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Fluminimaggiore

Territorio

Fluminimaggiore

Geografia

Fluminimaggiore è situato nell'entroterra della parte sud-occidentale della Sardegna, a 39°37' di latitudine Nord e 8°30' di longitudine Est e conta più di 3.000 abitanti residenti. Il suo territorio ha una superficie di oltre 10.000 ha ed è ricco di corsi d'acqua a carattere torrentizio.

E' una area dalle caratteristiche molto varie dal punto di vista paesaggistico e geografico. Si passa da zone ricoperte da boschi di leccio con abbondante sottobosco a zone cespugliose o prive di vegetazione. La presenze delle zone degradate è dovuta sopratutto agli incendi, ai tagli massicci degli alberi e alle discariche minerarie.

ForestaIl rilievo di Fluminimaggiore è molto irregolare, con valli e creste che in genere sono orientate in senso est-ovest, cioè dal massiccio del Linas verso la costa. Le valli maggiori sono solcate dal Rio Antas, dal Rio Billitu, dal Rio Pubusinu e dal Rio Bega che confluiscono nei pressi del paese formando il Rio Mannu. Questo attraversa per alcuni chilometri la vallata più ampia del territorio per sfociare poi nei pressi di Portixeddu.

 

Storia

La vallata di Antas ricca di foreste, d'acqua e di selvaggina, è stata da sempre luogo ideale per le popolazioni locali che, sin da preistoria, l'hanno abitata. Molte sono le testimonianze prenuragiche e nuragiche ritrovate nelle numerose cavità calcaree che la circondano, alcune fungendo da abitazioni, altre da veri e propri luoghi di culto ipogei, come la sala archeologica della grotta di Su Mannau.

Le ricchezze minerarie del territorio suscitarono l'interesse dei popoli mediterranei, in particolare greci e fenici, che si dedicavano al commercio navale. Grande importanza archeologica e storica ha il Tempio punico di Antas, risalente appunto a questo periodo. Sicuramente più evidenti sono le testimonianze della presenza romana nell'importante area archeologica di Antas. Del periodo bizantino e giudicale rimangono solo pochi resti di antiche chiese dedicate ai santi di culto orientale.

Durante il periodo giudicale (IX-XIV secolo) l'area del Fluminese, originalmente formata da piccoli villagi sparsi, fu contesa e poi divisa tra i guidicati di Cagliari e Arborea: la parte meridionale, ricca di boschi e miniere, diventa parte dell'Iglesiente subendo le stesse vicende storiche, mentre la parte settentrionale, pur essendo assai periferica rispetto al Guidicato di Arborea, ne subì l'influsso nell'economia, nelle tradizioni, nel dialetto. Un fluminese medioevale viene citato per la prima volta in un documento del 1272 (Codex Diplomaticus Sardiniae).

La fondazione dell'attuale Fluminimaggiore ha una data precisa, il 26 aprile 1704, quando il Visconte Ignazio Asquer e la moglie Eleonora Gessa hanno concesso a Pietro Angelo Serpi, a Francesco Pinna e a Pietro Maccioni, tutti provenienti da Terralba, l'atto di ricostruire più vicino al mare il villaggio Flumini Major, spopolato ormai da più di un secolo. Il paese si sviluppò rapidamente grazie all'apporto di nuovi abitanti che provenivano dalle campagne circostanti e dai paesi vicini. Nel 1860 si ebbe un ulteriore impulso con l'inizio dell'estrazione mineraria e nacquero nuovi villaggi. Dopo vari decenni di alti e basi, l'attività mineraria entrò definitivamente in crisi e negli anni settanta cessò del tutto.

Miniere

Lo sfruttamento delle miniere nel Fluminese iniziò in epoche molto antiche ed è testimoniato dal ritrovamento degli scavi fatti dai romani e in seguito dai pisani. Nel 1848, con l'estensione alla Sardegna della legislazione mineraria vigente nel Piemonte fu promosso un vero e proprio sviluppo di questa attività con connotazioni tipicamente industriali moderne. Fra i più importanti imprenditori che arrivarono nel Fluminese sono stati George Henfrey, Lord Brassey e William Oliver, provenienti dall'Inghilterra, Carlo Marx e Enrico Ring dalla Germania, Eduard Duveau e la Societèè des Mines de Malfidano dalla Francia, il Cavalier Enrico Serpieri da Roma, Emanuele Modigliani da Livorno.

Su ZurfurruSi aprirono miniere a Santa Lucia, S'Acqua Bona, Candiazzus, Pubusinu-Gutturu Palla, Giovanni Longu-Su Zurfurru, Arenas-Tiny e in altri luoghi. Tra queste miniere, quella di Arenas ha avuto un maggiore sfruttamento dei giacimenti in forme industriali. Oltre alla laveria, nascono diversi fabbricati: gli uffici, i locali per accogliere gli operai costretti a risiedere nei centri di estrazione privi di collegamenti e le palazzine per i dirigenti.

Una caratteristica che accomuna la maggior parte delle miniere del Fluminese è che esse sono state in aree di contatto fra scisti e calcari; infatti in questa zona di passaggio fra rocce diverse si ritrova la maggior parte dei giacimenti metalliferi. Se si è in presenza quasi sempre bisogna fare i conti con grossi quantitativi di acqua contenuti al suo interno.

Il paese

Il paese all'inizio era costituito da diversi rioni separati tra loro. Ogni rione era costruito secondo parentele o affari di lavoro. Le abitazioni inizialmente si trovavono sulle collinette chiamate "cuccurus" mentre le zone basse della vallata rimasero disabilitate sia perchè troppo umide sia perchè vittime di continui allagamenti da parte di Rio Mannu. Nel periodo minerario la popolazione ebbe un incremento notevole e grande importanza ebbe anche la strada costruita per unire Flumini e Iglesias che venne poi allargata sino a Guspini. Le guerre mondiali, le crisi minerarie ed in seguito l'emigrazione spopolarono il paese che comunque negli ultimi anni sta vivendo un'espansione con la nascita di nuovi rioni.

 
Via del paese

Le Borgate

Portixeddu

E' la frazione marina di Fluminimaggiore, nata attorno agli anni '60 e dove vi sono pochi edifici abitati solo nel periodo estivo. Il litorale varia da una delicata spiaggia ad un'imponente scogliera. Adiacente alla spiaggia vi sono più insenature, una di queste e "Sa pedrischedda pittica", una piccola spiaggia di sassi, dove si può godere la tranquillità e la brezza del mare ...

  Spiaggia Poertixeddu

Sant'Angelo

Il borgo di Sant'Angelo, nato nella seconda metà del 1800, è rimasto immutato nei secoli e impreziosito dal tempo. Nel piazzale, ai lati d'ingresso alla casa padronale, due vecchi cannoni provenienti dalle terre litoranee di Cala Domestica ricordano i tempi degli assalti pirateschi. Più a valle, vicino ad una caratteristica fattoria, è ben visibile la Chiesetta, particolare per il campanile a vela. Attorno al borgo si estende un quercetto di lecci e sugheri, mentre la valle è costituita da una bella pineta.

Da vedere

Tempio di Antas

Le maestose colonne del Tempio punico-romano di Antas rendono unica ed affascinante la spendida valle omonima. Adagiata ai piedi del bastione calcareo di Punta Conca s'Omu, fu individuata come luogo di abitazione e di culto fin dal lontano periodo nuragico. Le antiche popolazioni, delle quali rimane un piccolo insediamento abitativo e una zona di sepoltura, percorrevano un sentiero che metteva in comunicazione la valle con la vicina grotta di Su Mannau dove è testimoniata la practica del culto delle acque.

La conferma della datazione del Tempio è l'adorazione del Dio Sardus Pater Babai è data da un'iscrizione indicante un restauro nel III sec. a.C. sotto il dominio dell'imperatore Caracalla. Al di sotto del Tempio Romano sono visibili i resti del luogo di culto cartaginese (500 a.C.).

Grotta Su Mannau

La grotta si sviluppa per circa 8 km, attraverso un ramo turistico molto bello e rami speologici, ricchi di concrezioni e saloni dalle alte volte. Il ramo turistico interessa una prima parte detta "Sala Archeologica", adibita in antichità a luogo di culto. La visita prosegue affacciandosi sulla "Sala Centrale" - punto di raccordo dei diversi rami della grotta.

Attraverso comode passerelle in acciaio, sospese sopra i laghetti, si prosegue fra ampie concrezioni policrome di grande suggestione fino alla sommità del "Pozzo Rodriguez", dove si trova un'imponente colonna alta 8 metri, formatosi fra una stalattite e una stalagmite.

Nei percorsi speologici, il visitatore può addentrarsi all'interno della grotta per circa 1 km e mezzo fino alla "Sala Vergine" - vera perla di Su Mannau. Si possono ammirare spettacoli, davvero unici, che la natura ha creato a centinaia di metri sotto la montagna.

Museo Etnografico

In quello che era un tempo uno tra i 25 mulini che sorgevano, sino alla prima meta del Novecento, lungo i fiumi di Fluminimaggiore, è ospitato il Museo Etnografico. All'interno dell'antico multino ad acqua Licheri sono allestiti spazi espositivi relativi alle attività prevalenti di quel periodo (dal 1850 al 1950) costituite principalmente da pastorizia, agricoltura e antichi mestieri. Due ruote azionate dalla forza dell'acqua mostrano ancora le modalità di macina di granaglie.

Pino Secolare

L'albero monumentale è ben individuabile lungo la strada che collega Fluminimaggiore a Portixeddu. Questo esemplare di pino domestico è il più grande dell'Isola ed all'ombra delle sue chiome hanno riposato generazioni di fluminesi e uomini illustri. Tutti lo conoscono come "sa matta 'e su cupingiu".

Buggerru

Geografia

Buggerru è un piccolo paese situato nella costa sud-occidentale della Sardegna a 39°24' di latitudine Nord e 8°24' di latitudine Est. Il suo territorio ha una superficie di 48,23 kmq e circa 1.200 abitanti residenti. Buggerru confina a Nord ed Est con Fluminimaggiore, a Sud con Iglesias fino a Cala Domestica e ad Ovest col Mar di Sardegna. Il golfo di Buggerru, circondato da tre lati dalle montagne, è denominato Golfo del Leone.

Il territorio di Buggerru è un mosaico di ambienti che lo caratterizzano sia per le sue peculiarità botaniche che per quelle prettamente paesaggistiche: il deserto, la macchia mediterranea, la zona umida in prossimità della foce del Rio Mannu, il laghetto naturale di Piscina Morta, il fiordo di Cala Domestica, la costa alta e bassa.

Il litorale inizia a Portixeddu a si estende fino a Cala Domestica. Tre arenili si alternano lungo la costa, separati tra loro da suggestive falesie: la spiaggia di Portixeddu - San Nicolò che si estende per circa 3 km, la spiaggia di Buggerru, divisa in due dalla costruzione del porto e infine Cala Domestica, con le sue due piccole spiagge.

Storia

La storia lontana del paese è intimamente legata alle vicende storiche che hanno interessato il Fluminese, nei cui confini è sempre stato, storicamente, l'attuale territorio di Buggerru. Le testimonianze più antiche della presenza umana in questa zona risalgono al neolitico nella Grotta di S'Acqua Gelada (5.000 - 6.000 a.C). La civiltà nuragica ha lasciato numerose tracce nel circondario di Buggerru, incrociandosi con quella dei Fenici prima e dei Cartaginesi succesivamente. La richezza mineraria, i boschi immensi, la cacciagione e la fertilità della valle del Rio Mannu e di San Nicolò furono per loro una grande attrazione ed in seguito per i Romani. Molteplici sono le testimonianze di quel periodo da Cala Domestica a San Nicolò, da Portixeddu a Grugua. Le invasioni barbaresche hanno spopolato queste zone, colpendo soprattuto la popolazione che viveva a San Nicolò e Portixeddu.

L'approvazione nel 1859 della legge che creò opportunità per lo sviluppo favorì la nascita di nuovi insediamenti industriali nelle zone minerarie. Per meritò di un ingegnere belga Jean Eyquem e dell'ingegnere Bourdiol che ne proseguì il lavoro, fu scoperto nella zona il più grosso giacimento di calamina dell'Italia e forse d'Europa. L'insularità, la lontananza dai centri abitati non scoraggiarono i dirigenti delle miniere, i quali seppero sfruttare al massimo le strutture produttive che furono ulteriormente ampliate e potenziate con la costruzione degli impianti di lavaggio del minerale: le laverie Buggerru, Malfidano, Lamarmora. Furono costruite le strade da Buggerru a Caitas, Planedda, Planu Sartu e Cala Domestica, furono realizzate le ferrovie che collegavano i cantieri minerari e fu costruito il porto per l'mbarco del materiale.

In meno di trent'anni il villaggio minerario assunse le caratteristiche di una vera e propria cittadina. I tecnici francesi portarono anche il loro modo di vivere, singolare per la Sardegna dell'epoca, e questo fece attribuire al paese l'appellativo "la piccola Parigi". Sempre agli inizi del 1900, a causa delle durissime condizioni di lavoro, vi era stato il primo sciopero concludosi tragicamente.

  Sciopero 1904

Nel 1937 le difficoltà economiche determinarono un esodo delle attività minerarie verso la nascente Carbonia. L'interesse si sposta verso le montagne del lato orientale della cala di Buggerru e poi gradualmente vengono disimpegnate le miniere e chiudono tutti i cantieri. Nel 1960 Buggerru diventa comune autonomo tramite referendum e per volontà dei cittadini.

I vilaggi e le laverie

  Laveria Malfidano

Planu Sartu è stato uno dei villaggi satellite di Buggerru, al quale era collegato mediante una tortuosa strada di miniera. Il minerale prodotto proveniva dagli scavi dell'omonimo altopiano e il grezzo era destinato ai forni di calcinazione e alle laverie. La scoperta di'un enorme massa di calamina sul versante di Caitas diede luogo ad un altro insediamento sattelite a Buggerru a "bocca di miniera", che però non arrivò mai al livello di Planu Sartu. Le laverie che operavano erano: la laveria Buggerru, che sorgeva dove oggi vi sono le scuole di Buggerru, e la laveria Malfidano che fu costruita in riva al mare.

Da vedere

Gallleria Henry

Il tracciato sotterraneo, ubicato a una quota di 50 m s.l.m. e lungo circa 1 km, consentiva il trasporto del minerale estratto dal grande scavo di Planu Sartu alla laveria di Buggerru, dove veniva separato dalla parte sterile, per essere poi imbarcato verso il porto di Carloforte. La sua unicità è data anche dall'eccezionale valore paesaggistico con le sue aperture sulla falesia e i percorsi pedonali sugli strapiombi del mare.

Cala Domestica

Il fiordo di Cala Domestica, una delle più suggestive insenature della Sardegna meridionale, è stato in passato un porto d'imbarco per le miniere, alle quali era collegato mediante una ferrovia elettrica a scartamento ridotto. Le due piccole spiagge di sabbia finissima offrono sempre riparo in caso di vento forte. Un sentiero conduce alla imponente torre spagnola seicentesca.

Piscina Morta

Il laghetto di origine eolica di Piscina Morta è il secondo lago naturale che esiste in Sardegna dopo quello di Baraz nella Nurra. Il pitoresco specchio d'acqua si trova tra il complesso dunare e i rilievi calcarei, su uno strato impermeabile di rocce molto antiche. Ricco d'acqua in inverno e primavera, Piscina Morta si prosciuga completamente nella stagione estiva a causa dell'evaporazione e dell'infiltrazione dell'acqua nel letto di sabbia che genera l'invaso.

Gutturu Cardaxius

Il canyon si raggiunge senza difficoltà da Cala Domestica e attraversa luoghi straordinari dove sono presenti anche splendidi esempi di opere minerarie, tra cui il pozzo d'estrazione San Luigi. L'enorme spaccatura dei rilievi calcarei ha pareti alte fino a cento metri e tanto vicine che pare quasi di muoversi in una grotta.

Le feste del Fluminese

16 gennaio

Fogadoni di S.Antonio Abate
(Fluminimaggiore)

Febbraio/Marzo

Carnevale

Marzo/Aprile

Venerdì Santo
(Buggerru)

Pasca Manna
(Fluminimaggiore)

22 maggio

Santa Rita

13 giugno

Sant'Antonio di Padova
(festa patronale Fluminimaggiore)

 

24 giugno

San Giovanni Battista
(festa patronale Buggerru)

29 giugno

San Pietro - Barcheggiata
(Buggerru)

Luglio/Agosto

"Notti ad Antas"

Agosto

S. Maria Assunta
(Fluminimaggiore)

4 settembre

Commemorazione eccidio
di Buggerru (1904)

31 dicembre

Is Candeberis
(Fluminimaggiore)

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