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    2001

BERLUSCONI: 

UNA PROPORZIONE RIVELATRICE

Non so se Berlusconi, a "suo tempo", abbia saputo perché studiare; non so se abbia incontrato il pensiero di Aristotele a scuola o nelle sue letture; non so se abbia mai letto un rigo del Filosofo.

Una cosa è certa ed allucinante: usa una categoria dello Stagirita con impressionante e puntigliosa somiglianza.

Ma c'è un abisso tra le due applicazioni.

Aristotele poneva la convergenza tra Bello, Buono e Vero, nell'Essere. Ma ciò avveniva nel  campo della ragione e dell'etica: Bontà e Bellezza si fanno cosa unica nella Verità.

Su questo pare che l'umanità  abbia pensato, progettato, vissuto e creato.

Il Cavaliere (potrebbe essere utile sapere qualcosa sull'origine di questo suo titolo "nobiliare"; così azzeccato, però, per chi scende in campo cavalcando sulle tante groppe) prende quei tre "nomi" (Bello, Buono e Vero) e li usa e li rilancia in un campo lontano sia dalla ragione che dall'etica.

Le sue parole e sorrisi e lamenti ed accuse ed ingiurie e condanne e proclami e promesse e battute e manifesti rivelano questo:

la società italiana è BELLA  se le sue misure armoniche sono quelle
"che NOI dettiamo"

la società italiana è BUONA se le regole che adotta sono quelle 
"che NOI  tracciamo"

la società italiana è VERA se pensa, dice e fa ciò 
"che NOI proclamiamo"

Ogni teoria diventa comprensibile se si possiede la chiave interpretativa.

Nel caso di Berlusconi ciò è possibile se si spiega questo "NOI", tanto gridato, ripetuto, esposto, proclamato.

In quel "NOI" c'è il senso che un filosofo cerca.

Non significa "il popolo, la gente, gli italiani, gli europei, i lavoratori, gli operai"; significa solo "IO: regola dell'economia, della ricchezza e della produzione".  I troppi che parlano, pensano e producono non coincidono con il "NOI".

Vuoi vedere che se gli italiani cominciassero a dargli del "voi", si schiuderebbero le tenebre ed apparirebbe una grande luce, perché sarebbe finalmente giunto il tempo in cui "c'è la parola e la parola è presso di lui e lui è la Verità"?

Allora gli italiani - gli italiani giovani - scoprirebbero, e gli anziani ricorderebbero le rivelazioni dell'Unto

"Credere. Obbedire. Combattere - Vivere per me è la lotta, il rischio, la tenacia".

Ehi tu,  la conosci questa storia?  Stava sui muri del famoso ventennio senza libertà.

Ebbene eccoti la formula rivelatrice:

A (ristotele) :  B(erlusconi)  =  V(erità) :  X

Dove l'Incognita (X) si ricava così

X = (Berlusconi x Verità) : Aristotele

Cioè: moltiplichi Berlusconi per la Verità, ma dividi per Aristotele e così avrai  la Verità di Berlusconi: qualcosa senza Bello, Buono e Vero!

Adesso se te la senti ancora.... votalo pure... 
ma non dire di non aver... saputo!

Francesco Sofia