ricoprono le
colline di Poggio dopo il gravissimo episodio del primo giugno, quando
oltre trenta ettari di vegetazioni sono andati in fumo a due passi dalle
case della lottizzazione. Anche in quel caso, i carabinieri furono
costretti ad allontanare dalle abitazioni diverse famiglie.
A. Pi.
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