Una delle parole più usate per definire l'arte di Pazienza è stata trasgressione; in molti pensavano che fosse una sorta di maestro di cerimonie di questa pratica, fin troppo frequentata, che tende principalmente a creare stupore. In realtà Pazienza si divertiva con i postulanti e i pellegrini della trasgressione come un burattinaio si diverte con i propri burattini. Rileggendo le sue storie ci si accorge di come tutto fosse subordinato alla sua immaginazione, libera, senza regole, senza compromessi, senza gli schemi narrativi, riconducibili ai filoni del bene e del male. Per Pazienza la cosa più importante era soddisfare il proprio istinto, le proprie intuizioni.
Vincenzo Mollica, 1989