Tommaso Campanella
di Chiara Borille

Tommaso Campanella nasce a Stilo, in Calabria, il 5 settembre 1568. Entra nell’ordine dei domenicani, ma viene ben presto accusato di eresia e subisce numerosi processi e condanne. Una volta ritornato a Stilo ordisce una congiura contro il governo spagnolo per realizzare il suo ideale socio politico: una repubblica teocratica della quale poter essere capo e legislatore. Nel 1599 la congiura viene scoperta e Campanella viene condotto a Napoli; qui, per evitare la pena capitale, si finge pazzo e sostiene la finzione anche sotto tortura. Rimane in carcere 27 anni ma la sua attività intellettuale non cessa ed è anzi in questo periodo che compone le sue opere più importanti. Nel 1626 viene liberato e portato a Roma, da dove tuttavia fugge qualche anno dopo per rifugiarsi a Parigi; qui muore il 21 maggio 1639.

Le opere principali dal punto di vista filosofico sono Del senso delle cose e della magia e Filosofia reale, di cui fa parte la Città del Sole, mentre gli scritti politici più notevoli, oltre alla Città del Sole, sono Monarchia di Spagna e Monarchia del Messia. La Città del Sole, la fisica e la metafisica di Campanella non sono fini a se stesse, ma costituiscono il fondamento di una riforma religiosa che dovrebbe riunire tutti gli uomini in un’unica comunità politica.

Nella Città del sole viene delineata minuziosamente la struttura dello stato perfetto: al governo c’è un principe sacerdote, denominato Sole o Metafisico, che si distingue per la vastità, la profondità e la completezza della conoscenza. Egli infatti deve essere non solo esperto in ogni ramo dello scibile, ma anche «metafisico e teologo» e deve conoscere compiutamente «la radice e prova d’ogni arte e scienza, e le similitudini e le differenze tra le cose».

Collaborano con lui Pon, Sin e Mor, tre alti ufficiali con dignità sacerdotale che trasferiscono in ambito politico le tre primalità della metafisica di Campanella: Potenza, Sapienza e Amore. Il primo presiede alla milizia, il secondo alle scienze e il terzo all’educazione. Tutti durano in carica a vita, a meno che «essi stessi, per consiglio fatto tra loro, cedono a chi veggono saper più di loro e aver più purgato ingegno». Pon, Sin e Mor conoscono in modo completo le arti e le scienze che interessano i loro rispettivi uffici, ma sono anche «filosofi, istorici, naturalisti e umanisti»; alle loro dipendenze ci sono tre ufficiali che sovrintendono ciascuno ad altri tre ufficiali subalterni.

Ad eccezione di Sole, Pon, Sin e Mor , tutti i preposti alle cariche pubbliche vi accedono attraverso il voto di un’assemblea composta da quelli che hanno compiuto i vent’anni e che si riunisce ogni due settimane.Le caratteristiche peculiari della città ideale di Campanella sono la comunanza dei beni e delle donne e la religione naturale. Per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti sessuali, Campanella supera i limiti posti da Platone nella Repubblica e sostiene che debba riguardare tutti i cittadini e non soltanto alcune classi. Se da un lato pertanto viene abolita l’istituzione della famiglia, dall’altro vengono poste rigorose norme di eugenetica circa l’accoppiamento tra maschi e femmine quando è indirizzato al fine primario della procreazione.

Ma ben più rilevante nell’opera di Campanella è lo spazio dedicato alla formulazione della religione naturale. La religione dei Solari è dettata dalla pura ragione e si identifica con la metafisica; è pertanto innata in tutti gli uomini ed è il fondamento delle religioni positive che vengono acquisite o aggiunte ad essa. Mentre tuttavia le religioni positive possono essere imperfette o addirittura false, quella innata è sempre vera ed è la norma che misura il loro effettivo valore. Campanella ritiene che il cattolicesimo sia la religione più vicina a quella naturale: il cattolicesimo infatti «nulla cosa aggiunge alla legge naturale se non i sacramenti» e, se viene tolta ogni possibilità di abuso attraverso una riforma della Chiesa che riconduca il cattolicesimo alla sua vera natura, l’unica vera legge sarà quella cristiana.Tommaso Campanella La religione dei Solari è costituita da un insieme di proposizioni razionali che vengono credute perché dimostrate vere ed è quindi una religione naturale in senso forte, anche se, in virtù del carattere razionale delle verità che la compongono, non ha bisogno di alcuna costrizione autoritativa per imporsi.

Accanto al tema della religione naturale viene posto in grande rilievo il tema dell’istruzione. Campanella la vuole non solo liberata dall’astrattezza dei metodi scolastici e dalla pedanteria grammaticale dell’aristotelismo, ma anche ancorata saldamente alla concretezza empirica che soltanto il diretto contatto con ciò che si studia permette. A questo scopo le sette cerchia di mura della città sono istoriate in modo tale da costituire una sorta di enciclopedia visiva estesa a tutte le arti e le scienze: i fanciulli, passeggiando lungo le mura con i propri insegnanti, «senza fastidio, giocando, si trovano a saper tutte le scienze istoricamente, prima che abbino dieci anni». Gli insegnanti inoltre devono far giocare i fanciulli, condurli nelle officine delle arti in modo da capire quali siano le loro inclinazioni e incoraggiarli a coltivare tutte le arti e le scienze in cui riescono bene; gli studi e le occupazioni sono comuni a maschi e femmine e tutti vengono introdotti alla pittura e alla musica. Campanella, elevando l’educazione al rango di compito primario dello Stato e considerandola un diritto di ogni cittadino, si dimostra poco incline a cogliere le suggestioni della cultura controriformistica e proteso piuttosto a tentare di gettare un ponte tra la filosofia della natura rinascimentale e i nuovi orizzonti della scienza galileiana.

A differenza di Tommaso Moro, Campanella non dubita che l’ordine sociale da lui annunciato sia perfetto e non dubita nemmeno che esso, se non esiste ancora in nessun luogo, esisterà presto e si estenderà su tutta la terra: la verità è certissima e autoevidente. La Città del sole pertanto non vuole essere un “esperimento mentale” sul modello dell’Utopia di Moro, ma piuttosto un manifesto di propaganda per un cambiamento radicale da tentare subito e con ogni mezzo.

 

Città felice, città ideale ETA' CLASSICA
La Repubblica di Platone
Utopia di T. Moro SECOLO XVI
La Città del Sole di T. Campanella
Il socialismo utopistico SECOLI XVIII-XIX
Robert Owen
Claude-Henri de Saint-Simon
Charles Fourier
Voyage en Icarie di E. Cabet
Il socialismo scientifico: Karl Marx
Bibliografia
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