14 11 1999

Auto sommerse dall'acqua, grossi danni anche a Poggio dei Pini

Capoterra in ginocchio

 


Capoterra Gli occhi sono tutti puntati verso il cielo, verso le montagne che sovrastano il paese da cui, venerdì notte, è arrivato il finimondo, quell'inferno di acqua e fango che ha inondato Capoterra, distrutto strade, allagato interi quartieri, spazzato via muri e piazze e strappato la vita ad una donna, Felicina Piano di 42 anni, madre di due adolescenti, portata via dalla violenza di un'onda di piena nonostante il disperato tentativo di prestarle soccorso da parte del marito, Gino Dessì, e di alcuni vicini di casa. Capoterra è sul lastrico. Spera che il peggio sia finito, che le piogge torrenziali che hanno fatto scattare l'emergenza siano passate. Ma anche ieri mattina, mentre migliaia di persone cercavano di liberare le case dal fango e dall'acqua, altra acqua è scesa dalle nuvole nere e gonfie che hanno continuato a oscurare l'aria.

Inutile contare i danni, fare una stima del disastro. C'è ora l'urgenza di risolvere e in fretta le difficoltà. E mentre i vigili del fuoco, le squadre della Protezione civile, i forestali, carabinieri e polizia, guardia di finanza e volontari, ma soprattutto la stessa popolazione continuano nella difficilissima opera di bonifica del centro abitato, l'Amministrazione comunale ha istituito un'unità di crisi che ha come base logistica l'ufficio del sindaco. E nella mattinata a Capoterra è arrivato anche il presidente del Consiglio regionale Efisio Serrenti che ha garantito l'appoggio immediato della Regione. Oggi alle 10, inoltre, è convocato un consiglio comunale straordinario per cercare di trovare tutte le possibili soluzioni per riportare Capoterra alla normalità. Nella palestra di via Battisti, inoltre, è stato allestito un centro di accoglienza nel caso che gli appartamenti messi a dura prova dall'inondazione debbano essere fatti sgombrare. Sarà l'esercito ad assicurare i letti e le coperte e comunque tutte le attrezzature necessarie a ospitare eventuali famiglie di senzatetto. Anche la sede della Misericordia è stata inondata fino al soffitto, tanto che i volontari sono dovuti fuggire. Un'ambulanza è stata trascinata e danneggiata, e l'associazione potrà per questo operare solo parzialmente allertata in caso di necessità tramite il "118".

Le zone più colpite sono quelle di Santa Rosa, a nord del paese, dove le vie dell'omonima lottizzazione privata (che ancora attende gli interventi di urbanizzazione primaria a cominciare dalle strade), nata incredibilmente sul letto di un fiume asciutto da anni ma rinvigorito improvvisamente dalle piogge di venerdì sera, hanno creato vere e proprie voragini e inghiottito numerose auto. Il quartiere è praticamente isolato, sconquassato: tanto che anche gli interventi di soccorso sono stati resi quasi impossibili per i mezzi dei vigili del fuoco e della protezione civile. Ieri per tutta la giornata le autobotti del Corpo forestale hanno continuato incessantemente a pompare l'acqua dalle cantine e dalle abitazioni, mentre le richieste d'aiuto arrivavano dall'intero territorio. A Liori, l'altro quartiere messo in ginocchio dal nubifragio, è stata letteralmente cancellata una piazza, anche questa realizzata sul letto di un torrente in secca. Le precipitazioni hanno però trasportato a valle una massa d'acqua impossibile da contenere. E ancora disastri a Mangioi, il quartiere cresciuto all'insegna della più assurda follia urbanistica dove appena vent'anni fa si andava a fare il bagno nel fiume Baccu Tinghinu.

«Proprio questo fiume - hanno raccontato ieri mattina le moltissime persone che risiedono nella zona - è stato il responsabile della morte della povera donna», Felicina Piano, residente poco più a valle, in pieno centro abitato, dove l'onda di piena ha proseguito la sua corsa dopo aver scaraventato giù alcuni muri e invaso il vicino cimitero.

Se Capoterra piange la sua vittima, anche a Poggio dei Pini si è sfiorata la tragedia. Ripetutamente. Una Audi con una persona a bordo e una Fiat regata in cui si trovavano due ragazzi, sono state trascinate per decine di metri dalla forza del rio San Girolamo che in molti punti ha sfondato gli argini acquistando un'impressionante velocità sulla strada del centro residenziale. Le macchine, fortunatamente, si sono bloccate poco prima del laghetto (fino a poche ore prima praticamente vuoto e ora stracolmo). I due giovani sono usciti dall'abitacolo mettendosi in salvo prima sul tetto della vettura poi su un albero, mentre il conducente della Audi è stato soccorso quando ormai l'acqua aveva quasi completamente invaso l'interno della macchina. All'altezza dei campi sportivi altro pericolo scongiurato. Due volontari del Grusap stavano viaggiando su una "Y 10" quando l'impeto dell'acqua li ha investiti in pieno, spingendoli per circa 200 metri. Anche loro sono riusciti a recuperare il tetto della vettura fino all'arrivo dei soccorsi.

In due punti sono saltate letteralmente le condotte della rete fognaria, e da ormai parecchie ore numerose abitazioni di Poggio sono senza corrente elettrica. Così come si registrano danni alle case della lottizzazione di Rio San Girolamo, poco prima della statale Sulcitana. «Il letto del torrente - dicono alcuni abitanti della zona - è stato lasciato sporco, pieno di rami e massi. In queste condizioni solo un miracolo avrebbe potuto permettere il regolare deflusso delle acque verso il mare». Le accuse sono tutte contro il Comune, contro la Regione, «contro chi avrebbe dovuto garantire la manutenzione del fiume e non lo ha fatto», urlano da una villetta con le cantine allagate e sul cui muro di recinzione sono ancora ben visibili i segni lasciati dalla piena.

Sul versante opposto di Capoterra, verso Santa Gilla, le abitazioni delle lottizzazioni sono state risparmiate dal disastro, anche se molta è stata la paura per lo straripamento dello stagno che ha invaso l'intero territorio lagunare, spazzando via anche numerose barche custodite nel cantiere nautico Remaccio lungo la Sulcitana.

 

ANDREA PIRAS