17/12/2000

Umberto I simbolo di fedeltà alla patria

 Antonio Aricò 


Cerimonia commemorativa all'Annunziata per ricordare il primo centenario del regicidio di Umberto I. La manifestazione, organizzata dalla delegazione provinciale dell'Istituto nazionale per la guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon, si è svolta in piazza Umberto I, accanto alla chiesa. Presente il conte Carlo Marullo di Condojanni, rappresentante di Casa Savoia, delegato appositamente da Vittorio Emanuele, è stata scoperta la targa a ricordo dell'avvenimento posta sul monumento costruito nel 1908 dallo scultore Saro Leonardi e che ha resistito al disastroso terremoto del 28 dicembre del 1908. Durante la cerimonia, la banda musicale Giuseppe Verdi di Faro Superiore ha eseguito musiche intonate alla circostanza. È stata anche deposta, dopo la benedizione di don Vincenzo D'Arrigo, parroco della chiesa del villaggio Annunziata, una corona d'alloro. Nel corso del suo intervento, il delegato provinciale dell'Istituto nazionale per la guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon, dott. Giulio Bonardelli ha osservato che oggi più che mai è attuale il messaggio lasciato da Umberto I. Un messaggio che parla di altruismo, di fedeltà alla patria, di giustizia, di solidarietà. Bonardelli ha infine ringraziato la comunità del villaggio Annunziata per la sensibilità dimostrata nel voler ricordare, con una cerimonia ricca di significato, un sovrano come Umberto I, ancora nel cuore di tanti messinesi. Dopo gli interventi del conte Carlo Marullo di Condojanni, dell'assessore comunale Alibrandi in rappresentanza del sindaco e di padre D'Arrigo è seguita una messa in suffragio di re Umberto I e delle vittime del terremoto del 1908 del villaggio Annunziata. Durante la messa, la corale «Goitre» ha eseguito canti sacri. Subito dopo, nella sala teatro della parrocchia, il prof. Marcello Saija, docente di storia delle istituzioni politiche nella facoltà di Scienze politiche dell'Università, ha tenuto una conferenza su «Il significato del monumento a Umberto I nel clima politico messinese dei primi anni del '900».