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    2001

             BARI
MERCATI NELLE STRADE CITTADINE
     
una questione irrisolta

Bari è tra le città collocate da anni agli ultimi posti delle classifiche ambientaliste, che riguardano l’inquinamento ambientale, i metri quadrati di verde per abitante, la qualità della vita, la quantità e qualità dei servizi erogati e così via.  

Le vicende che riguardano i mercati e le confuse iniziative dell’Assessorato alle Attività produttive del Comune di Bari sono soltanto una delle ultime vicende che hanno provocato la nascita di Comitati cittadini, mobilitato l’opinione pubblica ed anche la giustizia ordinaria.

I quartieri di Carrassi e S. Pasquale sono stati interessati di recente dallo spostamento del mercato giornaliero da via Monte Grappa a via Piave (nello stesso quartiere) e di quello di merci varie dalle vie Celentano e Abbrescia (nel centro cittadino) alle vie Turati, Salvemini e G. D’Orso. In entrambi i casi - e con stessa metodica - la Circoscrizione, che è tenuta a fornire parere obbligatorio ma non vincolante a norma del Regolamento sul decentramento che il Comune adotta dal 1995, è stata totalmente ignorata.

 

In realtà il nuovo Assessore D’Alconzo dal sett. 2000 si è trovato a dover gestire e a quanto sembra “con poco mestiere” una situazione di vuoto assoluto che si accumulato in tanti anni in merito alle politiche ambientali e della salute pubblica.

I mercati in costruzione nella ex Manifattura dei tabacchi e in Corso Mazzini faranno scoppiare nell’immediato futuro le contraddizioni dei progetti voluti dal Sindaco Di Cagno Abbrescia, ma privi della necessaria concertazione fra il Comune e gli Ambulanti.

In particolare l’assessore D’Alconzo ha dovuto provvedere allo spostamento dei mercati per ultimare un appalto del 1997 per la manutenzione degli impianti fognari in diverse zone della città, tra cui anche il mercato di via Celentano e via Abbrescia, per non perdere i finanziamenti P.O.R. 1994-1999 (se il tutto non viene realizzato, collaudato e fatturato entro il 31/07/2001).

Questa è la reale motivazione del provvedimento - preso in forma autoritaria - ascoltando soltanto i Commercianti ambulanti ed ignorando le istanze dei cittadini del territorio. E quanto il provvedimento sia stato autoritario lo dimostra l’insussistenza dell’urgenza dovuta a fattori igienico-sanitari addotti nell’ordinanza sindacale del 06/11/2000, visto che i lavori nelle succitate vie sono cominciati il 12/01/2001, due mesi dopo.

E’ utile precisare che il Giovedì di ogni settimana (nella giornata di Mercato) la congestione del traffico ed il relativo inquinamento acustico ed atmosferico dell’intera area è talmente aumentato che i Dirigenti scolastici delle Scuole viciniori (Sc. Media “Michelangelo”, Sc. Elem.“Redavid”, l’Ist. Prof.“Gorjoux”, Sc. dell’infanzia “Il Glicine Bianco”, docenti e non docenti dell’Ist.Tecn. “G. Cesare”) e l’Associazione di categoria degli Artigiani hanno manifestato per iscritto al Sindaco di Bari tutto il disagio derivante da tale situazione: a tutt’oggi non hanno ricevuto risposta.

Nel frattempo sono sorti in modo spontaneo Comitati di cittadini e tra questi quello  per il “No al Mercato” nelle vie Turati, Salvemini e D’Orso: il Comitato ha una composizione sociale molto variegata, essendo formato da Commercianti e Imprenditori, Docenti, Professionisti, Pensionati e Casalinghe. Ha promosso una sottoscrizione popolare con cui ha prodotto il ricorso al T.A.R. attraverso l’Avv. Caputi Iambrenghi, ha partecipato al Consiglio Comunale e Circoscrizionale, a diversi incontri con Assessori, Consiglieri Comunali e Circoscrizionali senza in questo privilegiare alcun partito politico dove ha constatato l’assenza di un benché minimo metodo di programmazione strategica partecipata del Sindaco  e della sua Giunta..

Quando i cittadini partecipano e possono osservare da vicino le vicende della loro città si rendono conto come la spiaggia di “Pane e Pomodoro”, il rifacimento di Piazza del Ferrarese e le feste di fine anno, sono operazioni di facciata miranti a condizionare quei cittadini ( e sono tanti!), che, nonostante strumenti di osservazione e di analisi assai limitati, intendono dare un forte contributo alla democrazia partecipata.

Leonardo Scorza