UNIONE SARDA 19 maggio 2002
Capoterra.
Più di cento volontari mobilitati per un’esercitazione regionale di protezione civile
Alluvione falsa, soccorsi veri
Coinvolte anche le scuole in tre giorni di disastri simulati

Capoterra Nella mattinata l’evacuazione di due scuole in fiamme; nel pomeriggio, il crollo di una frana in una discarica di inerti con tre persone rimaste sepolte. Paura? Ma no, si è trattato solo di un intervento simulato. Una esercitazione con protagonisti dodici associazioni dei volontari della Protezione civile sarda e 120 volontari. Con loro i cinofili, buldozer, picconi, badili. Un po’ di tutto insomma. Quello che serve quando c’è da affrontare una emergenza vera.
Da due giorni i volontari sardi sono impegnati in un vero e proprio tour de force che si concluderà nella mattinata di oggi con i briefing, il ripristino della viabilità e lo svuotamento di scantinati dall’acqua alluvionale.
Ieri, improvviso, l’”allarme” è scattato nella mattinata in una scuola elementare e all’Istituto tecnico. Uno studente è uscito per andare in bagno, ha visto del fumo nell’andito, ha dato l’allarme. Si stava sviluppando un ”incendio” col rosso-fuoco creato artificialmente che iniziava a dilgare nell’Istituto. Da qui l’arrivo dei volontari che hanno evacuato le due scuole portando tutti in salvo.
Più tardi, nuovo allarme. Il titolare di una discarica di inerti si rivolge alla Protezione civile. Una frana ha sepolto due operai e una donna ( rappresantati da manichini). Arrivano le unità cinofile del Cus Sardegna di Quartu, quelli della Lavos, del Masise, della Misericordia con le ambulanze, l’Sos, il Grusap, il CvPc di Capoterra. E via via le altre associazioni. Il caso è disperato. I cani cercanno di localizzare le vittime, i volontari scavano con molta attenzione. Si individuano i ”sepolti vivi”. Uno di loro sta molto male. Quindi il ricovero in ospedale. L’emergenza continua sino al recupero di tutti.
«Sono giornate davvero intense»-dice Luciano Bernardi, responsabile della colonna mobile italiana per l’intervento rapido nell’area Sardegna. C’è la mobilitazione di tutti: della gente, dei volontari, del Comune, della Comunità montana. O ”Is Olias” abbiamo allestito il Centro operativo ed anche il Centro di accoglienza degli alluvionati, un posto medico avanzato, una cucina mobile da campo, un servizio di assistenza. La scelta di Capoterra non è casuale. Basta ricordare i danni provocati da queste parti dall’ultima devastante alluvione».
E’ da anni che i volontari sardi sono impegnati in queste prove simulate. «Assolutamente necessarie-dice Bernardi-per creare professionalità. Non dimentichiamo che ogni anno si registrano nuove iscrizioni. Con i volontari che ovviamente devono prepararsi per affrontare la emergenza vera».

Raffaele Serreli