Argia

(Alberto Balia, Enrico Frongia e Massimo Perra)

Musiche sarde dalle alture al mare

Il gruppo degli ARGIA nasce dall’incontro, tra il cantante Enrico Frongia, ed il Chitarrista Alberto Balia, che realizzando esperienze parallele e simili, hanno riunito gli studi realizzati sulla musica etnica sarda.

Il gruppo effettua una ricerca accurata, sulle sonorità musicali e canore presenti in Sardegna, elaborando delle composizioni originali, moderne, ricche e impregnate di tutta la ricchezza musicale, che l’Isola di Sardegna possiede.

Dire che sia un gruppo folk, è sicuramente impreciso e direi riduttivo, la musica degli Argia, è un percorso, uno studio, che spazia nel jazz e che coinvolge numerosi musicisti nazionali e internazionali, a dimostrazione che la musica è solo musica.

Il capolavoro degli Argia è l’album “Argia”, che raggiunge anche la ribalta nazionale e partecipa a diverse tournee in Italia, Francia, Svizzera, Canada, Argentina.

Discografia:    

CD  Argia 
CD  Microcosmi 
CD  forse il mare
CD  Canzoni Italiane – Ninne Nanne  (Fabbri Editori)

Le più belle canzoni della tradizione musicale italiane – Ninna Nanna a cantare

CD  NINNANNI –  (EDT – Allegato Rivista World Music n° 5 Nov.2000)
Ninne nanne e musiche per fiabe – Ninna Nanna de Anton’ Istene

 

I componenti

ALBERTO BALIA

 

Dotato di una tecnica invidiabile e di un gusto musicale raffinato, è considerato come uno dei maggiori esponenti del nuovo chitarrismo etno-jazz. Nella sua tecnica, si possono riconoscere elementi tradizionali, nell’adattare la chitarra, attraverso l’uso di accordature aperte, elementi della musica per launeddas e solittu, ed altri di ispirazione jazzistica.

Gli inizi per questo chitarrista di Santadi (CA) sono comuni a quelli di molti altri. Nella banda del paese, dove è nato nel 1954, suona il clarinetto; poi fa parte del gruppo “la Soul Band”, che si esibisce in un repertorio di musica soul.

La svolta ed il definitivo e profondo contatto con la musica popolare ed etnica maturata più tardi, in coincidenza con il trasferimento nel 1974 a Firenze dove si laurea in architettura.

Proprio a Firenze entra in contatto con la famosa cantante Caterina Bueno (toscana di origine spagnola) dedita ad un profondo lavoro di recupero della tradizione musicale non solo di quella regione. Diventa così il chitarrista della cantante accompagnandola in diversi spettacoli in Italia ed all’estero, specie in Svizzera e Francia.

Rientrato in Sardegna, Alberto Balia si dedica a sua volta ad un lavoro di ricerca sulla realtà musicale tradizionale della sua terra.

Rielaborando le musiche di un suonatore di fisarmonica di Santadi (CA) “Ziu Carta”, realizza lo spettacolo “Ed ora il ballo” insieme con Caterina Bueno, dove propone il ballo sardo ed altri brani dello stesso Balia in logudorese, accanto alle musiche tradizionali della Toscana, del Lazio e delle Puglie.

È il 1974 e gli impegni del sevizio militare non consentono ad Alberto Balia di partecipare ad una incisione discografica con la cantante toscana con la quale collaborerà sino al 1979. nei primi anni ottanta, con il pugliese Aldo Nichil, allestisce uno spettacolo di musiche sarde e pugliesi “Due musiche a confronto: Sulcis e Salento”. Il duo si esibisce anche al Folkstudio di Roma.

Alberto Balia è apprezzato per la sua straordinaria tecnica alla chitarra e la consacrazione giunge in occasione della realizzazione di un album in compagnia di Enrico Frongia, cantante e chitarrista originario di Desulo (NU) conosciuto a Firenze.

L’album in questione s’intitola “Argia, musiche sarde dalle alture al mare”, dedicato ai rituali dell’argia che si svolgono per guarire una persona dalla puntura, a volte mortale, di un insetto mitico, l’argia appunto. Il fenomeno dell’argia, pur essendo circoscritto all’area sarda, è affine ai vari tarantismi mediterranei ed africani. L’album si compone di dieci brani equamente divisi tra rielaborazioni di tradizionali e originali di composizione del duo Balia-Frongia e con i quali collaborano anche, Riccardo Tesi all’organetto ed il cantante Andrea Biosa. 

Il CD Argia è salutato da entusiastiche recensioni da parte delle riviste specializzate; Alberto Balia si conferma chitarrista dalla tecnica invidiabile e personalissima con un gusto ed una musicalità di altissimo livello.

Balia e Frongia  si esibiscono con successo al festival dei popoli di Firenze del 1984, proponendo le musiche di Argia. Nel 1985 i due sono al festival di Sant’Anna Arresi. Prosegue parallela la collaborazione con il pistoiese Riccardo tesi, con il quale, Alberto Balia, realizza il disco “Il ballo della lepre”.

Al trio si unisce l’americano Daniele Craighead, e nasce il gruppo dei Ritmia, considerata una delle formazioni più innovative del panorama italiano della rielaborazione e recupero della musica popolare, e realizza l’album “Forse il mare”.

Collabora con il gruppo Sonos di Elena Ledda ed alla realizzazione del relativo disco, cosa che ripete con il bassista sassarese Riccardo Lay con il quale realizza il disco “Totem”. Il suo nome compare anche nell’LP Jazz in Sardegna “Far away wave”.

 

ENRICO FRONGIA 

Proviene da una famiglia che ha sempre curato la musica. Originario di Desulo (NU) dove è nato nel 1958.

Sin da ragazzino mostra una forte passione per la musica; a 11 anni si trasferisce a Cagliari, dove si diploma all’artistico. Quindi si trasferisce a Firenze per gli studi universitari. Si laurea in architettura al politecnico di Milano.

Nel 1970 comincia a suonare la chitarra ed ad occuparsi dei canti ritmici della sua zona. Continua la sua passione musicale come cantante chitarrista a Firenze seguendo la moda dei “Buskers” (artisti di strada) e contemporaneamente lavorando nel centro “La Radice” di Firenze, curando l’esecuzione di danze antiche ed etniche sarde.

Nel 1979, col gruppo “Su Cuncordu Montanaru”, inizia la sua attività professionale partecipando ad alcuni spettacoli a Firenze ed in Francia.

Dotato di una voce particolarmente potente, spazia dal canto sardo tradizionale, a sofisticati vocalismi di matrice jazzistica, curando e studiando nuovi arrangiamenti.

Nel 1981 incontra il chitarrista di Santadi (CA) Alberto Balia con il quale forma il gruppo Argia esibendosi in un concerto all’università di Siena. In seguito con il gruppo Argia collabora con la cantante Cateria Bueno, con la quale tiene diverse tounée in Italia, Francia e Svizzera.

Enrico Frongia non disdegna comunque anche le esibizioni da solo; seguendo la moda dei “buskers” (artisti di strada), suona e canta brani sardi per le vie di alcune città svizzere, inserendo nel repertorio anche gustose e ironiche sue composizioni originali.

“Ma quante banche ci sono qua” è un pezzo in cui si sorprende, del numero di banche svizzere, paragonabile scherzosamente al numero dei bar di Orune; in “Porto Canale” sottolinea la lunga odissea dei lavori di costruzione del porto canale di Cagliari.

Nel 1984 è apprezzato protagonista nel festival internazionale di “Musica dei Popoli” di Firenze, con Alberto Balia e partecipando come ospite in diverse trasmissioni radiotelevisive.

Subito dopo incide l’album “Argia”, dedicato ai riti che si svolgono per salvare una persona punta da un insetto mitico, l’argia appunto, capace di produrre anche la morte. Enrico Frongia in quest’opera esprime tutte le sue eccellenti potenzialità vocali. L’album è accolto in maniera entusiasta dalla critica specializzata ed anche dal vivo il pubblico ha modo di apprezzare la validità dell’operazione in occasione dei numerosi concerti tenuti all’estero ed anche alla rassegna jazz di Sant’Anna Arresi nel 1985.

Durante la sua permanenza a Firenze dà vita alla formazione dei Ritmia, con Alberto Balia, il pistoiese Riccardo Tesi, studioso di organetto e di musica sarda, e l’americano Daniele Craighead.

Con i Ritmia, realizza alcune delle elaborazioni più nuove ed interessanti, della tradizione popolare, incide l’album: “Forse il Mare”, partecipa alla trasmissione televisiva di Raidue “Doc”, e a varie tournée in Europa e Canada.

Dal 1989 al 1995 ha collaborato con il gruppo dei “Sonos” di Elena Ledda, esibendosi in Europa, Australia, Stati Uniti e partecipa all’incisione del CD “Incanti”.

Nel 1999 con Alberto Balia e il contrabbassista Riccardo Lay, incide il CD “Microcosmi”, che ha modo di farsi notare in diverse rassegne e festival in Italia, Francia e Argentina.

MASSIMO PERRA

Considerato uno dei maggiori fisarmonicisti ed organettisti della Sardegna. Dall’età di tredici anni si è dedicato allo studio della fisarmonica sotto la guida del maestro Ignazio Erbì.

Dotato di talento musicale innato, dimostra grande versatilità passando dalla fisarmonica cromatica, all’organetto diatonico ed alle percussioni, ripercorrendo con competenza il repertorio tradizionale dei balli sardi.

Discografia

Discografia: Massimo Perra

CD Toccos de allegria

1) Fiudedda                            6) Passu in trese

2) Passu torrau                       7) Ballu de is muccadoris

3) Danza campidanesa             8) Dillu

4) Rodas                                9) Ballu campidanesu

5) Ballu logudoresu               10)  Ballu lestru
 

CD Argia

NewTone Records - nt 6713

Alberto Balia: chitarra acustica, chitarra sarda, chitarra battente, basso elettrico, armonica, voce
Andrea Biosa: voce
Enrico Frongia: voce, chitarra acustica, chitarra battente
Riccardo Tesi: organetto diatonico

ITA DD’OI EST
GENTILI E GRAZIOSA
FIUDA BAGADIA
CANTO IN RE
ARGIA
LA FILUGNANA
A NINNA NINNA A CANTARE
BALLU LESTRU VARIATO

ITA DD’OI EST 

Il testo di questa canzone “alla rovescia”, raccolto a Santadi (Sulcis - CA), è strutturato come una scatola magica contenente una serie di immagini a sorpresa racchiuse una dentro l’altra; cosa c’è dentro il moro / una scarpa d’oro / cosa c’è dentro la scarpa / una signora dipinta / cosa c’è dentro la signora / un ballo di “fiora” / cosa c’è dentro il ballo / un suono di legno / cosa c’è dentro il suono / il rombo di un tuono. Di origine molto antica,   ita dd’oi est , ha la funzione di intrattenere e divertire i bambini. Il brano strumentale è una composizione di Alberto Balia, come pure la musica della canzone, non essendo stata reperita in fase di ricerca.

 

Hoi, hoi,

Sa mort’e Lolloi

Sa morti de Occheddu.

E chini dd’a mortu

Su enniu ettotu,

Ita dd’a torrau

Unu boi scuau;

Ita dd’oi est a intr’e su boi

Inguni dd’oi est unu saccu de lori

Ita dd’oi est a intr’e su saccu

Inguni dd’oi est un proceddu mascu

Ita dd’oi est a intr’e su proceddu

Inguni dd’oi est unu moru nieddu.

Ita dd’oi est a intr’e su moru

Inguni dd’oi est una crapitt’e oru

Ita dd’oi est a intr’e sa crapitta

Inguni dd’oi est una signora scritta

Ita dd’oi est a intr’e sa signora

Inguni dd’oi est unu ball’e fiora

Ita dd’oi est a intr’e su ballu

Inguni dd’oi est unu sonu ‘e cragallu

Ita dd’oi est a intr’e su sonu

Inguni dd’oi est una sigui ‘e tronu

Ita dd’oi est a intr’e sa sigui

Inguni dd’oi est unu muenti che tui

Ita dd’oi est a intr’e su muenti

Inguni dd’oi est una stella lusgenti

Ita d’oi est a intr’e sa stella

Inguni dd’oi est una ciaracca bella

Ita dd’oi est a intr’e sa ciaracca

Inguni dd’oi est una femmina stracca

Stracca e stracca su para minore

Su nasu in cu ddu ponis

A su Cummendadori.

 

 

GENTILI E GRAZIOSA  

(Serenata della Gallura su musica di matrice religiosa di fine Seicento)

 

A te offeru li canti d’amori

A te offro i miei canti d’amore

chi sei bedda, gentili e graziosa.

che sei bella, gentile e graziosa.

A te la luna dona candori

A te la luna dona candore

chi sei bedda gentili e graziosa.

che sei bella, gentile e graziosa.

  

FIUDA BAGADIA

Il ballo sardo è generalmente un ballo tondo, la sua struttura e la sua continuità permettono una larga partecipazione ed è perciò un ballo comunitario. Le occasioni in cui si balla sono le feste religiose e le feste legate al ciclo dell’agricoltura e della pastorizia. Nella parte contadina del Sulcis, a causa della particolare dispersione dell’habitat nel territorio, il ballo veniva chiamato al suono di un corno o di un tritone. In molti altri paesi, si ballava al suono delle campane (arripicu), nella piazza della chiesa, a testimonianza dell’antichissimo legame che esiste in Sardegna tra sacro e profano. Fiuda Bagadia, è un ballo tratto dal repertorio delle “launeddas”, strumento tipicamente sardo e unico in tutta l’area mediterranea, costituito da tre canne ad ancia semplice suonate a fiato continuo. Le launeddas sono ancora in uso nel sud della Sardegna (Trexenta e Sarrabus) e, seconda delle occasioni, si suonano come strumento di accompagnamento per il “ballo tondo”. In tempi relativamente recenti, strumenti come l’organetto, la fisarmonica, la chitarra, hanno affiancato, e qualche volta sostituito le launeddas nel repertorio del ballo.

 

CANTO IN RE  

Il canto in re è caratterizzato da una estrema libertà melodica da una struttura testuale legata alle forme tradizionali sarde. Esso nasce, probabilmente come canto di lavoro contadino, senza accompagnamento strumentale. L’introduzione dell’accompagnamento per chitarra è quasi certamente dovuto alla dominazione spagnola; la diffusione nelle zone periferiche, soprattutto al nord e al sud, ha avuto come conseguenza delle influenze nel repertorio che ricorda il cante hondo e il cante flamenco. Scomparsi, o quasi, i canti di lavoro e di emigrazione, il canto in re propone oggi testi prevalentemente lirici (canti d’amore e serenate).

 

Torra rundine lontana

A sa dulche primavera

Traversende ogni costera

Torra pomposa e galena

Da mie cun fortunanza

A sa trista anima mia

Tue ischis s’angostia

De sa sorte tirana

De sa sorte tirana

 

 ARGIA

 

a)     Introduzione

b)     Melodia Mediterranea

c)      Danza ipnotica

d)     Scongiuro

e)     Danza di possessione

f)        Festa

 

Racconto musicale su materiale proveniente dai rituali dell’argia, rituali che si svolgono per guarire una persona dalla puntura, a volte mortale, di un  insetto mitico; l’argia. Il fenomeno dell’argia, pur essendo circoscritto all’area sarda, è affine ai vari tarantismi mediterranei ed africani. La musica descrive il contadino che nell’ora più calda del giorno riposa sotto un albero; ad un tratto si accorge di essere stato punto dall’argia che si impossessa di lui. In questo momento scatta il rituale comunitario che và dallo scongiuro alla danza terapeutica. La quale dura ininterrottamente per qualche giorno, portando il malato alla guarigione.

 

<< Argia mala a bui andas? >>

<< A mussai e a sulai

bestiaminidadi e cristianidai

e tottu su chi pozzu biri

e ferri appai >>.

<< Sa lingua ti sicchiri

sa ucca t’assiccorridi (1) >>.

 

Comare arza mia, comare arza mia

No fattedas male  sa persone mia

No fattedas male  sa mia persone

Bos apo a narrer mutos e cantones

Mutos e cantones de ogni zenia

Comare arza mia, comare arza mia (2).

 

Una certa boxi funesta

da pubblicant a giornalis.

Una certa boxi funesta.

Po morri de custu animali oi puru in bidda ei a festa (3).

 

(1)   Registrato a Terresoli (Santadi) – CA

(2)   Alziador F. Il folklore sardo. Cagliari 1957 pag. 249

(3)   Gallini C. I rituali dell’argia. Padova 1967 pag. 211

 

LA FILUGNANA 

I problemi e i piaceri della vita raccontati da una filatrice di lana, espressione artigianale. Che rappresenta una figura ancora viva nella tradizione della cultura della Gallura.

 

Fila fila filugnana, dugn’annu filu un’acciola,

imparendi a to fiddola, no fila filu e né lana.

no fila filu e ne lana.

Ancora sei filugnana come cand’eri minore.

Ancora sei furacori, come cand’eri jaggiana.

come cand’eri jaggiana.

Li steddi ‘ncora minori impareti a fila.

Si no so filatori, instentani a cuiuà.

istentani a cuiuà.

Dugna tempu veni e passa, comu passa di li fiori.

Cussi matessi è l’amori, ca lu pidda e ca lu lassa.

ca lu pidda e ca lu lassa.

Dugna tempu veni e passa, dugna tempu passa  e veni.

Comu passa puru pa teni, lu tempu di la papassa.

lu tempu di la papassa.

Ciani ea eti amanti, lu me considdu piddeti.

Li femini no vinn’eti, palchi so tutti birbanti.

palchi so tutti birbanti.

 

A NINNA NINNA A CANTARE 

<< Sottrarsi qualche volta alle leggi della ragione e sbizzarrirsi nel campo dell’inverosimile e del grottesco, attribuendo ad un essere ciò che è proprio di un altro. … confondendo ed inventando l’ordine naturale delle cose per divertire se stessi e i propri simili (1) >>, è lo spirito che anima questo brano, appartenente al genere detto del “mondo alla rovescia”. Il testo è stato reperito a Desulo (Barbagia) – NU.

Traduzione di alcune frasi: … quando sarà la trota / che scava nella terra / quando andrà nell’aria il molino / e saranno giardino i campi di Seusè / quando sarà re la cima di un monte /allora sarai nel mio pensiero.

 

A ninna ninna a cantare

A cantare a sa fiotta.

Cann’ad’a esse sa trota

In sa terra forroganno.

Cann’ad’a esse bannanno

In aeras su molinu

E ad’a esse giardinu

Sa tanca ‘e Seusè

E ad’a esse su re

Su runcu ‘e Nortzà:

Tann’asa esser’ istrada

In su meu pensamentu.

Cann’ad’a esse su entu

Accorrau in un’ampudda

E ad’a esse sa pudda

A beste e a mucadore

E ad’a esse s’istore

A sembreru e a cabanu

E d’ant’a narre galanu

E d’ant’a cantare i gosos.

Cann’ant’a esser’isposos

Is alasse de Aratu

E ad’a esse su attu

Capitanu ‘e is soldaos

E ant’a esse giuraos

Is pivoneddos de nie.

Cann’ad ‘a esee sa die

Tres meses e duas horas.

Cann’ant’ a esse signoras

Is suergios de sa Rutta

E ant’a portare frutta

Is mattas de Marmureu

E ant’a portare seu

Su tope ei s’iscrissone.

Canno ad’a esse s’agnone

Che giuitu de cim ‘annos.

Cann’ant’a esser’is mannos

A guvernu de is pittios.

Cann’ant’a esse navios

Is baos de Tascusi.

Cann’ad’a esse Brebi

Cittade prus de Casteddu.

Canno su sole es nieddu.

Nieddu prus de sa mura.

Tanno tue ista segura

C’a tie m’apo a leare!

A ninna ninna a cantare

A ninna ninna a cantare.

 

(1)   G.Giannini. Le canzoni alla rovescia.

Rassegna Nazionale, serie II, XXXVIII, 1916, pag. 36

 

BALLU LESTRU VARIATO 

Interpretazione libera del canto di Francesco Mannu “Su patriotu sardu a sos feudatarios”, su impianto di ballo sardo.

 

Procurade ‘e moderare

Barones sa tirannia,

chi si no, pro vida mia,

torrades a pe’ in terra.

Declarada es’ già sa guerra

Contra de sa prepotenza

In su populu a mancare.

CD Microcosmi

 

Alberto Balia: chitarra acustica, chitarra battente, clarinetto, voce, benas, scacciapensieri
Enrico Frongia: voce, chitarra acustica, sonagli
Riccardo Lai: contrabbasso, voce

Eugenio uglio: flauto (1, 2, 3, 4, 5)

Paolo Serra: percussioni (2, 4, 5, 7, 8)

Alessandro Garau: batteria (1, 3)

 

1.     Comare  (Balia)

2.     Sulcis  (Balia)

3.     Aggius  (Balia, Frongia)

4.     Ninna Nanna de Anton’ Istene (Frongia)

5.     Serenata de Ierru  (Balia, Frongia)

6.     Gobbura  (Lai)

7.     Sa danza in “swing”  (Balia)

8.     Ballittu  (Balia, Frongia, Lai)

  

Comare  (Balia)

Su di una trama musicale che suscita le suggestioni di un antico bolero, si sviluppa il canto con il celebre testo di Montanaru “Comare a bos’ amentades”

 

Sulcis  (Balia)

Composizione ispirata ai paesaggi ed ai colori della Sardegna sud-occidentale, il Sulcis. La descrizione di un’ alba ed il tramonto di un’amore: alla fine non rimane altro che danzare.

 

Aggius  (Balia, Frongia)

Brano ispirato alla polivocalità religiosa della Settimana Santa, ancora in uso soprattutto nel nord Sardegna. È consuetudine far convivere, come in questo caso, musica sacra e testo profano. Il testo è un frammento di “Tantu tempu danosa”. 

 

Ninna nanna de Anton’ Istene  (Frongia)

 

Serenata de ierru  (Balia, Frongia)

I due brani in sequenza vogliono descrivere due momenti poetici dell’esistenza: la ninna nanna e la serenata. Sono accomunati dal voler comunicare al destinatario attraverso il canto, l’amore: l’amore materno, rassicurante e l’amore adulto, passionale. Le ninna nanna, le anninnias e i duru duru sono particolari componimenti molto diffusi in tutta la Sardegna. In questa si vuole augurare al bambino tutto ciò di cui potrà aver bisogno nella vita, compreso l’affetto. La musica è ispirata alla melodia de sa boghe o voce principale, nel modo a sa seria del coro a tenores. La serenata è stata probabilmente introdotta in Sardegna durante la dominazione spagnola, divenendo qui un genere con connotati propri e autonomi.

 

Gobbura  (R. Lai)

Sull’ampia orditura melodico – ritmica del contrabbasso, si innesta il canto di questua natalizio a li tre re, ai re magi. Le gòbbule o gòbbure sassaresi sono generalmente componimenti in ottonari ad a rima baciata.

 

Sa danza in “swing”  (A. Balia)

Sull’ampia orditura melodico – ritmica del contrabbasso

 

Ballittu  (Balia, Frongia, Lai)

Brani dedicati al ballo sardo nelle sue molteplici sfaccettature. Sa danza è ancora oggi uno dei balli più in uso nella Sardegna centrale, la sua particolare struttura ci offre lo spunto per sfuggire alle frasi e alle modulazioni più consuete. Sul finale si inserisce il “bilingue” di P. Mereu sulla battaglia di Solforino, nella prima guerra mondiale, in cui si ridicolizza il mescolare il sardo con l’italiano. Tale linguaggio assume in Sardegna propria “dignità” e propria denominazione, essendo chiamato italianu-proceddinu. Su ballittu è il ballo tondo nella sua forma più semplice e festosa. All’esposizione tematica con le due armoniche a bocca in alternanza, segue la parte cantata il cui testo è l’elogio al componimento poetico in forma di sonetto.

  

Discografia

Gruppo RITMIA

CD  forse il mare

 

Alberto Balia: chitarre (acustica / elettrica / battente), basso elettrico, clarinetto, voce, benas, scacciapensieri
Enrico Frongia: voce, chitarra acustica, sonagli
Riccardo Tesi: organetti / tamburelli

Daniele Craighead: sax soprano, piffero di canna, flauto dolce, rototom, scacciapensieri, sintetizzatore, nacchere

 

1)    La stella e la luna  (Balia – Craighead)

2)    Serenata mare  (Balia – Craighead)

3)    Sicari  (Balia – Craighead)

4)    Adieu Adieu (F. Landini) / Moresca nuziale (Craighead – Tesi) 

 

 


Sardegna Sposi® è una iniziativa di Sardinia Network Srl - Tutti i diritti riservati