Il socialismo scientifico: Karl Marx
di Chiara Borille

Karl Marx nasce a Treviri nel 1818 da una famiglia ebrea che, nonostante si fosse convertita al protestantesimo per ragioni di opportunità, era di fatto agnostica. Per mezzo del padre Marx riceve un'educazione fondata su principi liberali e razionalistici. Nel 1835 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Bonn; trasferitosi a Berlino e passato alla facoltà di Filosofia, Marx entra in contatto con il club dei "giovani hegeliani" e studia in modo approfondito il pensiero di Hegel. Si laurea all'università di Jena con una tesi sulla Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro.

In seguito alla politica sempre più reazionaria del governo prussiano Marx abbandona l'università e si dedica al giornalismo politico, diventando caporedattore della "Gazzetta renana". Marx è costretto poi a trasferirsi a Parigi (1843) poiché il governo censura il giornale; qui nello stesso anno termina la stesura della Critica della filosofia del diritto di Hegel nella quale comincia a misurarsi con i problemi della filosofia politica moderna. L'anno seguente esce il primo e unico numero degli Annali franco-tedeschi che contiene due saggi, La questione ebraica e Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione.Karl Marx Nel corso del 1844 Marx, che ha cominciato ad approfondire gli studi economici, stende i Manoscritti economico-filosofici. Durante il soggiorno parigino, Marx stringe amicizia con Engels, con il quale, dopo l'espulsione dalla Francia e il successivo trasferimento a Bruxelles, scrive La sacra famiglia contro il suo vecchio maestro Bauer e i suoi seguaci. Va maturando intanto il distacco dalla filosofia tedesca che si concretizza nelle Tesi su Feuerbach e in L'ideologia tedesca, opere che gettano le basi della futura visione materialistica della storia. Nel 1848 Marx ed Engels, su incarico della "Lega dei comunisti", elaborano un documento teorico- programmatico che viene pubblicato a Londra con il titolo di Manifesto del partito comunista. Dopo essere tornato in Germania ed in Francia si trasferisce definitivamente a Londra nel 1850; l'anno dopo si ritira dalla politica attiva, continuando però la sua produzione scientifica (1859: Per la critica dell'economia politica). Nel 1864 partecipa alla fondazione della I^ Internazionale, dove ha un ruolo di preminenza ed emargina l'anarchico Bakunin e uno dei maggiori esponenti del socialismo conservatore, Proudhon. Due anni dopo inizia il primo libro del Capitale, pubblicato ad Amburgo nel 1867; il secondo e il terzo volume appariranno postumi a cura di Engels. Marx muore a Londra nel 1883, solo due anni dopo la scomparsa della moglie Jenny.

La dottrina marxiana accenna solo in modo frammentario e in scritti non destinati alla pubblicazione ad un prototipo ideale di futura società comunista (Proprietà privata e comunismo, dai Manoscritti del 1844; Critica del programma di Gotha, 1875); questo fatto è stato interpretato talora come un "vuoto" nell'elaborazione del pensiero di Marx, ma più spesso appare piuttosto come un'ulteriore manifestazione della sua "storicità", nel senso che analizza soprattutto l'hic et nunc, evitando a bella posta discorsi e riferimenti al futuro destinati a restare puramente ipotetici, simili quindi a quelle forme di socialismo utopistico che Marx contestava.

Il comunismo, inteso come "effettiva soppressione della proprietà privata" è quella situazione in cui l'uomo cessa definitivamente di avere con gli altri rapporti fondati sul possesso e sul consumo; questo "uomo nuovo" viene valorizzato nella sua totalità, come essere capace di interazione creativa, libera e non finalizzata a qualcosa di preordinato, con gli altri esseri, in grado quindi di esplicitare appieno le sue potenzialità.

Nella Critica al programma di Gotha Marx distingue due fasi della società futura (che chiamerà altrove "socialismo" e "comunismo"). Nella prima fase la società comunista è ancora imperfetta, perché non ha trovato in se stessa i suoi fondamenti, ma risente ancora della struttura capitalistica. L'avvenuta statalizzazione dei mezzi di produzione e di scambio rende lo Stato l'unico datore di lavoro, mentre tutti gli uomini vengono trasformati in salariati. Ciascuno riceve una quantità di beni equivalente al lavoro prestato, ma non tutti sono in grado di fornire un'identica quantità di lavoro, perché ogni uomo è diverso dall'altro per capacità intellettuale, forza fisica, situazione famigliare e così via.

«Rispetto quindi ad una prestazione lavorativa uguale, rispetto quindi ad una uguale partecipazione ai fondi sociali di consumo, l'uno ottiene di fato più dell'altro, l'uno è più ricco dell'altro, ecc. Per evitare tutti questi inconvenienti, il diritto, anziché essere uguale, dovrebbe essere disuguale».

(Critica al programma di Gotha, in K. Marx; F. Engels, Werke (Opere), vol. 19, pagg. 20-21).

Il concetto di uguaglianza dei diritti pertanto è di matrice borghese e finisce inevitabilmente col soffocare l'individualità degli uomini; invece, ciascuno deve partecipare al processo del libero sviluppo della propria creatività. Ma, finché sarà necessario retribuire l'uomo sulla base del suo lavoro, le disuguaglianze continueranno inevitabilmente ad esistere. Tuttavia, lo stadio più avanzato della società (il "comunismo") svilupperà le forse produttive ad un livello tale di abbondanza che non saranno più chiamati in causa i concetti di uguaglianza e di diseguaglianza. Gli uomini attingeranno ad un fondo comune di risorse per tutto quello di cui hanno bisogno:

«In una fase più avanzata della società comunista, dopo che la subordinazione servile degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche l'opposizione tra lavoro manuale e lavoro spirituale, si saranno dissolte, dopo che il lavoro sarà diventato non solo un mezzo per la vita, ma anche il primo bisogno della vita, dopo che, con lo sviluppo multilaterale degli individui, si saranno accresciute anche le loro forze produttive e tutte le fonti della ricchezza cooperativa zampilleranno più di prima, solo allora l'angusto orizzonte del diritto borghese potrà essere superato del tutto e la società potrà scrivere sulla sua bandiera: ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni!»

(Critica al programma di Gotha, in K. Marx; F. Engels, Werke (Opere), vol. 19, pag. 21)

Si possono a questo punto enucleare alcune idee fondamentali:

In una società comunista l' uomo avrà la serenità e l'energia per poter coltivare la propria personalità come meglio crede, purché questo avvenga rispettando il diritto dell'altro a fare la stessa cosa; in una società comunista l'uomo può riscattare il suo potere alienato e riconoscere come proprio il mondo che insieme con gli altri va costruendo.

Ma tutto ciò ha bisogno di un agente, il proletariato, e di un periodo, la dittatura del proletariato, insostituibile momento di transizione che porta al superamento di qualsiasi forma di Stato (Aufhebung, termine già presente nei saggi del 1843): se tutti gli Stati storicamente esistiti sono sempre stati strumenti di oppressione ed espressione della dittatura di determinate classi, il proletariato, abolendo le classi, pone le basi del "deperimento dello Stato" (Engels) e nel contempo tende anche al superamento di se stesso, proiettando quindi in prospettiva un ideale anarchico, realizzabile tuttavia (a differenza di quanto pensava Bakunin) solo dopo un periodo di dittatura del proletariato stesso. La futura società comunista non avrà quindi struttura statalista, ma sembra indirizzata piuttosto ad una confederazione cooperativa costituita da ciò che Marx chiama "libera associazione di lavoratori", in grado di estendere la democrazia alla sfera economica, realizzandola in quella politica.

 

Città felice, città ideale ETA' CLASSICA
La Repubblica di Platone
Utopia di T. Moro SECOLO XVI
La Città del Sole di T. Campanella
Il socialismo utopistico SECOLI XVIII-XIX
Robert Owen
Claude-Henri de Saint-Simon
Charles Fourier
Voyage en Icarie di E. Cabet
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