Celebrazione del Matrimonio Mauritano

La cerimonia del Matrimonio Mauritano si svolge nel Comune di Santadi, un paesino della Provincia di Cagliari, collocato approssimativamente al centro di un territorio, quello del Sulcis, storicamente soggetto a dominazioni da parte delle popolazioni mediterranee che vi trovavano un comodo quanto sguarnito approdo durante i lunghi viaggi per mare.

Queste visite, spesso foriere di disgrazie per gli indigeni, hanno lasciato profonde influenze, sia nel corpo che nella mente delle genti sulcitane e succedendosi e stratificandosi nel tempo hanno contribuito a creare la razza che attualmente abita questa parte dell’Isola.

Nello stesso appellativo  ‘Maurreddia’, con la quale viene indicata la zona più a sud del Sulcis, si scopre infatti una radice che proviene quasi certamente  dal nome di un’area del Nord Africa, i cui abitanti probabilmente hanno avuto modo di venire a contatto con la nostra terra.

Certo, affermare che la tradizione di celebrare un rito di unione tra due sposi secondo i canoni tradizionali riproposti oggi dal Matrimonio Mauritano  è cosa ardita, ma non si può escludere che alcuni elementi siano stati effettivamente trasmessi e siano giunti fino a noi seppur trasformati…

Oggi il rito Mauritano viene celebrato, come accade ormai da oltre un trentennio, grazie all’impegno dell’Associazione Turistica Pro Loco, seppur con notevoli sforzi economici ed organizzativi. Il patrocinio da parte dei vari enti competenti:Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del  Turismo della Provincia di Cagliari, Comunità Montana  n. 22 de Basso Sulcis e Amministrazione  Comunale di Santadi, non è più sufficiente a garantire uno svolgimento decoroso di questa caratteristica manifestazione. L’auspicabile impegno di imprenditori privati, i quali ancora non credono e quindi non investono nel campo del turismo, dovrà essere in futuro la carta sulla quale puntare.

La collocazione temporale dello svolgimento (inizialmente la cerimonia veniva celebrata durante la prima domenica di giugno, sulla scia delle grandi manifestazioni religiose e pagane che dalla Pasqua giungono fino alla tarda primavera) è stata più volte modificata nel tempo, ma da circa un ventennio viene scelta la prima domenica di agosto; le motivazioni che hanno portato a questo spostamento sono molteplici ma sulle altre: la volontà di svolgere la manifestazione in un periodo dove massimo è l’afflusso turistico, consentendo ad un pubblico quanto più vasto possibile, la fruizione di questa pagina di tradizione e folcklore della Sardegna.  

La Cerimonia

Lo svolgimento della Manifestazione, ormai consolidato nel tempo, inizia con la sfilata del corteo nuziale, ormai da alcuni anni  “rumorosamente” aperta dal gruppo dei tamburini di Oristano, seguono il gruppo folkloristico  S.Agata  di Santadi, i gruppi ospiti, i suonatori di  Launeddas, “strumenti tradizionali” quindi le tipiche  Traccas (carri trainati dai buoi ), una contenente la sposa ed un’altra lo sposo. Chiudono il corteo numerosi cavallerizzi in sella a cavalli, provenienti da vari allevamenti della zona,bardati a festa.

Gli splendidi costumi, i colori, resi sgargianti da un sole, talvolta anche impietoso, i suoni, le danze, creano un’ atmosfera di festa che coinvolge profondamente il pubblico presente, il quale partecipa seguendo la sfilata fino all’ altare, dopo aver percorso le principali vie del Paese. La piazza Marconi, racchiusa all’ interno del centro storico di Santadi, offre la cornice ideale allo svolgimento del rito, consentendo al folto pubblico di osservare con attenzione le varie fasi della cerimonia, che raggiunge il suo culmine durante la benedizione degli sposi, da parte delle madri, le quali augurano ricchezza e prosperità, recitando un’ antica formula in lingua sarda.

L’ unione dei due sposi avviene quindi secondo il rito cristiano ed uno pagano nel quale la benedizione dell’acqua e del pane, simboli di prosperità e ricchezza, viene enfatizzata dalla particolare atmosfera estendendo l’augurio a tutta la popolazione lì raccolta, con la successiva offerta dei civraxius (pane infarinato dalla caratteristica forma tronco conica). La funzione viene accompagnata da cori religiosi in sardo e dalla musica degli strumenti tradizionali (talvolta vere e proprie opere d’arte realizzate a mano da vecchi artigiani). 

Alla sera i gruppi folkloristici che ne hanno precedentemente fatto richiesta, si esibiscono di fronte al pubblico, proponendo balli e danze durante le quali mettono in mostra la propria abilità eseguendo passi e figure di particolare difficoltà.

La manifestazione si chiude a tarda notte dopo che gli sposi, con un ricevimento aperto a tutti i presenti, hanno offerto la torta nuziale, dolci tipici ed assaggi di pane e formaggio della latteria Sociale di Santadi, il tutto accompagnato dagli ottimi vini dell’ormai conosciuta Cantina Sociale del paese.                           



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