Cenni Critici

§ Giovanni Cappuzzo §Francesco Carbone§ Vilma Costa §
§Aldo Gerbino §Albano Rossi §Pino Schifano§Franco Tomasino§

 

Gilda sensazioni. È una sorta di espressionismo che sembra trascrivere sulla tela, al di là delle connotazioni e raffigurazioni naturalistiche una realtà meno epidermica, anche se legata al ritmo incessante delle vibGubiotti è decisamente tesa ad affidare alle pulsioni del colore nella gamma svariata delle sue tinte il suo mondo dirazioni sensoriali.

È come se l’artista volesse quasi fissare, sulle soglie della nostra distratta coscienza, i termini di una realtà dello spirito, sia pure riferendosi ad un reale che appartiene alla nostra esperienza esistenziale.

- Giovanni Cappuzzo

 

 


 

“La ricchezza del colore comporta la pienezza della forma”. Cèzanne: un riferimento salutare per Gilda Gubiotti. Il mondo o una parte di esso contemplato come un oggetto. Precisazione della struttura, qualcosa che affonda le proprie radici nella natura delle cose, piuttosto che nelle sensazioni soggettive, che sono sempre confuse. Intensità dell’immagine visiva: “Rifare interamente Poussin dal vero…vivo all’aria aperta, col colore e la luce”. (Cèzanne si sfoga con Gasquet). Gilda Gubiotti è su questo binario: quella frutta ce lo dimostra, ed anche il turgore plastico dei suoi nudi, la consistenza delle case. Di qui la Giovane artista potrà pervenire al raggiungimento di altri traguardi. Dipenderà in definitiva dalla consapevolezza e sincerità della sua scelta maturata.

- 1975 Francesco Carbone

 


 

Guardando i quadri di Gilda Gubiotti non si può non notare il desiderio della pittrice di trasmettere gioia di esistere, voglia di natura incontaminata. Tutto contribuisce a dare queste sensazioni: i paesaggi luminosi e solari, i colori caldi ed avvolgenti. Sono proprio i colori utilizzati da Gilda Gubiotti che ci fanno apprezzare il suo realismo pittorico, colori utilizzati con grande padronanza, stesi a pennellate grosse e sicure che rendono vive e coinvolgenti le immagini agli occhi del fruitore. Immagini di natura viva, rigogliosa e colori che danno profondità all’opera si fondono in un connubio armonioso che non può che destare emozione.

- 1998 Vilma Costa

 

 


 

Il sentimento della natura coinvolge e avvolge la spiritualità e le emozioni franche legate al gesto e alle necessità della pittura. Un certo brio creativo contraddistingue le tessere di pigmento care a Gilda Gubiotti. Un percorso votato alla pienezza espressiva, sorretto da una vivace immersione in quel sensismo implicito nella natura stessa. E a questa percepibile, e ancora primigenia avvertenza agli stimoli che dal mondo provengono, Gubiotti, allieva di Michele Dixit Domino, si attesta nell’alveo della sua produttiva visione del reale, quasi per un chiaro camminamento. E su tale sostrato sembra imporsi la necessità di derivare dalla “realtà” la realtà del sogno, suggerimenti di vasti paesaggi biologici, con un assetto di materica pregnanza.

La ricerca, condotta sul versante di un lirico apparato del reale, investe, oggi, una pur larga compagine di quanti praticano l’ordito della pittura. E le scuole, gli ascendenti culturali ed estetici, esistono nella misura in cui, nell’attualità dell’espressione figurativa, sempre più avvertita appare la necessità di restituire se non la necessaria dignità alla pittura da troppe parti profanata quanto meno un onesto esercizio di stile. E a questo “ritorno”, si offrono i percorsi ‘in fieri’ sul piano di tale maturità espressiva, ma che fanno presagire sviluppi di maggiore densità sul nucleo, ancor nascosto, dei larvali e pur molto incidenti significati interiori. Allora: volti, giardini, palmizi, orizzonti sconfinati, nature morte, imbrigliati dai fasci cromatici densi, distaccati sui piani di un ipercromico paesaggio della mente, pastosità.

Disposte e sottese alla ricerca di un palmare trasporto intimo, suggeriscono alla Gubiotti un itinerario, sì legato alle icone della realtà, ma tenacemente votato all’arricchimento di quella simbologia naturalistica e psicologica, che con tanta frequenza popola la sua figurazione. Un impavido lirismo si stende, dunque, sulla colloquiale naturalità visiva e ricreata, nel turbinio del vedere e del ricercare, il tutto ancorato, attraverso l’ingenuo trasporto percettivo, ad una intensiva quanto partecipe maniera. E non a caso l’energia cui fa riferimento Francesco Carbone in anni più giovanili, di formazione, si collega con quella più recente indagine di Giovanni Cappuzzo: “pittura, quindi, con una sua metrica, con una sua precisione di accenti; pittura capace di offrire una emozione penetrante”.

A questi desideri d’accenti espressivi s’impone, così, tutto il suo acceso diorama: quasi una densità di sguardi protesi nella calma poetica di una natura che tutto offre, e tutto concorda con il ritmo pressante e ineluttabile del cosmo.

- Giugno 2000 Aldo Gerbino

 

 


 

 

 

Il nuovo naturalismo pittorico di Gilda Gubiotti Ritrovare nell’intimità di un giardino, nel silenzio di un bosco, nella quiete contemplativa di una campagna il sentimento del tempo, la meditazione interiore di una vicenda umana, la determinazione di una condizione di moralità, è come decantare e filtrare quanto di più antico e valido appartiene all’uomo e riproporlo all’occhio attento, al di là di ogni dimensione angosciosa e incerta dell’oggi. Da questi presupposti si snoda il linguaggio pittorico di Gilda Gubiotti e della sua tematica naturalistica (o meglio, di impressionismo pittorico) tendenti a presentare un’alternativa poetica in facoltà di recuperare valori di emozione fuori dal turbine del nostro tempo.

Sembra infatti importante rilevare come alla base della pittura della Gilda Gubiotti (quale risulta alla mostra allestita alla gioielleria “Geraci” di Palermo) esista, limpido, un gesto di ottimismo e di fiducia verso la natura e l’umanità intera. E ciò perché si tratta di un’artista che non intende affatto costituire con la sua pittura di giardini, di boschi e di campagne un fatto culturalmente interpretabile quale evasione della società massificante: ma porsi, invece, quale condizione in grado di meglio precisare una presenza dell’uomo in tutta la sua effettiva validità emozionale. Pittura, quindi, con una sua metrica, con una sua precisione di accenti: pittura capace di offrire una emozione penetrante nella pregnanza dei verdi, nella suadenza delle cromie, nel graduale distribuirsi delle più accorte timbrature tonali.

Un discorso elegiaco, questo di Gilda Gubiotti, idoneo a ritrovare, nella verità dei suoi pronunciamenti, un nuovo e moderno messaggio per tutti noi, ponendosi come alternativa poetica per un arricchimento morale di ogni nostra libera scelta. Con lo stesso impegno tematico e ideologico sono condotti i pochi gioielli che la pittrice ha presentato alla mostra, quale segno della sua coerenza morale in un’arte del tutto diversa, ma non inferiore.

RAI Radiotelevisione Italiana Albano Rossi Giornaleradio del 19 aprile 1984

 

 

 

 


 

 

 

Fra i diversi ed essenziali momenti del percorso creativo di un'artista, ve ne sono alcuni - veri punti fermi, tappe fondamentali - che ne segnano l'intero cammino vuoi come scoperta, vuoi come definizione del suo stile, vuoi come consacrazione.

Tal ultimo aspetto mi sembra proprio riguardare la pittrice palermitana Gilda Gubiotti - quasi trent'anni di apprezzata presenza nel panorama artistico siciliano - dal 15 luglio "imbarcata" in un viaggio che la porterà sempre più lontano.

Fuori d'ogni metafora, il valore della sua ricerca pittorica ha ricevuto il più entusiasmante dei riconoscimenti: ben sette opere, di grande formato, di Gilda Gubiotti sono state scelte, volute e "incastonate" - insieme ad opere varie di altri quindici artisti internazionali - in quella meraviglia delle meraviglie ch'è il "felliniano" Costa Atlantica, per l'appunto varato a Venezia il 15 luglio, alla presenza delle massime autorità di Governo e del gran mondo, madrina Claudia Cardinale.

Una città fantastica (una sorta di enorme palazzo di 20 piani) dalle strutture avveniristiche, dove circa 3000 persone - fortunate, felici o in cerca di felicità - vivono un sogno, circondati di "cose belle". E tra queste, dunque, la Sicilia (dislocata in sette punti a decoro della scala del ristorante "Tiziano" dal 2° al 7° piano), con i suoi paesaggi, il mare e la lussureggiante flora ricreati dalla ricca tavolozza della nostra sensibile artista.

Una consacrazione, dicevo.

Ben fondata, aggiungo.

Perchè c'è una valenza "esotica" in talune opere della Gubiotti, che danno alla Sicilia un'immagine direi proprio "trasfigurata".

La vegetazione tropicale che avvolge scenograficamente alcuni luoghi emblematici della nostra storia (Palazzo dei Normanni, Villa Serradifalco, o Villa Filippina, San Giovanni degli Eremiti a Palermo) opuure le Eolie o certi giardini con piante acquatiche, o "dai colori dimenticati"....è davvero tale, nella bellezza reale della natura, ma diviene, nella traslazione cromatica e formale della Gubiotti, paesaggio d'un fantastico mondo sognato e da recuperare - nell'arte, intanto - ma per n sogno da ri-vivere.

E quale miglior "complemento", dunque, in una realtà che produce sogni, qual è un transatlantico da crociera? Ecco: l'immagine artistica, che accompagna ildesiderio costante (ch'è in ciascuno di noi) di un sogno in cammino, per un approdo verso lidi di favola, di pace; d'oblio, forse.

E, nella Gubiotti, c'è proprio quella capacità espressiva di ricreare spazi e scenografie che t'insinuano ilsentimento del desiderio più che della nostalgia. Quella voglia di esser lì, dentro l'immagine che si fa realtà sognata, per esser certo che è proprio così...e goderla per sempre.

Ma il sentimento evocativo di Gilda Gubiotti sa esprimersi con efficacia - ancor più satura di contenuti espressivi e formali - in tutta quella produzione che esalta il colore come emblema figurante di una realtà più semplice, minimale se si vuole, ma vera, e intorno a te: comuni cespugli, o un campo di margherite o di dalie, un carrubo inerpicato su una collinetta, ginestre, faggeti, scorci d'un paesaggio lontano, sul mare...e, sì, i "colori della primavera".

Colori vividi, caldi, vibrati con ardore con la spatola, quasi a descrivere in forti cadenze segniche quella visione solare della mediterraneità e della Sicilia. Gialli purissimi e blu profondi, verdi infiniti e rossi intensi, in veri e propri "ventagli" cromatici che irrompono, e si espandono, sulla scena riquadrata del dipinto.

E' come se la forza esaltante dei colori della natura - tavolozza dell'anima di quest'artista, apparentemente esuberante, ma di fatto fragilissima - finisca col provocare in lei uno squasso emotivo che deve tradursi in luminose espressività coloristiche.

Per la gioia degli occhi, come silenti nfuochi d'artificio, o squarci lirici di teneri abbandoni contemplativi d'una natura unica e ammaliante. Questa natura- e le opere della Gubiotti che la rappresentano - è anch'essa "in cammino". Mentre il "Costa Atlantica" va verso lidi lontani, il Veneto si appresta ad ospitare la nostra pittrice in seno alla Mostra-mercato Padova 2000, nel prossimo novembre.

Il viaggio fantastico di Gilda Gubiotti ha molte mete.

Come i suoi sogni.

Pino Schifano - Sicilia Tempo Agosto 2000

 

 

 

 

 


 

 

 

In questa sua “personale”, Gilda Gubiotti ripropone i suoi soliti temi con un maggiore maturato impegno artistico, sempre restando nell’ambito di una pittura figurativa, espressiva e schietta. Vi sono, tuttavia, segni che lasciano intravedere evasioni verso una bene intesa modernità, pur legati alla logica estrinsecazione di una particolare sensibilità maturata nell’attento esercizio contemplativo della natura. E’ così che essa riesce a dare volto alle sue tele, attraverso una felice trasposizione del reale in colori ed immagini, impegnandosi in una tecnica che va trovando sempre più vigore e forza espressiva. All’intimo impulso che la spinge alla pittura, cui è pervenuta per naturale trasporto e non per una imposta vocazione, Gilda Gubiotti ha risposto con l’ardore e la passione propri di chi è consapevole delle mete cui può aspirare.

Vocazione schietta e scevra di ogni influenza pittorica esterna e di indicazioni stilistiche quella della nostra pittrice, per cui la sua produzione resta ancorata alla tradizione e si esprime con un linguaggio chiaro ed accessibile. Il respiro ampio della concezione, la forza delle figure alle quali imprime particolari stati d’animo, la contenuta esposizione cromatica, evidenziano il temperamento dell’artista, ricco di forza e di quella superiore ingenuità che è propria dei poeti. Una pittrice, quindi, già avviata sulla strada del successo e dell’affermazione.

- 1982 Franco Tomasino