“Il mio amore ha mille anni”Una lettera inedita di Etty Hillesum a Julius Spier
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«Delle cose ultime, essenziali della vita e del dolore
non si può parlare, la voce non ce la fa. Io comprendo tutto di te e tutto ciò
che ti riguarda io lo porto con me e ho ringraziato di nuovo Dio per il fatto
che nella mia vita esista un uomo come te. Devi occuparti della tua salute; è il tuo primo sacro
dovere se vuoi aiutare Dio. Un uomo come te, uno dei pochi ad essere una
dimora autentica per un po’ di vita, un po’ di dolore, un po’ di Dio –
i più infatti hanno tradito da tempo sia la vita che il dolore e Dio, per
essi sono ormai suoni vuoti - ha il sacro dovere di mantenere, nel migliore
dei modi possibili, il suo corpo, la sua “dimora terrena” in buono stato,
per poter offrire a Dio ospitalità il più a lungo possibile. Manca ancora
molto tempo alla fine. Anch’io mi occuperò di me. Ho così tanta forza, che
tu puoi prendertela tutta e in me nasceranno nuove energie. Ti ho così
infinitamente caro, la tua anima è così infinitamente cara alla mia. La mia
anima di quando in quando vorrebbe giacere accanto alla tua, e questo a poco a
poco non ha più nulla a che vedere col desiderio che una donna può provare
per un uomo. A vorrei distendere il mio corpo nudo, così come Dio
l’ha creato accanto al tuo corpo nudo, così come Dio ti ha creato, e ho
soltanto la sensazione che la mia anima voglia coricarsi accanto alla tua. Se
in questo periodo non si scoppia di tristezza, né dall’altro lato per
autodifesa ci si indurisce e si diventa cinici o rassegnati, allora si diventa
più dolci, più miti, più disperati, più comprensivi, più innamorati. Io so come tutto questo stia accadendo dentro di te e tu
mi hai portata con te sul tuo cammino, ed io vivo insieme con te la stessa
strada fino alla fine. La mia autenticità e il mio amore hanno mille anni ed
ogni giorno invecchiano di mille anni. Quest’epoca, come noi la esperiamo,
posso sopportarla, posso anche perdonare Dio per il fatto che vada come deve
andare – il fatto è che si ha in sé tanto amore da riuscire a perdonare
Dio!! E tu devi occuparti della
tua salute e riposarti e riposarti, ora io non posso star molto vicina a te
– col pensiero però sono sempre vicina a te - ma promettimi che avrai
sempre buona cura di te. Poiché ti sento aprire subito le tue tendine, ora
salirai presto da me? Oggi a mezzogiorno cercherò di venire ancora, mi
farebbe tanto piacere». (traduzione di Andrea Vitolo. Cit. in “Alfa Zeta”,
n.10-11, 1996, p. 43).
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