dall'unione del 16 giugno 2001

Poggio dei Pini.
Il rogo è stato spento nel tardo pomeriggio
Tornano gli incendiari Evacuate cinque villette

Un lungo pomeriggio di paura nell’hinterland di Cagliari. Tra Poggio dei Pini e le montagne di Capoterra un grosso incendio è divampato nel primo pomeriggio a Monte Arrubiu e Sa Pedra e sa Gattu. Le fiamme, alimentate dal forte vento di maestrale, hanno minacciato da vicino alcune abitazioni costringendo le forze dell’ordine ad evacuarle. Solo dopo un lungo lavoro le squadre a terra dei vigili del fuoco, del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, delle associazioni di volontariato della protezione civile sono riuscite ad avere ragione del fuoco e salvare le villette tra il terrore degli abitanti. Grazie anche all’intervento di tre elicotteri e di un Canadair si è potuto bloccare il grosso rogo prima che aggredisse l’intera montagna.
Parecchi ettari di vegetazione e macchia mediterranea sono andati completamente distrutti, ma le stime esatte potranno essere rese note solo stamani, quando si conteranno i danni di quest’ennesimo attentato incendiario nel sud dell’Isola.
Nessun dubbio sull’origine dell’incendio, visto che già nel tardo pomeriggio, quando si stava compiendo il delicato intervento di bonifica, sarebbero spuntate fuori alcune micce. Segno inequivocabile del dolo. Mentre un altro focolaio, probabilmente anche questo di natura volontaria, è stato avvistato e poi circoscritto appena in tempo sul ciglio della strada.
Il primo focolaio è partito poco dopo le due del pomeriggio, ma già in mattinata i forestali della stazione del paese e volontari dell’associazione Nova e del Grusap di Poggio dei Pini avevano dovuto operare nelle campagne di Is Olias, nei pressi della sede della XXIII Comunità montana, per spegnere un incendio. Le operazioni, insomma, sono dovute ripartire d’accapo, con le squadre dei volontari della Nova, del Grusap, della Prociv Arci e l’Orsa di Assemini impegnati per diverse ore e al fianco dei ranger e dei vigili del fuoco per impedire l’estendersi dei roghi. Fondamentale l’arrivo del canadair giunto da Ciampino, che ha scaraventato sulle fiamme, con ripetuti lanci, le “bombe” d’acqua, prima che queste superassero le montagne per “imboccare” la strada che porta verso la miniera di San Leone. Adesso a Capoterra e Poggio dei Pini c’è davvero paura per il ripetersi degli attentati incendiari. Quello di ieri è il secondo grosso rogo nel giro di quindici giorni, anche se altri focolai minori sono stati appiccati a più riprese nei pressi del centro residenziale montano. E mentre le ceneri ancora ricoprono le colline di Poggio dopo il gravissimo episodio del primo giugno, quando oltre trenta ettari di vegetazioni sono andati in fumo a due passi dalle case della lottizzazione. Anche in quel caso, i carabinieri furono costretti ad allontanare dalle abitazioni diverse famiglie.

A. Pi.